Perché gli atleti olimpici mordono la medaglia? In passato serviva, oggi è inutile

Se sei appassionato di sport, avrai sicuramente notato quel gesto ormai diventato iconico: l’atleta che, appena premiato con la medaglia olimpica, la morde davanti a telecamere e fotografi. Una scena che, a ogni edizione dei Giochi, finisce sulle prime pagine dei giornali e rimbalza sui social network. Ma qual è il motivo di questa tradizione? Oggi è soltanto una posa fotografica, ma in passato aveva un significato ben preciso, legato alla verifica della purezza dell’oro.

L’origine storica del gesto

Nei secoli passati l’oro non veniva sempre consegnato in forma pura. Le monete potevano contenere leghe di metallo meno preziose e per riconoscerne l’autenticità si ricorreva a un metodo semplice: morderle. L’oro puro è un metallo tenero e il dente lascia un segno visibile, un’impronta capace di rivelarne la genuinità. Gli atleti dell’antichità e, successivamente, di epoche più vicine alla nostra, avrebbero usato questo gesto per accertarsi che il premio fosse realmente ciò che prometteva di essere. In quel contesto, quindi, mordere la medaglia o la moneta non rappresentava un vezzo scenografico, bensì una verifica concreta di valore.

Il significato moderno

Oggi, invece, la realtà è molto diversa. Le medaglie olimpiche non vengono più realizzate interamente in oro. Quella che chiamiamo “medaglia d’oro” è in gran parte costituita da argento placcato. Solo nelle prime edizioni dei Giochi moderni, ad Atene 1896 e Parigi 1900, le medaglie contenevano oro massiccio. Dal 1912 la regola è cambiata: le medaglie d’oro hanno soltanto una copertura superficiale del metallo più prezioso, mentre l’interno è in argento. Per questo, mordere la medaglia non ha più alcuna utilità pratica, ma resta un gesto che appartiene all’immaginario collettivo.

Mordere le medaglie, in passato, era un modo per verificare che fossero di oro puro
Mordere le medaglie, in passato, era un modo per verificare che fossero di oro puro

I fotografi, nel corso degli anni, hanno incoraggiato gli atleti a replicare il gesto proprio per ottenere immagini più d’impatto. Una smorfia divertente, una posa non convenzionale, un ricordo che spicca rispetto alle foto classiche del podio. Col tempo, gli sportivi hanno accettato volentieri questa consuetudine, contribuendo a trasformarla in una tradizione olimpica moderna, più scenografica che funzionale.

Un simbolo mediatico

Il morso alla medaglia ha acquisito anche un forte valore mediatico. In un’epoca dominata dai social, un gesto riconoscibile diventa virale e accresce la popolarità dell’atleta. Le immagini degli ori olimpici che sorridono mordendo il loro premio finiscono su milioni di schermi, generando meme, condivisioni e articoli di costume. Così, una pratica nata come controllo di autenticità si è trasformata in uno dei rituali sportivi più iconici della nostra epoca. Non sorprende, quindi, che anche atleti giovanissimi, che conoscono bene la storia dietro al gesto, continuino a riproporlo con orgoglio, sapendo di fare parte di una narrazione che va oltre la competizione.

La doccia tra i tuffi olimpici: un’altra abitudine curiosa

Il mondo dello sport non è fatto solo di tradizioni legate al podio. Alcune pratiche, come la doccia tra un tuffo e l’altro, hanno una funzione ben precisa e sono legate alla performance. Gli atleti dei tuffi si bagnano sotto docce calde subito dopo ogni salto per mantenere costante la temperatura corporea ed evitare shock termici. L’acqua calda contribuisce a mantenere i muscoli elastici, riducendo il rischio di crampi o contratture causati dall’esposizione all’aria fresca durante le pause di gara.

Oltre all’aspetto fisico, esiste anche un beneficio psicologico: quel momento sotto la doccia permette agli atleti di ritrovare concentrazione e resettare la mente prima di affrontare il salto successivo. Inoltre, lavarsi rapidamente aiuta a rimuovere residui di cloro o sostanze chimiche che potrebbero irritare la pelle o creare fastidio durante la performance. Si tratta quindi di un gesto tecnico e mirato, in netto contrasto con il morso alla medaglia, che oggi resta soltanto un simbolo scenico.

Dalla verifica dell’oro al rito sportivo

Mordere la medaglia ha attraversato i secoli trasformandosi da strumento di verifica a gesto scenico, fino a diventare un vero e proprio rituale sportivo contemporaneo. Gli atleti, consapevoli della forza comunicativa di quell’immagine, continuano a sorridere davanti all’obiettivo stringendo tra i denti il simbolo del loro successo. Un gesto che non serve più a dimostrare la purezza del metallo, ma che racconta, meglio di qualsiasi parola, la gioia e la leggerezza di un traguardo raggiunto dopo anni di sacrifici.

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