Netflix riscopre un titolo cult con Brad Pitt: ha conquistato milioni di spettatori

Su Netflix c'è un film con lo straordinario Brad Pitt: un film che vale assolutamente la pena riscoprire.

“Sette anni in Tibet” è un film del 1997 diretto da Jean-Jacques Annaud che oggi si può rivedere su Netflix. Una pellicola che unisce storia vera, avventura e introspezione. Il protagonista è l’alpinista austriaco Heinrich Harrer, interpretato da Brad Pitt, affiancato da David Thewlis nel ruolo di Peter Aufschnaiter. Il film racconta il lungo cammino di un uomo che, partendo da un’esperienza di guerra e prigionia, trova rifugio in una cultura lontana e spirituale, instaurando un rapporto unico con il giovane Dalai Lama. Se amate Brad Pitt, non potete perdere questo film.

Brad Pitt straordinario in questo film su Netflix: da non perdere

La vicenda ha inizio alla fine degli anni Trenta. Heinrich Harrer è un famoso alpinista austriaco, ambizioso e determinato. Decide di partire per scalare il Nanga Parbat, una delle montagne più difficili del mondo, lasciando a casa la moglie incinta. Questa scelta segna già un lato del suo carattere: la voglia di primeggiare e la difficoltà di assumersi le proprie responsabilità familiari. Lo scoppio della Seconda guerra mondiale cambia il corso della sua vita. Harrer e i compagni vengono catturati dagli inglesi in India e rinchiusi in un campo di prigionia.

Lì conosce meglio Peter Aufschnaiter, con cui condividerà un’amicizia destinata a durare. Dopo diversi tentativi di fuga, i due riescono a scappare e intraprendono un lungo e difficile viaggio verso il Tibet. È a Lhasa, capitale del Paese, che Harrer scoprirà un mondo nuovo. Accolto in una società rimasta isolata dal resto del mondo, stringe un legame profondo con il giovane Dalai Lama, ancora adolescente, che lo vede come una finestra aperta sull’Occidente.

scena sette anni tibet
Una scena del film disponibile su Netflix

Il cuore del film è proprio il rapporto tra Harrer e il Dalai Lama. L’alpinista, inizialmente chiuso e individualista, si trova a dover insegnare al ragazzo nozioni della cultura occidentale. Gli spiega geografia, scienza e perfino il cinema. In cambio riceve insegnamenti spirituali che lo aiutano a guardarsi dentro e a cambiare. La crescita interiore di Harrer si lega al destino del Tibet, minacciato dall’avanzata delle truppe cinesi. La pace millenaria della regione viene spezzata da tensioni politiche e militari, e l’amicizia tra l’uomo e il giovane leader spirituale diventa un simbolo di resistenza culturale e umana.

Brad Pitt e David Thewlis, due protagonisti intensi

Brad Pitt, all’epoca all’apice della sua carriera, offre un’interpretazione intensa e sfaccettata. Il suo Heinrich Harrer non è un eroe senza macchia, ma un uomo con debolezze e difetti, capace però di evolversi e di aprirsi a una nuova visione del mondo. David Thewlis, nei panni di Peter Aufschnaiter, rappresenta invece la parte più equilibrata e riflessiva, l’amico che accompagna Harrer in questa lunga avventura.

“Sette anni in Tibet” è ispirato alla biografia scritta dallo stesso Harrer. Non si limita a raccontare un’avventura straordinaria, ma diventa un ponte tra culture. Mostra lo scontro tra l’individualismo occidentale e la spiritualità orientale. Racconta come la conoscenza reciproca possa arricchire e trasformare.

La regia di Jean-Jacques Annaud esalta i paesaggi himalayani e le atmosfere di Lhasa, creando immagini di grande impatto. La colonna sonora di John Williams, con la collaborazione di Yo-Yo Ma, aggiunge una dimensione emotiva che accompagna la trasformazione del protagonista.

Un film ancora attuale

Il film tocca diversi temi universali. Il viaggio fisico diventa viaggio interiore. La prigionia e la fuga si trasformano in un percorso di liberazione personale. L’amicizia con il Dalai Lama diventa simbolo di apertura, dialogo e scoperta. In secondo piano si avverte anche la critica alla guerra e alle logiche di potere che schiacciano i popoli più fragili.

Nonostante siano passati più di venticinque anni dalla sua uscita, “Sette anni in Tibet” resta un film attuale. Parla di tolleranza, di rispetto per le culture diverse, della necessità di fermarsi a riflettere sulle proprie scelte. È un invito a guardare oltre i confini, a superare l’egoismo e a scoprire la ricchezza dell’altro.

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