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Chi segue l’economia lo sa bene: il sistema pensionistico italiano, così com’è strutturato oggi, non potrà reggere all’infinito. La combinazione di bassa natalità, invecchiamento della popolazione e diminuzione dei lavoratori attivi sta mettendo a dura prova la sostenibilità del modello. Già da mesi l’Italia si trova in un punto critico: ci sono più pensionati che lavoratori, e questo squilibrio rischia di diventare strutturale.
Secondo Angelo Vaccariello, economista ed esperto di finanza pubblica, il 2027 rappresenterà un momento chiave per il Governo Meloni. In quell’anno, infatti, entrerà in vigore il nuovo adeguamento previsto dalla Legge Fornero, che dovrebbe far salire l’età pensionabile a 67 anni e tre mesi. Un aumento apparentemente minimo, ma che riflette una tendenza precisa: l’allungamento della vita media e la necessità di mantenere in equilibrio i conti dello Stato.
La Legge Fornero e l’adeguamento del 2027
La Legge Fornero, approvata nel 2011, lega l’età pensionabile all’aspettativa di vita. Questo meccanismo automatico prevede che, ogni due anni, venga verificato se la durata media della vita è aumentata. Se sì, anche l’età pensionabile cresce di conseguenza. È un sistema che, sulla carta, dovrebbe garantire stabilità finanziaria, ma che nella pratica ha spesso sollevato polemiche e malcontento.
Dal 2027, se nulla dovesse cambiare, la pensione di vecchiaia scatterà a 67 anni e tre mesi, mentre quella anticipata contributiva passerà a 64 anni e tre mesi con ulteriori requisiti. L’anticipo ordinario, invece, richiederà 43 anni e un mese di contributi per gli uomini e un mese in meno per le donne. Secondo le proiezioni di Vaccariello, se il Governo decidesse di non intervenire, l’adeguamento comporterà un risparmio di circa 3 miliardi di euro l’anno.
Le opzioni sul tavolo del Governo Meloni
Nonostante le rassicurazioni arrivate da alcuni esponenti del Governo, che hanno promesso di evitare nuovi innalzamenti, la questione resta aperta. Il 2027 sarà infatti l'anno delle elezioni politiche (salvo un'improbabile caduta del Governo Meloni da qui ai prossimi 24 mesi), e la scelta su come gestire l’adeguamento avrà inevitabilmente anche un peso politico.
Secondo le analisi dell’economista Vaccariello, le ipotesi allo studio sarebbero almeno tre. La prima consiste nel mantenere l’aumento di tre mesi, seguendo alla lettera la Legge Fornero e assicurando un risparmio stabile per le casse pubbliche. La seconda prevede un adeguamento parziale, cioè un aumento di un solo mese: una soluzione simbolica, ma che consentirebbe comunque un alleggerimento dei costi. La terza, conosciuta come ipotesi Durigon, introdurrebbe la possibilità di utilizzare il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) per raggiungere la soglia contributiva minima necessaria alla pensione, mantenendo così l’età attuale di uscita dal lavoro.
Il nodo delle risorse: 3 miliardi nel 2027 e 4 nel 2028
Rimandare l’aumento dell’età pensionabile non sarebbe gratuito. Se il Governo decidesse di sospendere l’adeguamento previsto, dovrebbe trovare almeno 3 miliardi di euro nel 2027 e 4 miliardi nel 2028. In un contesto (almeno quello del 2025) di crescita economica stagnante, con una crescita del PIL vicina allo zero e l’aumento della spesa militare richiesta dalla NATO, reperire tali fondi appare complesso.

Vaccariello sottolinea che la legge di bilancio attualmente in discussione non prevede alcuna voce specifica per coprire questo mancato risparmio. Ciò significa che, almeno per il 2025, non se ne parlerà. Probabilmente tutto verrà rinviato all'autunno del 2026. E a quel punto, il Governo non potrà più rimandare: dovrà scegliere se rispettare la legge o assumersi la responsabilità di modificarla a ridosso delle elezioni.
Chi sarà davvero interessato dall’aumento
Va precisato che la regola dell’adeguamento non riguarderà chi compirà 67 anni nel 2027. Questi lavoratori potranno andare in pensione secondo le regole attuali. Il cambiamento toccherà invece chi raggiungerà tale età nel 2028, e quindi maturerà il diritto alla pensione con i nuovi requisiti. Questo dettaglio tecnico, spesso trascurato, spiega perché il tema stia diventando politico: il Governo avrà davanti a sé l’alternativa tra difendere la promessa elettorale o tutelare la tenuta dei conti pubblici.
Uno scenario di equilibrio fragile
Alla fine, anche lo stesso Vaccariello ha riconosciuto che la Legge Fornero, pur contestata, ha permesso finora al sistema pensionistico italiano di rimanere in piedi. Tuttavia, il 2027 segnerà un punto di svolta. O il Governo troverà 7 miliardi di euro per rinviare di tre anni l’aumento dell’età pensionabile, oppure dovrà spiegare agli elettori che l’odiata Fornero resta l’unico argine contro l’esplosione della spesa previdenziale.
Il rischio, secondo l’economista, è che la politica tenti ancora una volta di guadagnare consenso immediato rinviando riforme inevitabili. Ma in un Paese in cui le nuove generazioni sono sempre meno numerose e il debito pubblico sempre più pesante, ogni rinvio potrebbe trasformarsi in una bomba a orologeria per i conti dello Stato.
@angelovaccariello Si allunga ancora l’età pensionabile? #economia #pensione #salario #governo #soldi ♬ suono originale - Angelo Vaccariello
