Su RaiPlay c'è un film che ricorda Emily in Paris: un amore fantastico ambientato nella capitale francese.
“Assaporando Parigi” è una commedia romantica del 2024 che ha conquistato il pubblico di RaiPlay con la sua atmosfera leggera e sognante. È uno di quei film che riescono a trasportare lo spettatore in un mondo fatto di sogni, profumi e sapori, dove la capitale francese diventa un rifugio per l’anima e un trampolino per ricominciare. La storia ricorda da vicino “Emily in Paris”, la serie di Netflix diventata fenomeno mondiale, e non è un caso: entrambe raccontano la magia di Parigi attraverso gli occhi di una giovane donna americana in cerca di sé stessa.
Il film che devi vedere se hai amato Emily in Paris: impossibile non amarlo
La protagonista è Ella Weber, interpretata da Bethany Joy Lenz, conosciuta dal pubblico per il suo carisma e la capacità di rendere i personaggi autentici e pieni di sfumature. Ella è una manager americana che vive un momento di crisi profonda. Dopo aver perso una promozione importante e dopo anni trascorsi a inseguire obiettivi imposti dagli altri, decide di lasciare tutto. Compra un biglietto di sola andata per Parigi, spinta dal ricordo di un viaggio d’infanzia e dal sapore indimenticabile di un formaggio Comté. È proprio quel dettaglio, semplice ma evocativo, a segnare l’inizio di una rinascita personale.

Appena arrivata nella Ville Lumière, Ella affitta una stanza da Clotilde, interpretata con ironia da Manon Azem, una donna eccentrica e solare che diventerà la sua prima amica parigina. Clotilde la convince a restare, a lasciarsi andare e a vivere la città giorno per giorno. Così Ella inizia a esplorare mercati colorati, bistrot accoglienti e quartieri pieni di vita, ritrovandosi immersa in un’atmosfera che solo Parigi sa regalare.
Tra un assaggio e l’altro, incontra Gaston Aubergel (Ben Wiggins), un affascinante critico gastronomico dal sorriso disarmante e dalla reputazione da playboy. Con lui nasce una relazione fatta di chimica immediata e di complicità, ma anche di dubbi. L’arrivo di Serge Pelerin (Stanley Weber), ex avvocato che ha scelto di cambiare vita per aprire una rinomata fromagerie, sconvolge però tutti gli equilibri. Serge è l’opposto di Gaston: burbero, riflessivo, ma profondamente sincero. Ed è accanto a lui, tra degustazioni e chiacchierate sul senso della felicità, che Ella inizia davvero a capire cosa vuole dalla vita.
Perché vale la pena vederlo
“Assaporando Parigi” si muove su binari che ricordano molto da vicino quelli di “Emily in Paris”. Le due protagoniste, Ella e Emily, sono americane che arrivano a Parigi con il bisogno di ritrovarsi. Entrambe devono imparare a conoscere un nuovo mondo, con i suoi ritmi, i suoi sapori e le sue contraddizioni. Le difficoltà linguistiche, le differenze culturali e le piccole incomprensioni diventano parte del fascino della storia. C’è lo stesso sguardo curioso verso la città, lo stesso entusiasmo per la scoperta e la stessa voglia di libertà.
Parigi, in questo film come nella serie Netflix, non è solo un’ambientazione, ma un vero personaggio. Le sue strade lastricate, i caffè all’aperto, i mercati e i ponti sulla Senna creano un contesto visivo e narrativo irresistibile. È una città che fa da cornice all’amore, ma anche alla rinascita, al cambiamento e alla consapevolezza. Ogni luogo diventa un simbolo di crescita, ogni incontro un’occasione per mettere in discussione le proprie certezze.
La grande forza del film è proprio la capacità di fondere commedia, romanticismo e passione per la cucina in modo naturale. Il cibo non è solo un elemento di contorno, ma il filo conduttore che accompagna la protagonista nel suo viaggio interiore. Attraverso i formaggi, i sapori e le ricette locali, Ella riscopre il piacere delle cose semplici e autentiche. È una metafora perfetta: come un piatto preparato con amore, anche la vita va assaporata, lentamente, senza fretta.
Il ritmo è frizzante, con dialoghi vivaci e un tono che alterna leggerezza e riflessione. Si ride, ci si emoziona e ci si riconosce nelle insicurezze della protagonista. Ogni personaggio secondario porta un tocco di colore, contribuendo a costruire un mosaico umano credibile e affascinante.
