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Ad Amsterdam non mancano le sorprese, ma questa batte quasi tutte: una casa larga appena 2 metri e 2 centimetri. È considerata la casa più piccola di Amsterdam e, a differenza del passato, oggi è aperta a chiunque voglia scoprirla. La travel content creator Somi Lynda, conosciuta online come driplist, l’ha visitata di recente e ha condiviso la sua esperienza, rivelando un luogo minuscolo ma pieno di fascino.
“Sono sei bottiglie di vino messe in fila”, scherza Somi nel suo video, per rendere l’idea delle dimensioni. In effetti, basta che una persona molto alta si stenda di lato per occupare quasi tutta la larghezza della casa. Eppure, dietro quella facciata strettissima, si nasconde un pezzo importante della storia urbana olandese.
Una storia lunga quasi tre secoli
La prima persona ad abitare in quella casa ci entrò nel 1742. Era un orologiaio, uno dei tanti artigiani che in quell’epoca popolavano i canali della città. Nei decenni successivi la casa passò di mano più volte, ospitando famiglie e lavoratori che si adattarono a spazi davvero minimi. Oggi, però, non è più un’abitazione. Dopo un accurato restauro, è diventata una sala da tè molto apprezzata sia dai turisti sia dagli stessi amsterdammer.

Somi Lynda racconta di aver ordinato una tazza di tè “deliziosa” e di aver visitato anche la sala per le degustazioni al piano superiore. Ma attenzione: trovare posto non è semplice. L’overtourism ha trasformato questo piccolo gioiello in una tappa quasi obbligatoria, e i tavolini del piano superiore vengono prenotati anche con settimane di anticipo. Su Google la trovate come Theewinkel Het Kleinste Huis Amsterdam.
Perché le case di Amsterdam sono così strette
Chi visita Amsterdam lo nota subito: le case sono alte, colorate e spesso incredibilmente strette. Questa caratteristica non nasce dal caso, ma da motivi molto concreti. Tra il XVII e il XVIII secolo le tasse sugli edifici venivano calcolate in base alla larghezza della facciata che si affacciava sul canale. Più la casa era larga, più si pagava. Per risparmiare, gli abitanti iniziarono a costruire abitazioni strette ma sviluppate in altezza, spesso con tre o quattro piani. In questo modo, ogni famiglia poteva avere spazio sufficiente senza spendere una fortuna in imposte.
Anche la conformazione dei lotti contribuì al risultato: lungo i canali lo spazio era limitato e prezioso, quindi si preferiva occupare meno terreno possibile, garantendo però a più edifici la vista sull’acqua. Il risultato è diventato, con il tempo, un simbolo architettonico riconosciuto in tutto il mondo.
Perché molte case appaiono “storte”
Un’altra particolarità che incuriosisce i visitatori sono le case “storte” di Amsterdam. Alcune sembrano piegarsi in avanti, altre di lato, eppure la maggior parte non rischia di cadere. Il terreno su cui poggia la città è paludoso, composto da torba e argilla. Le vecchie abitazioni venivano costruite su pali di legno infissi nel terreno: col passare dei secoli, il contatto con l’acqua o con l’aria ha fatto cedere parte di queste fondamenta, provocando leggere inclinazioni.
In molti casi, però, la pendenza era voluta. In olandese esiste un termine specifico, op de vlucht bouwen, che indica la tecnica di costruire le facciate leggermente inclinate in avanti. Questo serviva a facilitare il sollevamento di merci e mobili tramite carrucole fissate nei sottotetti: una facciata sporgente riduceva il rischio di urtare le finestre durante il trasporto.
In più, l’inclinazione aiutava a far scivolare via l’acqua piovana, proteggendo i solai di legno e mantenendo l’interno più asciutto. Un’idea pratica e ingegnosa, oggi diventata uno dei tratti distintivi della città.
Curiosità e simboli di una città unica
Non è un caso se le case di Amsterdam vengono chiamate “Dancing Houses”, le case danzanti. Le facciate irregolari, le finestre colorate e le linee che sembrano muoversi creano un effetto visivo che affascina i fotografi di tutto il mondo. Alcune abitazioni, come quella al numero 7 di Via Singel o quella in Oude Hoogstraat 22, misurano appena un metro e pochi centimetri di larghezza. All’interno, le scale sono ripide e strette, proprio per compensare la mancanza di spazio orizzontale.
La casa più piccola di Amsterdam rappresenta, in fondo, un simbolo perfetto della città: creativa, adattabile e capace di trasformare un vincolo in un tratto distintivo. Oggi, grazie a chi la visita e la racconta, come Somi Lynda, questo minuscolo edificio continua a scrivere la propria storia, attirando curiosi da ogni parte del mondo.
