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I maxischermi dei cinema sono tra gli elementi più iconici dell’esperienza cinematografica. Eppure, chi si è mai seduto nelle prime file o chi ha avuto la curiosità di osservare lo schermo da vicino, avrà notato qualcosa di curioso: la superficie bianca non è liscia, ma ricoperta di minuscoli buchi perfettamente regolari. Quei piccoli fori, invisibili da lontano ma chiarissimi a pochi centimetri di distanza, nascondono un segreto tecnico che rende possibile la magia del suono al cinema.
Lo schermo microperforato: la tecnologia invisibile dei cinema
Il profilo TikTok @ecam.cine, appartenente a una nota catena di cinema spagnoli, ha mostrato in un video diventato virale un dettaglio che molti ignoravano. “Si chiama schermo microperforato e ce l’hanno tutti i cinema del mondo”, spiega l’autore del filmato. Non si tratta di un difetto di fabbricazione, ma di una precisa scelta tecnologica. Lo schermo microperforato è composto da una fitta rete di fori di diametro inferiore a un millimetro che permettono il passaggio dell’audio senza compromettere la qualità visiva della proiezione.

Dietro a questi maxischermi non si trovano semplicemente pareti vuote o impianti elettrici, ma gli altoparlanti principali del sistema audio. In genere sono tre: sinistro, centrale e destro. La loro posizione non è casuale. Gli ingegneri acustici li collocano proprio dietro lo schermo per un motivo ben preciso: il suono deve provenire dallo stesso punto da cui arriva l’immagine. Quando un personaggio parla al centro dello schermo, la voce deve sembrare provenire esattamente da lì, e non da una cassa laterale o dal soffitto.
Perché i fori migliorano l’audio dei film
Se lo schermo fosse completamente chiuso, l’audio resterebbe in parte bloccato, rimbalzando sulla superficie e generando distorsioni o riflessi indesiderati. I piccoli buchi, invece, lasciano passare le onde sonore in modo controllato. Così, il suono raggiunge il pubblico con la stessa naturalezza con cui è stato registrato. Il risultato è un’esperienza immersiva, in cui ogni parola, esplosione o nota musicale arriva dallo stesso punto visivo dell’azione.
Questo principio fisico è noto come difrazione del suono, ovvero la capacità delle onde sonore di curvarsi attorno a un ostacolo o di propagarsi attraverso piccole aperture. Accade perché la lunghezza d’onda del suono, in particolare delle frequenze più basse, è comparabile alle dimensioni dei fori nello schermo. Le onde, quindi, non vengono interrotte, ma si adattano alla struttura, mantenendo intatta la qualità sonora. È lo stesso fenomeno che ci permette di sentire una voce anche se la persona si trova dietro una porta socchiusa.
Un equilibrio tra immagine e acustica
La sfida per gli ingegneri del suono e i produttori di schermi cinematografici è stata trovare il giusto compromesso tra luminosità e trasparenza acustica. I fori devono essere abbastanza grandi da far passare il suono, ma abbastanza piccoli da non compromettere la proiezione dell’immagine. Le aziende specializzate utilizzano materiali vinilici ad alta riflessione luminosa e dispongono i fori in modo da evitare pattern visibili. Per l’occhio umano, da una distanza di almeno due metri, lo schermo appare completamente uniforme.
Nel corso degli anni, la tecnologia si è evoluta. Oggi esistono schermi microforati con perforazione laser, più precisi e resistenti, capaci di migliorare ulteriormente l’uniformità luminosa e la resa del colore. I cinema IMAX e le sale dotate di sistemi Dolby Atmos utilizzano versioni avanzate di questi schermi per ottenere un audio direzionale e tridimensionale, senza sacrificare la nitidezza dell’immagine.
Molti spettatori non se ne accorgono, ma proprio quei piccoli buchi rappresentano uno degli elementi più importanti dell’esperienza cinematografica moderna. Dietro la loro apparente semplicità si nasconde un principio fisico complesso, applicato con maestria per ottenere la perfezione audiovisiva. Quando la prossima volta ti siederai al cinema e le luci si spegneranno, potrai ricordare che la voce del protagonista arriva a te grazie a migliaia di minuscoli fori invisibili che trasformano uno schermo bianco in una finestra sul mondo del suono. Un dettaglio quasi impercettibile, ma fondamentale: senza quei buchi, il cinema non suonerebbe allo stesso modo.
