Linguista spiega perché l'arabo si scrive da destra a sinistra

La lingua araba è una delle più antiche e affascinanti del mondo. Eppure, per chi è abituato a usare l’alfabeto latino, ha sempre rappresentato un piccolo mistero: perché l’arabo si scrive da destra verso sinistra? A rispondere è stato Rick, content creator spagnolo che gestisce la pagina cronacaslinguistas, dedicata alla linguistica e alle curiosità sulle lingue del mondo. Nel suo ultimo video, Rick ha spiegato con chiarezza le origini storiche e pratiche di questa particolarità, offrendo anche spunti culturali e religiosi che aiutano a comprendere meglio la struttura della scrittura araba.

Le origini pratiche della scrittura araba

Rick ha ricordato che le prime testimonianze di scrittura araba risalgono a quando le parole venivano incise su pietra. I primi arabi utilizzavano martello e scalpello: l’artigiano teneva il martello nella mano destra e lo scalpello nella sinistra. Per questo, procedere da destra verso sinistra risultava più comodo e naturale. Con il passare dei secoli, quella che era nata come una scelta pratica è diventata una convenzione culturale e poi una regola definitiva della lingua scritta.

Una curiosità che sorprende molti è che i numeri arabi — proprio quelli che usiamo anche in Europa — si scrivono al contrario: da sinistra a destra. Questa apparente contraddizione ha radici nella necessità di calcolare e leggere i numeri in modo progressivo, partendo dalle unità più piccole, come accade in altre lingue.

Calligrafia araba e religione: l’arte delle parole

Oltre alle ragioni storiche e pratiche, la direzione della scrittura araba è strettamente connessa al mondo religioso. Nell’Islam sunnita vige il divieto di rappresentare Allah o altri esseri viventi. Per questo motivo, la cultura islamica ha sviluppato una forma d’arte unica: la calligrafia araba. Le parole, spesso tratte dal Corano, diventano decorazione, elemento architettonico e simbolo di fede. Moschee, scuole coraniche e monumenti in tutto il mondo islamico testimoniano questa tradizione millenaria, dove la bellezza della parola scritta sostituisce l’immagine figurativa.

Nella lingua araba, ancor più che nelle altre, si dà enorme importanza alla calligrafia, l'arte di scrivere bene.
Nella lingua araba, ancor più che nelle altre, si dà enorme importanza alla calligrafia, l'arte di scrivere bene.

Le forme geometriche e le simmetrie che caratterizzano l’arte islamica non sono casuali: rappresentano l’armonia del creato e la perfezione divina. L’alfabeto arabo, con le sue curve e le sue linee fluide, si presta perfettamente a questa estetica. È un linguaggio che non solo comunica, ma decora e trasmette spiritualità al contempo.

L’arabo tra diglossia e varietà regionali

Oggi, l’arabo è la quinta lingua più parlata al mondo. Tuttavia, nei Paesi in cui è lingua ufficiale, coesistono diverse forme linguistiche. È il fenomeno della diglossia, termine che indica la presenza di più varietà della stessa lingua utilizzate in contesti differenti.

Esistono tre principali varietà di arabo: l’arabo dialettale, parlato nella vita quotidiana; l’arabo classico o fusha, riservato ai testi religiosi, filosofici e giuridici; e l’arabo moderno standard, impiegato nei mezzi di comunicazione e nelle scuole. Ogni Paese possiede poi il proprio dialetto, che può variare anche radicalmente da regione a regione. I linguisti distinguono due macroaree: il blocco occidentale (Nord Africa) e quello orientale (Medio Oriente). Comprendersi tra marocchini e iracheni, ad esempio, può risultare difficile senza ricorrere alla forma standard.

Lingue imparentate e influenze reciproche

La scrittura araba ha influenzato anche altre lingue. Fino agli anni Venti del Novecento, il turco si scriveva con caratteri arabi, mentre oggi utilizza l’alfabeto latino. Il maltese, invece, è l’unica lingua semitica che impiega l’alfabeto latino. Pur essendo strettamente imparentato con l’arabo, ha subito nel tempo forti influenze inglesi e italiane, soprattutto siciliane, a causa della storia coloniale e della posizione geografica dell’isola nel mezzo del Mediterraneo.

L’arabo ha lasciato tracce profonde anche nel lessico di molte lingue europee. Lo spagnolo ne conserva oltre 4000, ma anche l’italiano ne ha accolte diverse: zucchero, caffè, limone, algebra, alcol, chitarra, zero sono una piccolissima parte dell'elenco. Ogni parola racconta un capitolo della lunga storia dei contatti tra il mondo arabo e il Mediterraneo, fatta di commerci, conquiste e scambi culturali.

Una lingua viva tra passato e futuro

La lingua araba continua a evolversi. L’uso crescente di Internet, dei social media e dei contenuti digitali in arabo moderno standard ha contribuito a ridurre le distanze tra le diverse varietà. Tuttavia, la ricchezza dei dialetti e la profondità storica della scrittura araba restano il segno distintivo di una cultura che ha saputo fondere tradizione, fede e linguaggio in un equilibrio unico.

Scrivere da destra a sinistra, dunque, non è soltanto una questione di abitudine o di storia. È il riflesso di una civiltà che ha trasformato la parola in arte, la lingua in identità e la scrittura in uno specchio della propria visione del mondo.

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