Mongolia, turista entra in un Carrefour e mostra i prezzi del cibo nel 2025

Christian Grossi, content creator statunitense di origini argentine, ha deciso di mostrare ai suoi follower un lato insolito della Mongolia moderna. Durante un viaggio a Ulan Bator, ha visitato un punto vendita Carrefour, documentando in un video diventato virale i prezzi del cibo e delle bevande nel 2025. Il contenuto, pubblicato sui social, ha suscitato grande curiosità perché rivela una realtà economica sorprendente: i prodotti locali costano pochissimo rispetto agli standard europei, mentre quelli importati hanno prezzi molto simili a quelli italiani o statunitensi.

Prezzi bassissimi per i prodotti locali

Grossi comincia la sua esplorazione tra gli scaffali notando subito un KitKat al caramello salato venduto a 7420 Tögrög, equivalenti a circa 1,80 euro. Poco dopo, mostra una bevanda curiosa, la Cola Water, con un’estetica simile alla Coca-Cola (ma l'etichetta bianca), seppur prodotta da un’azienda diversa: costa circa 80 centesimi di euro e viene pubblicizzata come antiossidante e senza zucchero.

La sezione dedicata alle bevande energetiche è un piccolo mondo a parte. In Mongolia si trova la Red Bull asiatica, non frizzante e con gusti particolari, come quello al caffè, venduta a 3500 Tögrög, cioè circa 84 centesimi. La versione occidentale, invece, si trova comunque ma a un prezzo più alto, 5500 Tögrög (1,30 euro). A colpire molti utenti è stata anche la Pepsi Zero al gusto Mojito, venduta a 3800 Tögrög, pari a 90 centesimi.

Il confronto tra prodotti locali e importati

Il video di Grossi non si limita a un tour superficiale. Mostra chiaramente come i prodotti locali mongoli siano estremamente economici, mentre gli importati restino su livelli di prezzo simili a quelli italiani. Ad esempio, i gelati sfusi costano appena 27 centesimi: uno all’ananas e crema o uno ricoperto di cioccolato con ripieno di vaniglia. Un costo simbolico se paragonato ai prezzi europei, dove raramente scendono sotto 1€ se comprati nelle confezioni da 6 in supermercato.

Queste torte fatte in casa costano poco più di 2 euro
Queste torte fatte in casa costano poco più di 2 euro

Ancora più interessanti sono le specialità locali da forno: un rustico con uvetta viene venduto a circa 80 centesimi, mentre quelli ripieni di formaggio o carne si aggirano intorno ai 90 centesimi. Il paragone diventa più netto se si osservano i prodotti importati. Le patatine Lay’s al gusto aragosta, ad esempio, costano 2,30 euro per una busta da 150 grammi: un prezzo alto per il potere d’acquisto medio mongolo, considerato che il salario medio si aggira intorno ai 733 dollari, circa 650 euro al mese.

Uno sguardo alla vita quotidiana in Mongolia

Nei commenti, molti ricordano che la “persona media” in Mongolia non fa la spesa abitualmente nei supermercati internazionali, ma preferisce i mercati tradizionali o i negozi di quartiere. Lì i controlli qualità sono inferiori, ma i prezzi risultano molto più bassi. Questo spiega perché Carrefour, pur presente nel Paese, resti un punto di riferimento per una fascia di popolazione più urbanizzata e con redditi medio-alti, oltre che per i turisti.

In molti paesi in via di sviluppo, la struttura dei consumi segue questo schema: supermercati per le classi medio-alte e mercati popolari per la maggioranza. La Mongolia non fa eccezione. Un dolce refrigerato come una mini torta venduta in vaschetta, che ricorda un semifreddo, costa 5400 Tögrög, ossia 1,29 euro. Per un visitatore occidentale è un prezzo irrisorio, ma per molti cittadini locali rappresenta un piccolo lusso.

Il cibo pronto e le curiosità dal reparto gastronomia

La parte finale del video mostra il reparto gastronomia. Grossi inquadra un pollo allo spiedo in busta, un prodotto tipicamente occidentale e molto popolare nei paesi anglosassoni, venduto a 29000 Tögrög, pari a circa 7 euro. Ancor più accessibile è una porzione di cosciotto di pollo con patate, proposta a 19000 Tögrög, ovvero 4,50 euro.

I prezzi non sembrano alti dal mio punto di vista”, commenta Grossi, “poi penso che lo stipendio medio qui è di 650 euro al mese e capisco che alcuni prodotti, in realtà, per la gente del posto sono cari”. Le sue parole offrono una riflessione lucida sulla disuguaglianza dei poteri d’acquisto e sulle differenze di percezione del valore economico tra i vari paesi.

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