Sutera, uno dei borghi più belli d’Italia nel cuore della Sicilia, tra i colori caldi dell’autunno, vicoli arabi e panorami sulla Valle dei Platani.
C’è un luogo in Sicilia dove il tempo sembra essersi fermato, un piccolo borgo incastonato tra le colline del centro dell’isola, che in autunno si riempie di silenzi dorati, profumo di mosto e colori antichi. Si chiama Sutera, e chi ci arriva per la prima volta ha la sensazione di essere entrato in un dipinto, di quelli in cui ogni pennellata racconta una storia di fede, di pietra e di vento.
Sutera è uno dei borghi più belli d’Italia, e basta alzare lo sguardo per capirne il motivo. Il paese sorge attorno al Monte San Paolino, una roccia maestosa che sembra vegliare sui tetti in pietra e sulle stradine acciottolate. In cima, domina il Santuario di San Paolino, meta di pellegrinaggi e simbolo spirituale di questa terra. Da lassù, la vista si apre su tutta la Valle dei Platani, un panorama che nei mesi autunnali diventa un mosaico di ocra, ruggine e verde oliva, una sinfonia di luce che solo la Sicilia sa offrire.
Un intreccio di vicoli e memorie da esplorare
Passeggiare a Sutera significa lasciarsi alle spalle la frenesia del mondo moderno. Il centro storico, abitato oggi da poco più di duecento anime, è un dedalo di vicoli stretti, archi e gradini che sembrano arrampicarsi sul monte. Ogni angolo nasconde chiese antiche, balconi fioriti e portali scolpiti, testimonianze di un passato in cui arabi, normanni e spagnoli hanno lasciato la loro impronta.

Il cuore autentico del borgo è il Rabato, il quartiere più antico, fondato dagli arabi intorno all’anno 860 d.C. Qui il tempo davvero si ferma: le case, piccole e addossate l’una all’altra, raccontano la vita semplice e ingegnosa dei suoi abitanti. Le pietre, consumate dai secoli, custodiscono ancora il profumo del pane cotto nei forni di casa e il suono delle voci che si rincorrono nei cortili. In autunno, il Rabato si tinge di una malinconia dolce, e passeggiare tra le sue stradine strette diventa un’esperienza quasi mistica.
Il fascino delle tradizioni e il calore dell’autunno
Ma Sutera non è solo pietra e memoria. È un luogo che vive di tradizioni, e una delle più suggestive è quella del Presepe Vivente, che ogni anno nel periodo natalizio trasforma il Rabato in un teatro a cielo aperto. Più di centocinquanta attori animano il borgo, rievocando la vita contadina di un tempo: i mestieri antichi, le botteghe, il ritmo lento di una civiltà che non esiste più ma che qui, per qualche giorno, torna a respirare.
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Visitare Sutera in autunno significa scoprire una Sicilia diversa, lontana dalle spiagge e dalle folle estive. È un viaggio nell’intimità dell’isola, tra colline dorate e cieli limpidi, tra i profumi della vendemmia e il calore discreto delle case di pietra. È il momento in cui il borgo rivela la sua anima più autentica, fatta di accoglienza, di silenzio e di bellezza pura.
Sedersi in una piccola osteria, davanti a un bicchiere di vino locale e a un piatto di pasta con le erbe di stagione, mentre fuori cala la sera e il vento porta con sé il profumo del monte, è un’esperienza che resta nel cuore. Sutera in autunno è un segreto che si svela piano, con grazia e poesia.
