Candidato agli Oscar: stasera in tv una storia (vera) di sopravvivenza oltre ogni limite

Stasera in tv c'è un film di sopravvivenza: racconta l’incredibile storia vera di di Aron Ralston, con un colpo di scena dietro l'altro.

Ci sono film che non si dimenticano perché raccontano storie vere capaci di lasciare un segno profondo. 127 ore è uno di questi. Diretto da Danny Boyle, il regista premio Oscar di The Millionaire, il film ripercorre l’esperienza reale e drammatica vissuta da Aron Ralston, un giovane alpinista americano di 26 anni che, nel 2003, visse una delle avventure più estreme mai documentate. Una vicenda di solitudine, resistenza e rinascita che scuote lo spettatore e lo costringe a guardarsi dentro.

Stasera in tv, l'incredibile storia vera di un alpinista: un colpo di scena dietro l'altro

Il film va in onda stasera, 20 ottobre 2025, su Rai 4, intorno alle ore 21.10. Ralston parte per una delle sue solite escursioni, questa volta nel maestoso e spietato scenario del Blue John Canyon, nello Utah. È un paesaggio mozzafiato, fatto di gole profonde, rocce arancioni e silenzio assoluto. Proprio quel silenzio si trasforma presto in un incubo. Durante la discesa in un crepaccio, un masso si stacca e gli blocca il braccio destro contro la parete di roccia. Da quel momento inizia una lotta disperata contro il tempo e contro la natura.

Senza poter chiedere aiuto, con scarse risorse di cibo e acqua, Aron capisce presto di essere completamente solo. Nessuno sa dove si trova, non ha lasciato detto a nessuno la sua destinazione. Il film, interpretato magistralmente da James Franco, riesce a rendere con potenza ogni istante di quell’isolamento: la sete che diventa insopportabile, il freddo notturno, il caldo del giorno, il peso del silenzio. Ma soprattutto la forza della mente che cerca di non cedere alla disperazione.

scena 127 ore
Una scena del film in onda stasera in tv

Boyle sceglie una regia intensa, che mescola momenti di sogno e allucinazione con immagini crude e reali. L’occhio della macchina da presa resta spesso fisso sul volto di James Franco, trasformando l’attore nell’unico vero protagonista di un film che si svolge quasi interamente dentro un crepaccio. È una sfida cinematografica difficile, ma il risultato è straordinario: lo spettatore vive ogni respiro, ogni pensiero, ogni gesto di Ralston come se fosse il proprio.

Nel corso dei giorni, la situazione diventa sempre più drammatica. L’acqua finisce, la forza diminuisce, e l’unica via di salvezza sembra impossibile. Ma quando tutto sembra perduto, Aron compie l’atto più estremo e disperato: si amputa il braccio per liberarsi. Una scena durissima, ma raccontata con grande sensibilità e rispetto. Boyle non punta sul sensazionalismo, ma sulla potenza umana di quel gesto. È la scelta di vivere, di non arrendersi, di credere che anche in mezzo al deserto la speranza possa ancora vincere.

Perché vale la pena vederlo

Dopo l’amputazione, Aron riesce miracolosamente a uscire dal canyon e a incontrare dei turisti che danno l’allarme. Sarà salvato e portato in ospedale, ma quella ferita fisica diventa anche simbolo di rinascita. Nel finale del film, Ralston torna a raccontare la propria esperienza con una consapevolezza nuova: ha perso un braccio, ma ha trovato un senso più profondo alla vita. 127 ore non è solo un film di sopravvivenza. È un racconto sull’essenza stessa dell’essere umano, sulla forza mentale che può spingerci oltre ogni limite.

James Franco, nominato all’Oscar per questa interpretazione, regala una performance intensa e autentica, capace di trasmettere l’angoscia, la paura e la speranza che convivono in ogni secondo della storia. Il film è tratto dal libro autobiografico di Ralston, Between a Rock and a Hard Place, che raccoglie i suoi pensieri, i suoi rimpianti e la sua voglia di vivere. Boyle trasforma quelle pagine in immagini potenti, alternando il ritmo serrato del montaggio alle pause di riflessione interiore. È un viaggio dentro la mente di un uomo che affronta la morte per riscoprire la vita.

La colonna sonora, firmata da A. R. Rahman, contribuisce a creare un’atmosfera intensa e coinvolgente, amplificando l’emozione di ogni scena. Ogni suono, ogni respiro, ogni battito diventa parte del racconto. 127 ore resta uno dei film più emozionanti e toccanti degli ultimi anni, capace di far riflettere su quanto sia fragile e al tempo stesso straordinaria la vita. Una storia vera che diventa una lezione di coraggio, determinazione e speranza. Dopo averlo visto, è impossibile non chiedersi cosa saremmo disposti a fare noi per sopravvivere.

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