Ieri sera è andata in onda la nuova fiction di Rai 1, Noi del Rione Sanità, ma dove abbiamo già visto Asprinio? In una serie Netflix che vi lascerà senza lacrime.
Vincenzo Nemolato è uno di quegli attori che non si dimenticano facilmente. Lo abbiamo rivisto ieri sera nella fiction Rai Noi del Rione Sanità, dove ha dato vita al personaggio di Asprinio, un eterno ragazzo dall’animo puro. In lui si racchiude il cuore più autentico del rione, quello fatto di umanità, fragilità e legami sinceri. Il suo rapporto con Don Giuseppe è la dimostrazione di quanto, anche nel dolore e nella povertà, si possa trovare solidarietà vera.
Una prova attoriale delicata e intensa, capace di restituire la forza dei sentimenti senza bisogno di troppe parole. Nemolato ha una capacità rara: riesce a far parlare il silenzio. Non serve che pronunci frasi memorabili, basta uno sguardo per raccontare mondi. Non a caso, questa sensibilità si era già vista in un’altra sua interpretazione che ha commosso milioni di spettatori, stavolta su Netflix, nella serie Tutto chiede salvezza.
Noi del Rione Sanità, Asprinio è anche in una serie Netflix: vi commuoverà
Tutto chiede salvezza è basata sul romanzo autobiografico di Daniele Mencarelli, vincitore del Premio Strega Giovani nel 2020. La serie racconta la storia di Daniele Cenni (Federico Cesari), un ventenne che dopo una crisi psicotica viene sottoposto a un TSO, il Trattamento Sanitario Obbligatorio, e costretto a una settimana di ricovero in un reparto psichiatrico. Lì scopre un mondo popolato da anime ferite, uomini e donne che vivono ai margini della realtà ma che custodiscono un’umanità sconfinata. Tra loro c’è Madonnina, il personaggio interpretato proprio da Vincenzo Nemolato.

Un uomo di circa trent’anni, quasi muto, che vive sospeso tra fede e follia. Pronuncia una sola frase, diventata un simbolo della serie: “Maria, ho perso l’anima, aiutami Madonnina mia”. Poche parole che raccontano tutta la sua disperazione e la sua ricerca di redenzione. Madonnina è un personaggio che resta impresso. Nessuno sa da dove venga o perché sia finito lì, ma la sua presenza parla più di mille storie. È attratto dal fuoco, quasi come se volesse bruciare il dolore che lo abita. Quella fiamma diventa un simbolo: il fuoco che distrugge ma anche purifica, che illumina ma consuma. È l’immagine stessa del tormento interiore.
Un'interpretazione che resta nell'anima
Nemolato gli dà corpo e anima, costruendo un personaggio fragile e potentissimo insieme. La sua interpretazione è fatta di gesti minimi, sguardi persi nel vuoto e improvvisi lampi di lucidità che commuovono. Dentro Tutto chiede salvezza, Madonnina rappresenta la purezza della follia, la parte del dolore che non si riesce a spiegare ma solo ad accogliere. È il simbolo di una salvezza che non passa per la ragione, ma per l’amore e la compassione.
È proprio nel rapporto con Daniele che questo emerge in tutta la sua forza. L’incontro tra i due diventa una metafora della vita: chi soffre insegna più di chi crede di essere sano. Attraverso Madonnina, il protagonista impara a guardare la fragilità come una forma di verità, a non aver paura di sentire, a trovare la luce anche nella disperazione. Non stupisce che l'attore, grazie a interpretazioni come questa, sia stato premiato con il prestigioso Premio Ubu come miglior attore under 30. Un riconoscimento che conferma il suo talento, già evidente in teatro e ora sempre più apprezzato anche sullo schermo. La sua recitazione è fatta di autenticità: non interpreta, vive.
In Noi del Rione Sanità e in Tutto chiede salvezza, Vincenzo Nemolato porta avanti un filo comune: la rappresentazione di un’umanità dolente ma viva, ferita ma capace di amare. Asprinio e Madonnina sono due volti diversi della stessa sensibilità, due anime che cercano salvezza nella semplicità dei gesti e nella verità dei sentimenti. Il pubblico lo ha capito. Chi lo ha visto ieri sera su Rai 1 non potrà dimenticarlo facilmente. Un attore, insomma, che sa arrivare dritto al cuore, senza bisogno di effetti speciali. Le sue interpretazioni restano, proprio perché nascono da una verità profonda: quella di un artista che sa trasformare la fragilità in forza, e il dolore in poesia.
