In Svezia c'è il Museo dei cibi disgustosi: quanto si paga e cosa si fa all'interno

Nel cuore di Malmö, in Svezia, esiste un luogo che ha fatto parlare il mondo intero: il Disgusting Food Museum. Un’esperienza sensoriale estrema, un viaggio tra culture gastronomiche lontane e sapori che mettono alla prova anche i palati più coraggiosi. Fondato nel 2018 dai californiani Samuel West e Andreas Ahrens, il museo è diventato un’icona del turismo esperienziale, attirando ogni anno migliaia di curiosi pronti a sfidare i propri limiti alimentari.

Dove si trova il Disgusting Food Museum e quanto costa il biglietto

Il Museo dei cibi disgustosi si trova al numero 2 di Södra Förstadsgatan, a pochi minuti a piedi dal Moderna Museet Malmö. È facilmente raggiungibile anche dai principali punti della città. L’ingresso costa circa 195 corone svedesi (circa 17 euro), con riduzioni previste per bambini e pensionati. La particolarità? Il biglietto d’ingresso è anche una busta per il vomito, fornita con ironia agli ospiti che potrebbero non reggere alcune delle degustazioni più estreme.

Il museo è pensato non solo per chi cerca esperienze insolite, ma anche per riflettere su cosa venga percepito come “disgustoso” in base alla cultura di appartenenza. Non a caso, più dell’80% della popolazione svedese parla fluentemente inglese, e l’insegna è proprio in questa lingua: un dettaglio che conferma la vocazione turistica internazionale della struttura.

Oltre 80 cibi da tutto il mondo, tra esposizioni e degustazioni

All’interno del museo, i visitatori trovano oltre 80 alimenti provenienti da ogni angolo del pianeta. Alcuni sono solo esposti, altri possono essere annusati o persino assaggiati al “degustation bar”. Di solito, tra i 15 e i 20 piatti vengono selezionati ogni giorno per la degustazione, in base alla disponibilità stagionale e alle norme sanitarie.

Il content creator Gus1thego ha recentemente raccontato la sua esperienza nel museo, mostrando alcune delle specialità più bizzarre. Tra queste, la zuppa con occhi di capra dalla Mongolia, i vermi Mopane dello Zimbabwe, la zuppa di pipistrello di Palau, la testa di capra iraniana e le teste di coniglio piccanti dalla Cina. Non mancano il famigerato durian — il frutto più puzzolente al mondo, proveniente dall’Indonesia — e la tarantola fritta cambogiana.

La zuppa con occhi di capra dalla Mongolia è uno dei cibi più particolari che si trovano esposti al museo.
La zuppa con occhi di capra dalla Mongolia è uno dei cibi più particolari che si trovano esposti al museo.

Tra i piatti europei più noti figura anche il surströmming, l’aringa fermentata svedese dal profumo intenso, tanto da meritarsi nel museo un poster ironico con la scritta “Surströmming, il sushi dei vichinghi”, che Gus ha vinto dopo alcuni giri alla 'Ruota della fortuna'.

Il “gioco della ruota” e le esperienze interattive

Una delle attività più popolari del Disgusting Food Museum è il “gioco della ruota”. I visitatori la girano e scoprono quale sfida li attende: un assaggio di insetti, una bevanda gratuita, un 10% di sconto sul merchandising o — per i più sfortunati — un morso della liquirizia più salata al mondo o dei peperoncini più piccanti esistenti.

Oltre alla ruota, c’è un’area fotografica dove immortalare le reazioni più estreme, e una lavagna che segna il numero di visitatori che, incapaci di reggere l’esperienza, hanno effettivamente vomitato. Tutto viene gestito con leggerezza e umorismo, senza mai superare i limiti della sicurezza alimentare. Gli assaggi sono infatti controllati, igienici e totalmente commestibili, anche se spesso sfidano ogni logica gastronomica.

Un museo che fa riflettere sul concetto di “disgusto”

Il Disgusting Food Museum di Malmö non vuole solo divertire: invita a riflettere su come le abitudini alimentari siano profondamente influenzate dalla cultura. Quello che in un Paese appare inaccettabile, in un altro può essere una prelibatezza o una tradizione millenaria. Il museo, attraverso l’ironia, educa al rispetto delle differenze e alla sostenibilità alimentare, mostrando come l’essere umano possa abituarsi a quasi tutto.

Dalla sua apertura, la sede di Malmö ha ispirato l’apertura di versioni temporanee anche a Berlino e Bordeaux, ma quella svedese resta la principale e la più visitata. Chi vi è entrato racconta di aver riso, tremato, e soprattutto di aver imparato qualcosa di nuovo su sé stesso e sul mondo.

Chiunque decida di visitarlo porterà a casa non solo il biglietto-ricordo, ma anche una consapevolezza più profonda su come il concetto di “disgusto” sia relativo. A Malmö, tra risate, odori forti e sfide di coraggio, il cibo diventa un linguaggio universale capace di unire anche quando, all’apparenza, sembra dividere.

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