Va in Norvegia e prova i cibi locali più strani: caviale in tubetto e non solo

Il content creator canadese Daniel MacKinnon ha scelto uno dei luoghi più surreali del Nord Europa per il suo nuovo video: le isole Lofoten, arcipelago norvegese incastonato oltre il Circolo Polare Artico, famoso per i picchi aguzzi, i villaggi rossi dei pescatori e per una cultura gastronomica modellata da secoli di pesca d’altura. Questo angolo remoto si affaccia sul Mare di Norvegia, a nord-ovest di Bodø, ed è diventato negli ultimi anni un magnete sia per documentaristi che per esploratori culinari. Qui vengono ancora essiccati all’aperto interi stoccafissi, e ingredienti come il caviale in tubetto sono considerati normalità quotidiana, non bizzarrie da TikTok.

Caviale in tubetto: esperienza al limite tra dentifricio e cracker

MacKinnon inizia dalle basi, cioè dallo snack più iconico della dispensa norvegese: il caviale cremoso confezionato in tubetto, identico nell’aspetto a un dentifricio rosa salmone. L’impatto visivo lo spiazza immediatamente. «Wow, sembra carne macinata al sapore di pesce» commenta, stringendo gli occhi mentre lo osserva uscire dal beccuccio. La consistenza è densa, leggermente granulosa. Al primo assaggio puro resta titubante. Poi lo spalma su un cracker croccante — il modo in cui la maggior parte dei norvegesi lo consuma a colazione — e la percezione cambia di colpo: «Molto meglio così». Il sapore intenso del pesce affumicato, bilanciato dalla nota dolce del pane tostato, risulta improvvisamente sensato.

Bistecca di balena: tradizione locale, sorprendente per un occidentale

In seguito entra in un ristorante delle Lofoten e ordina una bistecca di balena d’asporto. In quasi tutto l’Occidente questo prodotto è bandito o fortemente limitato; in Norvegia invece la caccia è ancora autorizzata limitatamente specie dichiarate al 100% fuori da ogni rischio di estinzione. «L’ho vista ovunque, nei ristoranti e perfino nei minimarket di paese. Dovevo provarla. L'aspetto è quello di una bistecca spessa come tante» racconta.

La carne di balena è molto consumata in Norvegia, specialmente nel Nord del paese.
La carne di balena è molto consumata in Norvegia, specialmente nel Nord del paese.

La mastica a lungo, aggrottando la fronte: «Mmmh, difficile da masticare. Non è poi così buona. Amo le bistecche, quindi a questa do un 2 su 10». La carne non risulta succosa, piuttosto ferruginosa e compatta — somiglia a un taglio bovino molto magro, ma asciutto.

Torrfisk: le micidiali chips di pesce essiccato all’aria

Terzo assaggio: il torrfisk, cioè stoccafisso essiccato intero all’aperto, poi ridotto a chips croccanti. Alle Lofoten lo si vede ovunque appeso su grandi impalcature di legno (“hjell”), sospeso per settimane nell’aria oceanica gelida. Queste chips tradizionali non sono fritte né aromatizzate — pura concentrazione di merluzzo. MacKinnon stacca un pezzo e lo morde con esitazione. «Wow, è secchissimo» esclama, mentre deglutisce con fatica. L’odore è pungente, marcatissimo. «E ha anche un odore non bello». Lo snack, teoricamente perfetto come fonte proteica da viaggio, si rivela impegnativo senza abbondante acqua a fianco e in generale non è profumato come un limone della Costiera Amalfitana.

Hamburger di cervo: finalmente un piatto convincente

L’ultimo esperimento ha un esito completamente diverso. «Guidando ho visto più di un cervo. Devo provare un hamburger» dice, intuendo quanto la cacciagione sia radicata nella tradizione norvegese. Il panino arriva ben condito, profumo invitante. Morde e sorride. «È buono. Il mio voto è 8 su 10». La carne è saporita ma non aggressiva, delicatamente selvatica, più morbida di una bistecca bovina e decisamente più elegante rispetto alla balena.

Un finale che risolleva l’intera esperienza e che racconta quanto la cucina locale, lontana dai filtri turistici, sia fatta di forti contrasti: dal tubetto industriale agli animali allevati allo stato brado. Il viaggio gastronomico di MacKinnon nelle Lofoten, insomma, non premia ogni piatto, ma testimonia una cultura culinaria radicalmente legata al territorio artico e ai suoi ritmi.

Lascia un commento