Lo spagnolo Jesús Sánchez, noto su Instagram come jesusansal, vive nei Paesi Bassi e ha messo alla prova una classica tavola calda locale. Ha ordinato quattro snack “da banco” molto popolari e li ha valutati senza filtri. Risultato? Tanto fritto, parecchia curiosità, giudizi sinceri, non propriamente entusiasti. E un conto finale di 14€.

Chi è jesusansal e perché la sua recensione sulla gastronomia olandese interessa

Jesús Sánchez racconta da tempo la vita quotidiana nei Paesi Bassi. Pubblica reel e storie con toni diretti, e in questo caso entra in uno snackbar, il locale tipico in cui gli olandesi – studenti, lavoratori, famiglie – fanno uno spuntino veloce. Non veste i panni del nutrizionista, né dell’esperto di cucina d’autore: interpreta il cliente comune non cresciuto nei Paesi Basi, che paga, assaggia e commenta. Chi lo segue lo conosce per i giudizi rapidi e per l’ironia; chi non lo conosce trova comunque utile sapere cosa si trova davvero dietro il bancone quando si parla di street food olandese.

Nel video Jesus spiega che aveva già assaggiato alcuni di questi prodotti negli anni precedenti. Torna comunque allo snack bar e li ordina di nuovo, proprio per verificarne sapori, consistenze e rapporto qualità/prezzo. Non lesina dettagli, usa le salse “di casa” come senape e maionese e mantiene la barra dritta: quando qualcosa non convince, lo dice.

Primo giro: “Messicano” e panzerotto al formaggio olandese

Parte dal cosiddetto “messicano” (nei menu olandesi spesso indicato come Mexicano): un mix di carne speziata, impanata e fritta. Lo definisce “con un sapore abbastanza anonimo di carne”. Aggiunge che gli olandesi lo mangiano spesso con senape o maionese. Aveva già provato questo bastoncino in passato e oggi conferma che non gli piace. Il suo giudizio rimane freddo: croccante, sì, ma poco carattere.

Secondo assaggio: uno snack che ricorda la forma del panzerotto pugliese ma dentro c’è solo formaggio olandese. È fritto, filante, e rimanda – per concetto – a una mozzarella in carrozza con un cuore di cheese locale. Jesus lo promuove con moderazione: Questo è buono, ma non è nulla di clamoroso.” Lo mangia volentieri, però non lo indicherebbe come imperdibile.

Il formaggio fritto olandese
Il formaggio fritto olandese

La regina del bancone: la crocchetta olandese

Arriva poi la crocchetta olandese (nei bar olandesi la trovi come kroket): involucro croccante, ripieno morbido e ricco di carne. Qui il tono cambia. Jesus sorride, commenta che “questa sì, è buona e saporita, mi piace” e aggiunge un tocco di senape che ne esalta la nota speziata. Se dovesse consigliare a un amico uno snack “sicuro”, sceglierebbe questa: calda, confortevole, più equilibrata delle altre in termini di gusto e consistenza.

La kroket funziona anche perché offre una struttura cremosa al centro che contrasta la panatura. Non stupisce che resti uno dei simboli degli snackbar olandesi: costa il giusto, sazia, regala quella sensazione familiare che molti cercano nell’on the go.

Il colpo di scena: la “frittatina” di noodles

Il quarto snack fa sorridere chiunque abbia assaggiato la frittatina di pasta napoletana. Stessa forma tondeggiante, stessa identità “da friggitoria”, ma dentro non ci sono pasta, provola, piselli e carne macinata: trovi noodles. Jesus la definisce senza mezzi termini “una delle cose più strane che abbia mai mangiato”. Non la odia, non la ama. La considera un esperimento curioso, un ibrido che sorprende più per l’idea che per l’aroma.

Questa variante racconta bene la natura degli snack olandesi: pratici, diretti, pensati per saziare al volo. La tecnica rimane quasi sempre la stessa – prendi un ingrediente, lo impani e lo friggi – e Jesus lo sottolinea con una battuta: “Qui come insegnano a cucinare? Ti dicono di prendere un ingrediente, lo impani e lo friggi. Così è.

Prezzo, gusti personali e takeaway per chi viaggia nei Paesi Bassi

Per i quattro pezzi ordinati – “messicano”, panzerotto al formaggio, crocchetta e “frittatina” di noodles – Jesus paga 14€. Un totale in linea con gli snackbar di città: non si tratta di alta cucina, bensì di street food che riempie e accompagna un giro tra uffici, università e canali. La sua valutazione complessiva resta non entusiasta: salverebbe la crocchetta, mangerebbe ancora lo snack al formaggio, eviterebbe il “messicano” e terrebbe la “frittatina di noodles” nella categoria “provata una volta, basta così”.