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Andare al cinema resta un rito collettivo, nonostante le piattaforme di streaming abbiano conquistato una fetta sempre più ampia di pubblico, soprattutto tra il 2020 e il 2022, quando le sale italiane erano chiuse per le restrizioni anti-Covid. Oggi, in Italia, la normalità è vedere film doppiati. Ma sorge spontanea una domanda: i doppiatori italiani vedono davvero i film in anteprima? La curiosità è più che legittima, perché il loro lavoro sembra implicare una visione completa dell’opera con settimane di anticipo rispetto al pubblico pagante. Ebbene, la realtà è molto diversa da come molti la immaginano.
La rivelazione di un doppiatore: “Spesso non vediamo il film completo”
A svelare il dietro le quinte del doppiaggio è stato Alessio Pux, doppiatore e content creator che in passato ha prestato la voce italiana in tutti i film di Harry Potter. In un suo recente video, ha spiegato che, contrariamente a quanto molti credono, chi doppia un film non lo guarda quasi mai per intero. «Non li guardiamo quasi mai in anteprima», ha raccontato, «anzi, molto spesso vediamo solo le scene che dobbiamo doppiare».

Il doppiatore ha aggiunto che in alcuni casi la visione è limitata persino a un’inquadratura parziale. «In Oppenheimer mi è capitato di lavorare guardando soltanto un cerchio, dentro il quale compariva il volto dell’attore. Il resto era coperto dal nero». Tutto questo per motivi di copyright, privacy e sicurezza. «Non ci semplifica il lavoro, ma ormai è diventata la prassi», ha precisato, ricordando come oggi i ritmi del doppiaggio siano sempre più serrati. Capita spesso, infatti, che chi lavora al microfono veda soltanto le parti in cui parla il proprio personaggio, senza una visione d’insieme del film o della scena.
Doppiaggio o sottotitoli? Le abitudini cambiano da Paese a Paese
In Europa la scelta tra doppiaggio e sottotitoli varia notevolmente da nazione a nazione. Nei Paesi Bassi, Svezia, Norvegia, Danimarca, Finlandia, Grecia, Portogallo, Irlanda e Regno Unito, i film e le serie straniere vengono proposti in lingua originale con sottotitoli locali. Anche nei Paesi baltici e in parte del Belgio fiammingo o della Svizzera tedesca la traduzione scritta è la norma. L’idea di sostituire la voce originale con un’altra è percepita come una perdita di autenticità artistica.
Al contrario, nei grandi Paesi dell’Europa centrale e meridionale come Italia, Francia, Germania e Spagna, ma anche in Austria, Ungheria e Polonia, il doppiaggio resta la regola. Lo stesso accade in Svizzera, nelle regioni francofone, italiane e tedesche, dove ogni area linguistica mantiene la propria tradizione di adattamento vocale. Persino in Bulgaria e Slovacchia questa pratica è molto diffusa, soprattutto nei prodotti cinematografici mainstream.
Perché alcuni preferiscono il doppiaggio e altri i sottotitoli
Le motivazioni dietro queste differenze sono molteplici e affondano le radici nella storia, nell’economia e nella cultura. Nei Paesi con un bacino linguistico ristretto, come quelli nordici o i Paesi Bassi, il costo del doppiaggio non è giustificato da un’audience ridotta, perciò si opta per i sottotitoli. Invece, nei grandi mercati cinematografici, l’industria del doppiaggio è parte integrante della filiera audiovisiva e dà lavoro a migliaia di professionisti.
In Italia, Francia e Germania il doppiaggio si è affermato già durante i regimi fascista e nazista, quando le autorità volevano proteggere la lingua nazionale dalle influenze straniere. Col tempo, questa abitudine è diventata una tradizione culturale consolidata. Inoltre, nei Paesi dove l’inglese è molto diffuso, come in Scandinavia, il pubblico preferisce ascoltare le voci originali per migliorare la propria comprensione linguistica. Questo è uno dei tanti motivi per cui olandesi, danesi e svedesi parlano un ottimo inglese.
Il doppiaggio oggi: un’arte che richiede precisione e velocità
Negli ultimi anni il mondo del doppiaggio è cambiato rapidamente. Le piattaforme di streaming pubblicano nuovi contenuti a ritmo serrato, e i doppiatori si trovano a lavorare con tempi sempre più ridotti. Alessio Pux ha spiegato che la produzione di un film o di una serie non prevede quasi mai la visione completa dell’opera, e questo rende il processo di recitazione vocale più complesso. A volte i doppiatori devono interpretare emozioni senza sapere cosa accade prima o dopo la scena.
Nonostante queste difficoltà, il doppiaggio resta una componente fondamentale dell’identità audiovisiva italiana. Gli spettatori continuano a riconoscere le voci dei loro attori preferiti, e alcuni doppiatori sono diventati veri e propri personaggi di culto. Quella del doppiatore, però, è un’arte che richiede empatia, tecnica e una grande capacità di immedesimazione: qualità che nessuna anteprima potrà mai sostituire.
