Esperta indica la spesa che devi fare se vuoi il "pieno di microplastiche" nel cibo

Le microplastiche nel cibo sono una delle grandi sfide ambientali del XXI secolo. Dopo decenni di abuso di questo materiale, oggi ne paghiamo le conseguenze. Ogni giorno milioni di minuscole particelle di plastica finiscono nei mari, nei fiumi e, di conseguenza, nel nostro piatto. Ma cosa succederebbe se qualcuno volesse “fare il pieno” di microplastiche? Un video virale su TikTok, pubblicato dal profilo Mangrovia - shop sostenibile, ha risposto in modo provocatorio ma veritiero a questa domanda, mostrando una “lista della spesa” da brividi.

La provocazione virale: “La spesa perfetta per chi ama le microplastiche”

Nel video, una delle esperte di Mangrovia scherza amaramente: “Per iniziare la giornata, mi farei un bel caffè dalle cialde, versandoci acqua bollente direttamente sopra: è un ottimo modo per iniziare la giornata con una dose generosa di microplastiche”. La creator inquadra una confezione di cialde, ricordando che le alte temperature possono favorire il rilascio di microplastiche dalle capsule di plastica. La scena successiva è altrettanto ironica quanto inquietante: “Pesce e formaggi insieme? Certo, se vogliamo esagerare con le microplastiche. Meglio un bel formaggio stagionato con un piatto di crostacei, annaffiato da acqua in bottiglia”. Tutto viene preparato su taglieri di plastica e conservato in contenitori plastici. Un paradosso perfetto per raccontare una realtà ormai quotidiana: la plastica è ovunque, anche nel nostro cibo.

L'acqua in bottiglia è perfetta per chi vuole un  apporto quotidiano e costante di microplastiche, essendo spesso rimasta per ore sotto il sole cocente
L'acqua in bottiglia è perfetta per chi vuole un apporto quotidiano e costante di microplastiche, essendo spesso rimasta per ore sotto il sole cocente

Microplastiche nel cibo: dove si nascondono davvero

La provocazione del video non è solo satira. Diversi studi accademici, tra cui uno pubblicato sulla rivista Environmental Science & Technology, hanno confermato che le microplastiche sono presenti in moltissimi alimenti di uso comune. Pesce, crostacei, acqua in bottiglia, tè, caffè e sale sono tra le fonti principali di esposizione. Nel caso dei pesci e dei crostacei, il motivo è evidente: vivono in mari ormai saturi di frammenti plastici, che ingeriscono insieme al plancton. Anche il sale marino risulta spesso contaminato, perché prodotto per evaporazione dell’acqua di mare. Le bevande calde, come tè e caffè in capsule o bustine, rilasciano miliardi di microplastiche a causa del contatto con materiali sintetici ad alte temperature.

Gli alimenti con più microplastiche secondo la ricerca

Un’analisi condotta dall’Università di Toronto ha evidenziato i prodotti con le concentrazioni più elevate di microplastiche. Ecco alcuni esempi che fanno riflettere:

  • Carne: i chicken nuggets e il controfiletto di manzo contengono tracce significative di microplastiche, seppur inferiori rispetto al pesce.
  • Proteine vegetali lavorate: nuggets vegetali e bastoncini di pesce a base vegetale sono tra i prodotti più contaminati.
  • Riso: può contenere microplastiche, ma il lavaggio accurato riduce il rischio fino al 40%.
  • Bevande confezionate: birra, vino e succhi mostrano quantità variabili di particelle, soprattutto se imbottigliati in plastica.

Altri alimenti a rischio quotidiano

Non solo pesce e bevande. Anche il miele industriale risulta spesso contaminato, mentre quello biologico locale tende a contenerne di meno. Il sale da cucina marino, in particolare quello venduto in confezioni plastiche, rappresenta un’altra fonte di microplastiche. Persino frutta e verdura, come mele e carote, possono contenerne a causa dell’inquinamento del terreno e dell’acqua di irrigazione. Lavarle bene aiuta, ma non elimina del tutto il problema. Infine, tra i prodotti più insospettabili compaiono chewing gum e zucchero industriale. Entrambi contengono polimeri sintetici e rappresentano piccole, ma costanti, fonti di plastica ingerita.

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