Stasera in tv c'è un vero grande capolavoro che ha cambiato per sempre la storia del cinema: Claudia Cardinale è veramente straordinaria.
Va in onda stasera in tv L’udienza, il film drammatico di Marco Ferreri del 1972 con Enzo Jannacci, Claudia Cardinale e Ugo Tognazzi. Un’opera che ha segnato la storia del cinema italiano per la sua capacità di unire ironia, provocazione e denuncia sociale. Ancora oggi resta uno dei titoli più emblematici del regista, capace di raccontare con lucida amarezza le contraddizioni del potere e della fede.
Stasera in tv, capolavoro del cinema che ha fatto la storia: Claudia Cardinale irraggiungibile
Il film va in onda stasera, 1° novembre 2025, su Rai Storia ed è un grande evento. Sarà trasmesso intorno alle 21.10, in prima serata. La storia ruota attorno ad Amedeo, interpretato da Enzo Jannacci, un ex ufficiale in congedo che arriva a Roma con un’idea fissa: ottenere un’udienza privata con il Papa. Il suo scopo non è politico né personale, ma profondamente spirituale. Tuttavia, quella che doveva essere una semplice richiesta si trasforma in un viaggio assurdo e senza fine, intrappolato in un labirinto di regole, sospetti e porte chiuse.

Amedeo si scontra con una burocrazia tanto rigida quanto surreale. Ogni volta che crede di essere vicino al suo obiettivo, qualcuno lo rimanda indietro. Gli incontri che fa lungo il percorso diventano specchio di un sistema che sembra volerlo scoraggiare più che aiutarlo. Tra i personaggi che gli ruotano intorno c’è il commissario Diaz, interpretato da Ugo Tognazzi, che osserva ogni sua mossa con diffidenza, convinto che dietro quella richiesta ingenua si nasconda qualcosa di pericoloso.
Fondamentale è anche il ruolo di Aiché, la prostituta d’alto bordo interpretata da Claudia Cardinale. È una donna seducente ma anche vulnerabile, incaricata di avvicinarsi ad Amedeo per controllarlo, ma finisce per affezionarsi davvero. Tra i due nasce un legame profondo, un sentimento che sfida la diffidenza e i pregiudizi. Aiché resta incinta, ma la loro relazione non riesce a trovare spazio in un mondo dove tutto è filtrato dal sospetto. La Cardinale offre una delle sue interpretazioni più intense, capace di unire sensualità e tenerezza, lasciando emergere la fragilità del suo personaggio.
Un cast impossibile da dimenticare
Accanto ai protagonisti principali compaiono nomi straordinari come Michel Piccoli, Vittorio Gassman e Alain Cuny, che danno vita a figure simboliche del potere ecclesiastico e politico. Ognuno rappresenta un ostacolo nel percorso del protagonista, ma anche un frammento di una società dove la fede e l’istituzione si confondono fino a diventare indistinguibili. Ferreri costruisce un film dalle atmosfere rarefatte, ispirandosi a Kafka e al suo Castello. L’assurdità delle situazioni, l’ironia amara e i toni grotteschi rendono L’udienza una parabola sulla solitudine e sull’incomunicabilità.
Amedeo non è un eroe né un ribelle, ma un uomo semplice che cerca di dare un senso alla propria fede in un mondo che non ascolta. La sua ostinazione diventa un atto di resistenza contro un sistema che considera ogni forma di spontaneità come una minaccia. Il film colpisce anche per il suo stile visivo. Le inquadrature statiche, i dialoghi sospesi e l’uso del silenzio accentuano la sensazione di spaesamento. Roma appare immensa e inaccessibile, quasi irreale, come un luogo dove il potere si nasconde dietro muri e corridoi infiniti.
Un film che ha fatto la storia
L’udienza è anche una satira feroce contro la burocrazia e la paura del diverso. Amedeo viene scambiato di volta in volta per comunista, sovversivo o pazzo, solo perché chiede di essere ascoltato. La sua purezza viene distorta da chi vede minacce ovunque. Ferreri mette a nudo una società che preferisce controllare piuttosto che comprendere, sospettare piuttosto che dialogare.
Quando uscì nel 1972, il film suscitò discussioni e curiosità. Era un periodo in cui parlare della Chiesa e dei suoi meccanismi interni era considerato audace. Eppure, L’udienza non è mai un attacco diretto alla religione, ma un racconto sul bisogno umano di contatto, sull’impossibilità di comunicare con chi detiene il potere.
Riconosciuto come uno dei titoli più importanti del cinema italiano, è stato inserito tra i “100 film italiani da salvare”, proprio per la sua capacità di raccontare un’epoca e di restare attuale. Perché il desiderio di essere ascoltati, la fatica di farsi capire e la paura del potere sono temi che non smettono mai di parlare anche alle generazioni di oggi.
