Su RaiPlay la meravigliosa Claudia Cardinale: ha vinto un David di Donatello

Su RaiPlay c'è un film tratto dal libro Premio Strega con la meravigliosa Claudia Cardinale: ha vinto un David di Donatello e un Nastro d'Argento.

“La ragazza di Bube” è un film che merita di essere riscoperto, un piccolo gioiello del cinema italiano ora disponibile su RaiPlay. Diretto da Luigi Comencini nel 1963 e tratto dal romanzo di Carlo Cassola, vincitore del Premio Strega, racconta con delicatezza e profondità una storia d’amore e fedeltà ambientata in un’Italia ancora ferita dalla guerra. È uno di quei film che colpiscono per la loro umanità e per la capacità di restituire emozioni autentiche senza bisogno di artifici.

Ambientato nella Toscana del dopoguerra, il film ci porta dentro un mondo semplice, ma attraversato da tensioni profonde. Mara, una giovane contadina dal cuore puro, vive la propria giovinezza tra speranze e incertezze. L’incontro con Bube, un ex partigiano dal carattere impulsivo e idealista, cambia per sempre il suo destino. Tra i due nasce un amore intenso, travolgente, ma segnato dal peso della realtà. Bube è coinvolto in un duplice omicidio, frutto della confusione e della rabbia seguite alla fine del conflitto. È costretto a fuggire, lasciando Mara sola ad affrontare il dolore e l’attesa.

La spettacolare Claudia Cardinale su RaiPlay: da riscoprire assolutamente

A differenza di molti melodrammi dell’epoca, “La ragazza di Bube” non indulge nel sentimentalismo. Comencini sceglie di raccontare una storia asciutta, fatta di sguardi e silenzi, in cui il tempo sembra scorrere lento, come la vita di chi deve ricominciare dopo la guerra. La fotografia in bianco e nero di Gianni Di Venanzo esalta questa atmosfera sospesa: i campi toscani, le strade sterrate, i volti segnati dalla fatica diventano parte di un racconto realistico e poetico allo stesso tempo.

claudia cardinale scena film
Claudia Cardinale in una scena del film disponibile su RaiPlay

Mara, interpretata da una straordinaria Claudia Cardinale, è l’anima del film. La sua evoluzione è il vero motore della storia. All’inizio è una ragazza ingenua, pronta a vivere un amore totale, quasi assoluto. Ma il dolore e la solitudine la trasformano in una donna consapevole, capace di scegliere con dignità. Quando nella sua vita entra Stefano, un giovane onesto e gentile che le offre una possibilità di riscatto, Mara si trova davanti a un bivio. Potrebbe lasciarsi alle spalle il passato e iniziare una nuova vita, ma sceglie di restare fedele a Bube, ormai condannato a quattordici anni di prigione.

È una decisione dolorosa, che riflette la forza e la coerenza del suo carattere. Mara rappresenta l’Italia del dopoguerra, divisa tra il desiderio di ricominciare e il peso delle ferite ancora aperte. La sua fedeltà non è solo un gesto d’amore, ma un atto di rispetto verso se stessa e verso ciò che ha vissuto. Anche Bube, interpretato da George Chakiris, resta una figura complessa. Non è un eroe romantico, ma un ragazzo segnato dalla violenza e dalla confusione del proprio tempo. La sua impulsività, le sue colpe, la sua prigionia rendono ancora più evidente la distanza tra lui e Mara. Eppure, attraverso le lettere e la memoria, il loro legame continua a vivere, sospeso tra rimpianto e speranza.

Un David di Donatello e un Nastro d'Argento: grande successo

Comencini riesce a mantenere un equilibrio perfetto tra dimensione personale e contesto storico. Senza giudicare, mostra un’Italia che cerca di ritrovare la propria identità. La guerra è finita, ma le sue conseguenze pesano ancora sulla vita quotidiana. Il film riflette su cosa significhi amare in un tempo in cui tutto sembra precario: la giustizia, la morale, la libertà.
Rispetto al romanzo di Cassola, il film rimane fedele allo spirito originale, pur semplificando alcuni passaggi. I protagonisti, più maturi rispetto ai personaggi letterari, rendono la storia ancora più drammatica e universale. Non si tratta solo di un racconto d’amore, ma di un percorso di crescita, di una ricerca di verità interiore.

La critica del tempo accolse “La ragazza di Bube” con grande rispetto, riconoscendo a Comencini la capacità di dare voce a un sentimento autentico e a un realismo privo di retorica. Presentato al Festival di Berlino, il film ottenne importanti riconoscimenti, tra cui il David di Donatello e il Nastro d’Argento per la produzione, oltre alla Grolla d’Oro per la migliore attrice, vinta da Claudia Cardinale.

Oggi, guardandolo su RaiPlay, si riscopre un’opera che parla ancora al presente. La purezza dello sguardo di Mara, la forza silenziosa della sua scelta, la delicatezza con cui Comencini intreccia emozioni e storia restano di una modernità sorprendente. “La ragazza di Bube” è un film che non ha bisogno di effetti o colpi di scena per commuovere. È la sincerità dei sentimenti, la verità dei gesti, la poesia delle immagini a renderlo indimenticabile. Chi ama il grande cinema italiano non può lasciarselo sfuggire.

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