Quanto costa la carne di Kobe nella città dove è nata in Giappone? Ecco l'esperienza di un italiano che lascia senza parole con tanto di scontrino.
Nel cuore pulsante del Giappone, Kobe è una città che ha saputo legare il proprio nome a uno dei prodotti gastronomici più rinomati al mondo: la carne di Kobe. Non si tratta semplicemente di un taglio di carne, ma di un’esperienza sensoriale completa, che unisce la tradizione giapponese alla perfezione culinaria. Francesco Zini, influencer appassionato di viaggi e cibo, ha deciso di raccontare in prima persona questa esperienza unica, portando i suoi follower tra i profumi e i sapori più autentici del Giappone.
Seduto in un ristorante nel centro di Kobe, Zini ha scelto di ordinare una porzione di 130 grammi di controfiletto di carne Kobe, servita con una cura maniacale e cucinata direttamente su una piastra di ferro da uno chef esperto. Davanti a lui si è aperto uno spettacolo di precisione e rispetto per la materia prima, dove ogni gesto è calcolato, ogni taglio studiato per esaltare al massimo il gusto e la consistenza del prodotto.
Il rito della carne più pregiata del mondo nella città di Kobe in Giappone
La carne di Kobe non è una semplice bistecca: è un simbolo della cultura gastronomica giapponese, frutto di secoli di selezione e di tecniche di allevamento impeccabili. Proveniente da una particolare varietà di manzo Wagyu allevato nella prefettura di Hyōgo, è famosa per la sua marezzatura perfetta, cioè la distribuzione uniforme del grasso all’interno del tessuto muscolare. Questo la rende morbida, succosa e dal sapore inconfondibile.

La carne, già ricca di grasso intramuscolare, ha iniziato a rilasciare profumi intensi e burrosi, mentre i succhi si sigillavano all’interno, pronti a esplodere in bocca al primo morso. A completare il piatto, una selezione di verdure grigliate e fredde, servite in piccole porzioni per accompagnare la carne senza coprirne il sapore.
Wagyu e Kobe due eccellenze a confronto: il conto salato e la soddisfazione finale
Accanto al taglio principale, Zini ha voluto provare anche una fetta di Wagyu non di Kobe, per apprezzarne la differenza. Sebbene entrambe le carni condividano una qualità straordinaria, il Kobe beef ha un’intensità e una dolcezza del sapore che lo rendono unico. La carne si scioglie letteralmente in bocca, lasciando una sensazione vellutata e persistente, che rimane impressa nella memoria. Ogni boccone racconta una storia di dedizione, controllo e rispetto per l’animale, un tratto distintivo della cucina giapponese che considera la materia prima quasi sacra. Non si tratta solo di gusto, ma di armonia tra uomo, natura e cibo.
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Al termine del pasto, lo scontrino è arrivato sul tavolo: 200 euro per 130 grammi di carne Kobe, le verdure e una fetta di Wagyu. Un prezzo che può far sobbalzare, ma che Zini accoglie con consapevolezza. In Giappone, questo tipo di carne è considerato un lusso gastronomico, accessibile a pochi e riservato a chi cerca un’esperienza irripetibile. La spesa, seppur alta, racconta perfettamente il valore di un prodotto che non è solo cibo, ma arte culinaria. Ogni euro speso equivale a un viaggio nei sapori più puri, nella tradizione giapponese e nel rispetto assoluto per la qualità.
