Si può mangiare solo cibo vegano a Tokyo, capitale del Giappone? Ovviamente sì, armandosi di pazienza e partendo preparati.
Il Giappone è in cima alla lista dei desideri di milioni di persone. Non è un caso che città come Tokyo e Kyoto – su tutte – soffrano il cosiddetto overtourism, che ha portato all'adozione nuove misure nel 2026, come aumenti sostanziosi delle tasse di soggiorno e biglietti per parchi nazionali più cari per stranieri e più economici per i giapponesi.
Uno dei tanti motivi per cui la gente ama il Giappone è la sua gastronomia: il sushi forse è la pietanza più famosa di tutti, ma c’è tanto altro. Gran parte dei piatti giapponesi più deliziosi contiene carne. Per chi non mangia carne né derivati, non è semplicissimo orientarsi in Giappone, specialmente fuori dalle grandi città.
Pochi vegetariani in Giappone
Nella top 10 mondiale dei paesi con le percentuali più alte di vegetariani, infatti, non c'è quello del Sol Levante. Al primo posto troviamo l’India, che secondo alcune ricerche vanterebbe la cifra record del 39% di vegetariani, mentre altre lo danno ‘solo’ al 20%. Tanti vegetariani anche in Messico, a quota 19%. Seguono Brasile, Taiwan, Israele, Australia, Argentina, Finlandia, Svezia e Austria, tutte nazioni con percentuali dal 14 all’11%. E il Giappone? Percentuale molto bassa, tra le più basse al mondo: solo il 4% dei giapponesi si dichiara vegetariano, con cifre ancor più basse per i vegani.
Come mai? Definire i motivi in poche righe non è semplice. C’entra in primis la tradizione: il Giappone è un arcipelago e il pesce è storicamente consumatissimo per ovvi motivi. L’abbondanza di spazi verdi favorisce l’allevamento di animali per il consumo di carne. Inoltre, a differenza dell’India, non esistono religioni che vietino cibarsi di animali. Ci sarebbe tanto da dire. Vediamo qual è l’esperienza in Giappone di una viaggiatrice italiana che, da vegana, ha cercato cibi che non avessero alcuna origine animale.
Un'italiana vegana a Tokyo
Beatrice, registrata su TikTok come @beatrixcesy, ha visitato Tokyo e in un video ha mostrato i piatti vegani consumati nella capitale giapponese. Il primo locale si chiama ‘Kakekomi Gyoza’, un posto che ha visitato per ben quattro volte durante il suo viaggio, grazie all’ampia offerta vegana e al fatto che fosse aperto 24 ore su 24. Qui ha mangiato soprattutto ravoli vegani.
Secondo locale è ‘Ippudo’, sempre nella zona Shinjuku, dove ha gustato dell’ottimo ramen senza carne. “Menzione d’onore per questi medaglioni di tofu affumicato dentro”, assicura.
Un altro posto perfetto per chi non mangia carne è ‘Plant More’, locale che a suo avviso propone tanto cibo sano e perfetto per un brunch, seppur “molto occidentale” Da ‘Kaikoan’ a Kamakura nel complesso dei templi ha potuto assaggiare un piatto di riso con curry e altre verdure. “Ha solo due opzioni vegane, buono ma nulla di che”.
Tornando a Tokyo, ‘Jikasei Mensho’ propone ramen vegani. Beatrice lo inserisce “nella top 3 dei migliori assaggiati in Giappone. Piuttosto affollato, ma non fatevi spaventare”.

Da ‘Marbre Vegan’, pasticceria vegana con diverse scelte salate, ha trovato “tutto strabuono”. Nella stazione centrale ha premiato Soranoiro Nippon, altro locale con numerose opzioni vegane. Meno convincente ‘Zen’, l’unico locale che prepara l’okonmiyaki vegano. Idem ‘Afuri’, che prepara ramen particolari con ingredienti insoliti: “Curioso ma mediocre”.
Insomma, la ‘norma’ in Giappone è che la maggior parte dei siano per onnivori ma Tokyo è una metropoli internazionale e gli imprenditori stanno capendo che il cibo veg va sempre più di moda. La percentuale di vegetariani in Giappone non sembra destinata ad esplodere, ma tra gente del posto che vuole sperimentare e turisti provenienti da paesi dove la carne si consuma sempre meno, negli ultimi dieci anni l’offerta non poteva non crescere.
