Anche i formaggi sono pieni di microplastiche: esperta spiega com'è possibile

Avresti mai pensato che i formaggi siano pieni di microplastiche? Ecco cosa è emerso da uno studio scientifico.

Da diversi anni è emerso con chiarezza come uno dei grandi problemi del XXI secolo sia l’inquinamento degli oceani. L’uso incontrollato che si è fatto della plastica – sia monouso che non - a partire dagli anni ’60 dello scorso secolo ha avuto gravi conseguenze.

Si sono formate “isole” di plastica grandi quanto intere nazioni che galleggiano nel mezzo degli oceani per effetto delle correnti marine. Il sale, lentamente, corrode questi oggetti, creando le cosiddette microplastiche, che finiscono negli stomaci dei pesci che milioni di esseri umani consumano quotidianamente.

Chi crede che le microplastiche siano presenti solo nelle forme di vita marine, tuttavia, si sbaglia di grosso. Da una ricerca scientifica realizzata dall’Università di Padova, è emerso infatti che abbondano anche nei formaggi.

Microplastiche nei formaggi: tutto vero

Si dirà: ma com’è possibile, visto che i formaggi sono derivati dal latte ed è estremamente raro che una mucca mangi pesce? Qualcuno potrà dire: “Certo, molti formaggi sono venduti in confezioni di plastica o avvolti in pellicole”. Non è questa la risposta giusta.

Lo ha ricordato il profilo TikTok ‘Mangrovia – Shop Sostenibile’. Uno studio realizzato dall’Università di Padova ha analizzato 28 tipi di latticini diversi, dal latte vaccino, passando per i formaggi freschi e quelli stagionati. “Dallo studio è emerso che ben 26 campioni su 28 analizzati erano positivi ai test della presenza di microplastiche”, spiega l’esperta di temi ambientali.

Dal profilo "Mangrovia Shop" emerge un video interessante: nei formaggi ci sono microplastiche in abbondanza.
Dal profilo "Mangrovia Shop" emerge un video interessante: nei formaggi ci sono microplastiche in abbondanza.

È emerso anche che i formaggi, in particolare quelli stagionati, hanno una concentrazione definita “alta” di microplastiche. La domanda rimane: come ci finiscono lì dentro? “Sono le superfici, le guarnizioni e gli impianti stessi con cui entrano in contatto a contaminare le produzioni. Questo può avvenire in tutte le fasi della produzione: dalla pressatura, al taglio, passando per il confezionamento”.

Qualcuno si chiederà perché, tra i tanti prodotti alimentari processati esistenti sul mercato, ciò avvenga in particolare con i formaggi. Il 'colpevole' principale è la cagliata. “La concentrazione è particolarmente alta nei prodotti molto grassi e stagionati”, spiega l’esperta. E infine: “Anche la perdita di umidità durante l’invecchiamento dei formaggi che può contribuire ulteriormente all’accumulo”.

La top 3 degli alimenti più pieni di microplastiche

Precisazione: le metodologie di misura non sono uniformi, quindi non esiste una classifica assoluta e definitiva. Ad ogni modo, diversi studi sono concordi nell'affermare che i 5 principali alimenti siano i seguenti:

Acqua in bottiglia

Diversi studi mostrano che l’acqua in bottiglia contiene molte più particelle di microplastiche rispetto all’acqua di rubinetto. C'entrano sia la contaminazione dell'acqua alla fonte che il rilascio dalla bottiglia stessa, spesso rimasta per ore e ore sotto il sole cocente.

Sale marino da cucina

Il sale marino che usiamo per insaporire i nostri piatti è spesso contaminato per il motivo detto a inizio articolo: deriva direttamente da acque marine inquinate. I dati sono molto variabili: alcune ricerche parlan di decine, altri di mille particelle di microplastiche per chilo di prodotto.

Crostacei, in particolare gamberi

Li chiamano "gli spazzini del mare". E questo ha anche conseguenze negative: i crostacei accumulano microplastiche filtrando o ingerendo particelle presenti in mare. Alcuni studi hanno trovato nei gamberi oltre 300 particelle per porzione, il valore più alto tra gli alimenti esaminati. Non va meglio a frutti di mare e pesci in generale, ma i crostacei lavorati sono quelli con le concentrazioni più alte.

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