La fesa di tacchino è un insaccato o un affettato? La risposta della nutrizionista

Come dovremmo considerare la fesa di tacchino? Come un insaccato o un affettato? Una nutrizionista italiana, con grande chiarezza, ha risposto a entrambe le domande.

Oramai lo sanno quasi tutti: gli insaccati fanno male. Molti nutrizionisti consigliano di consumarli al massimo una volta a settimana, in particolar modo quelli molto grassi come mortadella e prosciutto crudo. Un cibo che negli ultimi anni ha guadagnato molta popolarità grazie al sapore gradevole, unito a un apporto di grassi molto ridotto e un’alta percentuale di proteine, è la fesa di tacchino. Qualcuno la mangia da sola, altri accompagnandola al pane o a una fonte di carboidrati diversa, come cracker o grissini. La fesa di tacchino è considerabile un insaccato o sarebbe più corretto definirla affettato? Una nutrizionista italiana ha risposto all’interrogativo sul suo profilo Instagram, dando altre informazioni preziosi su questo tipo di carne.

Marianna Maione invita innanzitutto a guardare la forma: “È cilindrica – spiega – è regolare, è perfetta”. Non solo: indizi chiave arrivano anche dall’etichetta. “Se dentro ci trovi diciture come ‘gomma di guar’, ‘carragenina’, ‘zuccheri’, ‘polifosfati’, allora sì: sei davanti a un insaccato”. Gli affettati sono diversi: “Parliamo di pezzi interi di carne che vengono cotti, salati, essiccati e che hanno una forma decisamente più irregolare”.

La lista ingredienti della fesa di tacchino confezionata: tanti additivi, che non fanno benissimo alla salute.
La lista ingredienti della fesa di tacchino confezionata: tanti additivi, che non fanno benissimo alla salute.

Sorge spontanea una domanda: quale dei due fa più bene? La nutrizionista risponde indirettamente: “Leggi l’etichetta. Un buon prodotto deve contenere tra il 90 e il 95% di carne”. Insomma, gli affettati sono più ‘naturali’, gli insaccati sono lavorati artificialmente e arricchiti con esaltatori di sapidità, conservanti e altri elementi chimici.

Pro e contro della tesa di tacchino

Parliamo di una carne bianca molto proteica e povera di grassi. Normalmente, infatti, ogni 100 grammi di prodotto, abbiamo dai 25 ai 30 g di proteine. È utile per mantenere la massa muscolare, aiuta ad avvertire senso di sazietà e, di conseguenza, a controllare il peso. Rispetto a prosciutto crudo, mortella o speck ha parecchi grassi saturi in meno. Spesso ha anche molte vitamine del gruppo B, così come selenio, zinco e fosforo. Tuttavia, molte delle versioni in commercio – specie quelle in scatola – tendono a includere alte quantità di sodio e di additivi.

La carne di tacchino è un’ottima fonte di proteine, ma bisognerebbe preferire quella venduta in macelleria. Più un’etichetta è corta, più un cibo è sano. Basta leggere la lista ingredienti di quella venduta in scatole di plastica al supermercato per capire che siamo ben lontani dal 90-95% di carne suggerito dalla nutrizionista. Se una volta a settimana capita di mangiarne 100 grammi in un panino, non è la fine del mondo. Pensare che sia un supercibo sanissimo e, quindi, mangiarlo più di una volta a settimana è sbagliato. Meglio prediligere il petto di tacchino da arrostire in padella o sulla griglia a quelle confezioni colorate che mostrano addomi piatti.

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