Se non riesci a tenere in ordine la casa, potresti avere difficoltà con queste responsabilità

Un noto psicologo canadese ha spiegato che, le persone che non riescono a pulire o comunque a tenere in ordine la proprio stanza, avrebbero difficoltà a gestire anche alcune responsabilità nella vita quotidiana.

Lo psicologo canadese Jordan Peterson ha parlato spesso di come il disordine in casa, nella propria stanza per esempio, sia anche sinonimo di disordine interiore o mentale. Tenere in ordine la proprio stanza, molto spesso, viene visto come sinonimo di pigrizia o di cattiva organizzazione, ma non sempre è così.

Lo psicologo, infatti, ritiene che dietro una camera costantemente in disordine possa nascondersi molto di più. Del resto, lo spazio che abitiamo ogni giorno non è solo uno sfondo della nostra vita, ma anche uno specchio della nostra struttura mentale ed emotiva. Quando l'ambiente esterno appare caotico, anche il nostro mondo interiore tende a seguire lo stesso schema, con conseguenze che vanno spesso ben oltre ciò che lasciamo per terra.

Pulire casa e responsabilità emotive sono collegate: cosa dice lo psicologo Peterson

Pulire la propria stanza può sembrare un gesto semplice, quasi automatico. Molte persone, però, la vivono come una fonte di resistenza. Peterson la interpreta come un segnale di disordine interno. Pensieri confusi, spesso difficoltà decisionali, calo della concentrazione e persino perdita di motivazione improvvisa, convivono perfettamente con uno spazio disorganizzato. Certo, uno spazio ordinato non risolve ogni problema, ma crea le condizioni minime per ritrovare chiarezza, attenzione e anche un senso di controllo. La difficoltà a mantenere in ordine una stanza è spesso collegata anche alla fatica di portare a termine gli impegni presi. Non è mancanza di ambizione, ma semplicemente l'assenza di un'abitudine fondamentale: completare i compiti già iniziati.

disordine e psicologia
Disordine e psicologia

Inoltre, il tema dell'ordine personale si riflette anche nella qualità delle relazioni. Quest'ultima, quando sane e funzionali, si fondano su un senso di responsabilità condivisa. Secondo lo psicologo, chi fatica a gestire il proprio spazio può avere anche difficoltà nel gestire e soprattutto nel regolare le proprie emozioni. Compaiono, quindi, sentimenti come evitamento, senso di sopraffazione e spesso anche atteggiamenti difensivi. C'è quindi un'abitudine inconscia di delegare ad altri il peso di un disagio che troppo spesso non si vuole affrontare. Secondo Peterson, inoltre, esiste anche una correlazione significativa tra il disordine fisico e la disorganizzazione finanziaria. Gestire il denaro richiede attenzione e chiarezza. Un ambiente caotico può far perdere documenti, dimenticare scadenze importanti o potrebbe portare anche all'accumulo di spese impulsive.

La stessa logica vale per gli obiettivi a lungo termine. I grandi progetti raramente falliscono per mancanza di sogni, ma per piccoli atti di evitamento ripetuti nel tempo. Una stanza in disordine nasce esattamente allo stesso modo. L’intenzione iniziale non basta se non viene sostenuta da una struttura. Uno spazio caotico prosciuga energia e rende più difficile concentrarsi. Al contrario, un ambiente semplificato favorisce pensieri più calmi e un’azione più coerente, trasformando le intenzioni in risultati concreti. Per Peterson, tutto questo si collega a un principio centrale: guidare se stessi prima di guidare gli altri. La leadership inizia dall’autoregolazione, dalla capacità di influenzare il proprio comportamento anche quando nessuno osserva.

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