Italiano che vive in Svizzera spiega come funziona la pensione lì: "Ci sono tre pilastri"

Come funziona la pensione in Svizzera? Ci sono similitudini e differenze rispetto al modello italiano.

Quello della pensione è un tema caldissimo in Italia. Un po’ perché chiunque sia un lavoratore attivo oggi sta pianificando come arrivarci, un po’ perché ci sono alcune variabili in gioco di grande importanza. A cosa ci riferiamo? Che la popolazione italiana invecchia, che molti giovani vanno via e che da diversi mesi ci sono più pensionati che lavoratori.

Chi pagherà i contributi ai futuri pensionati? L’Inps rischia davvero il collasso se la situazione non muterà? Difficile prevedere un collasso dell’Istituto, ma dei cambiamenti sono pressoché certi. D’altronde, sta già succedendo che l’età pensionabile venga alzata di pochi mesi a intervalli regolari. Non è affatto da escludere che chi oggi ha 30 anni possa lavorare fino ai 70 (e più) e non i 66/67 odierni. È un discorso lungo, che suggeriamo di approfondire a chi oggi ha dai 30 ai 40 anni.

La pensione in Svizzera e i tre pilastri

Intanto, però, occupiamoci della Svizzera. Come gestisce le pensioni una delle nazioni più ricche al mondo? A rispondere è un content creator italiano che vive tra Lugano e Modena, Simone Basile. Come spiega lui, ci sono “tre pilastri” a sorreggere il sistema pensionistico svizzero. Il primo si chiama AVS, ma non ha nulla a che vedere con l’Alleanza Verdi Sinistra. “La pensione statale, tutti la pagano, ti dà da vivere ma non ti permette di farlo da re. Il secondo pilastro è la LVP, ovvero la pensione del lavoro. “Ogni mese tu e il tuo datore di lavoro versate delle quote. Più versi, più pensione riceverai”.

Simone Basile ha spiegato come funziona la pensione in Svizzera
Simone Basile ha spiegato come funziona la pensione in Svizzera

Il terzo pilastro, forse il più importante, è il risparmio privato: “Lo fai tu volontariamente. Questo serve ad avere una vera e propria pensione e a pagare meno tasse. Fa la differenza tra sopravvivere e vivere bene”. Insomma, lo stato svizzero garantisce una pensione minima a tutti gli anziani. Chi ha lavorato e pagato contributi nel corso ella propria vita percepirà un assegno mensile dignitoso, ma la differenza la fa il terzo pilastro, quello del risparmio privato. AVS e cassa pensione, infatti, arrivano ad appena il 60% dell’ultimo salario, dunque una differenza sostanziale con l’Italia.

Esiste il pilastro 3a vincolato, che permette a chi lavora in Svizzera di versare un massimale annuo stabilito dalla legge, con sconti sulle imposte. Tale capitale è bloccato fino alla pensione, ma si fanno eccezioni per chi deve acquistare casa o trasferirsi all’estero.

C’è anche quello libero, 3b, con conti risparmio, fondi di investimento e polizze sulla vita, che offre meno vantaggi fiscali ma anche meno vincoli. In Svizzera, quasi tutti ricorrono al risparmio privato perché è stimato che, se costruito in tempo, possa costituire fino al 40% del reddito pensionistico. Detto in altri termini: chi pianifica per bene, anche da pensionato riceverà un assegno uguale a quello dell’ultimo stipendio da dipendente. Chi non lo fa, rischia di percepirne il 60%.

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