La pensione anticipata, tra pochi anni, sarà complicata da raggiungere. Un economista e docente universitario ha spiegato perché, analizzando la manovra finanziaria che verrà approvata tra pochi giorni.
Siamo agli sgoccioli: all’inizio della prossima settimana verrà approvata in via definitiva la Manovra di Bilancio 2026. Il 23 dicembre, infatti, è previsto il voto in Senato. C’è ancora tempo per effettuare delle piccole modifiche, ma da indiscrezioni di stampa pare certo che un maxi-emendamento darà da una parte più fondi alle imprese ma dall’altra applicherà una stretta alle pensioni.
Proprio di pensioni anticipate ha parlato un economista molto seguito su TikTok, Angelo Vaccariello. Il docente universitario ha spiegato a inizio video che dal 2031 sarà molto difficile chiedere la pensione anticipata. Un argomento che interessa ai milioni di italiani che hanno almeno altri 5 anni di lavoro davanti a sé.

“Nella manovra 2026 è contenuto un emendamento da 3 miliardi e mezzo, che porta il valore della finanziaria da 18 a 22 miliardi”. Questa è la prima novità sostanziale: sarà una manovra più ‘ricca’ del previsto. Uno degli aspetti più importanti del maxi emendamento riguarda, per l’appunto, la pensione anticipata. “Allo stato attuale delle cose si può richiedere la pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi”. Dal 2031, salvo clamorose novità dell’ultima ora, non sarà più così. Come spiega Vaccariello: “Vengono allungate le finestre di attesa. Cosa vuol dire? Che dal momento in cui andrete in pensione al momento in cui riceverete l’assegno passeranno quattro mesi e non più tre come adesso”. Dal 2032, poi, i mesi diventeranno cinque, fino ad arrivare a sei mesi nel 2035.
Pensione anticipata e non solo: le novità nella prossima finanziaria
La seconda novità riguarda il riscatto della laurea breve, ovvero la triennale. “Sempre dal 2031 – spiega il professore – il peso del riscatto sarà più basso: dal 2031 non varranno sei mesi, dal 2032 saranno dodici i mesi che non varranno, e così via fino a 18 mesi. Insomma, dal 2031 il riscatto della laurea breve sarà sempre meno pesante ai fini della pensione anticipata”.
Vaccariello conclude illustrando altre due novità possibilmente rilevanti contenute in manovra, che riguardano le aziende. “La prima novità è che verrà stanziato un miliardo e mezzo per il decreto transizione 5.0, ovvero per far scorrere la graduatoria, la seconda è il finanziamento del credito di imposta per le ZES, per cui sono stati aggiunti 530 milioni di euro”.
Ma non è finita qui: c’è una novità importante riguardante il versamento del TFR. “I nuovi assunti destineranno automaticamente il Trattamento di Fine Rapporto in un fondo di previdenza complementare, che può essere quello di settore o quello che sceglie il lavoratore, sarà automatico. Dall’anno prossimo, i nuovi assunti non avranno più il TFR che noi conosciamo in maniera tradizionale. Ricordiamo, però, che questa norma è già in vigore per alcuni settori e per alcuni assunti, dall’anno prossimo sarà per tutti”. Nei commenti, in molti hanno chiesto se l’INPS sopravvivrà. La risposta del professore è lapidaria: “Sopravvivrà ma noi avremo pensioni da fame”.
