Una creator italiana che vive da tempo in Giappone ha svelato gli alimenti più costosi in assoluto: due su tutti hanno un prezzo veramente alto.
Una giovane creator italiana che vive da tempo in Giappone ha rivelato i prodotti alimentari più costosi in assoluto: due su tutti hanno un prezzo alto e molto differente dall'Italia. A parlarne è la giovane conosciuta anche sui social come @adelaidemati. Non tutti sanno, infatti, che in Giappone la frutta non è un semplice alimento, ma un simbolo di rispetto, bellezza e cura estrema. Viene trattata come qualcosa di quasi sacro, al punto da diventare un vero e proprio oggetto di culto quotidiano.
Giappone, italiana svela gli alimenti più costosi: prezzi davvero alti
Nei negozi specializzati ogni pezzo viene selezionato, controllato e presentato come fosse un gioiello, perché la perfezione non è un dettaglio ma una regola imprescindibile. Forma impeccabile, colore uniforme e assenza totale di difetti trasformano mele, meloni e fragole in prodotti di altissimo valore, spesso destinati a regali importanti. In questa visione la frutta racconta molto più del gusto: parla di tradizione, di rispetto per la natura e di un’idea di eccellenza che non ammette compromessi. La creator, infatti, ha spiegato che la frutta in Giappone costa davvero tanto. Infatti, un mango può arrivare a costare 45 euro, mentre un melone anche 20 euro. Una sola mela, invece, può arrivare a costare anche 5 euro.
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Com'è possibile che in un Paese molto economico la frutta costi così tanto? Semplicemente c'è un'altra cultura. La concezione della frutta è infatti totalmente diversa da quella italiana. Si ricerca praticamente la perfezione anche negli alimenti come la frutta e persino i pomodori. Una porzione media costa circa 6 euro. I cachi mela, invece, un po' più rari costano circa 8 euro. La frutta è considerata un vero e proprio alimento sacro e non la mangiano tutti i giorni come avviene in Italia. Prima di essere messa in vendita deve avere una forma perfetta, così come anche la succosità. Non vanno mai vendute se hanno anche un solo graffio.

Il divieto di vendere la frutta 'brutta'
Se la frutta presenta un difetto come un graffio, viene automaticamente scartata e non la si può assolutamente vendere al supermercato. La creator ha spiegato che le altre mele o frutti non considerati perfetti potrebbero anche gettarli. Per fortuna, però, esistono dei piccoli negozietti alternativi, come quelli che noi consideriamo i classici fruttivendoli. Vendono la frutta 'scartata' perché ritenuta imperfetta. Per questo motivo, tra l'altro, tendono anche a venderla a prezzi molto più bassi. Da 8-5 euro, si scende tranquillamente a 2 euro, per esempio. Inoltre, la creator ha anche spiegato che le banane, per esempio molto mature, non gliele hanno fatto pagare. Insomma, una concezione totalmente diversa dall'Italia, dove la frutta è molto più venduta e soprattutto consumata.
