"Nel Medioevo la forchetta era considerata un oggetto diabolico", il motivo

La forchetta ci sembra un utensile utile, quasi indispensabile al giorno d'oggi. Eppure, dal XI al XV secolo il suo utlizzo era malvisto, in particolar modo negli ambienti ecclesiastici (che avevano una forte influenza sul popolo, a differenza di oggi).

Il mondo cambia di anno in anno. È vero, alcune credenze antiche resistono ancora oggi, ma la stragrande maggioranza di esse è finita in archivio, talvolta etichettata come ridicola. Un esempio di credenza medievale che oggi fa ridere il 99% delle persone che la leggono? Che la forchetta fosse un oggetto diabolico.

Ne ha parlato il canale ‘histodex’ su TikTok. A voler essere precisi, l’uso di questo utensile era considerato un gesto di superbia contro il volere di Dio. In primis va precisato che oggetti simili alla forchetta esistevano nell’antichità, tuttavia quasi tutti i pasti giornalieri venivano consumati con le mani, o al massimo con l’ausilio di cucchiaio e coltello. Ad esempio, nell’Antica Roma esistevano dei forchettoni a due rebbi per servire i cibi o come supporto per arrostirli.

Solo nel IX secolo, durante l’Impero Bizantino, le forchette divennero degli oggetti personali usati a tavola in maniera simile a quella odierna. Le utilizzavano le élite principalmente per non sporcarsi le mani: non a caso, erano di oro o argento.

Maria Argyropoulina è la persona che ha portato la forchetta a due punte in Italia poco dopo l'anno 1000
Maria Argyropoulina è la persona che ha portato la forchetta a due punte in Italia poco dopo l'anno 1000

E in Italia? Secondo alcune ricostruzioni storiche, il merito dell’arrivo nel nostro paese di questo utensile è con ogni probabilitò da attribuire a Maria Argyropoulina, nipote dell’Imperatore bizantino Costantino VIII. La donna sposò nel 1083 d.C. Givanni Orseolo, figlio del doge di Venezia Pietro II Orseolo. Le forchette, quindi, iniziarono a diffondersi nell’attuale Italia a partire da Venezia 'grazie' a lei.

La forchetta diabolica

Tuttavia gli ecclesiastici del Medioevo criticarono fortemente questo oggetto. Uno dei più forti oppositori si chiamava Pier Damiani, teologo diventato vescovo, cardinale e perfino santo qualche anno dopo la sua dipartita. A suo dire, l’uso della forchetta era “esempio di mollezza”; non solo: la forchetta, a suo dire, era uno strumento di perversione diabolica, perché contraria al naturale utilizzo delle mani donate da Dio.

Anche un fatto di cronaca nera rafforzò tale convinzione tra il popolo, la cui protagonista (tragicamente) si chiamava Teodora Ducaina, figlia dell’imperatore bizantino Costantino X Ducas e moglie del doge Domenico Selvo. Teodora non toccava mai il cibo con le mani e mangiava esclusivamente con la forchetta. Non esiste una data di morte certa, ma è pressoché certo che abbia perso la vita poco più che ventenne.

Tale tragedia fu vista da molti come una punizione divina per l’uso costante di quell’oggetto così disprezzato dalla maggior parte degli ecclesiastici, soprattutto alla corte veneziana. Per quasi 400 anni, l’uso della forchetta rimase parecchio limitato, per poi esplodere definitivamente solo alla fine del XV secolo, quando l’episodio di Teodora fu dimenticato dai più e il popolo iniziò a comprendere i vantaggi di non toccare il cibo con le mani ma di usare un oggetto maneggevole e resistente per infilzarlo.

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