A volte li calpestiamo, altre volte – soprattutto quando siamo alla guida – li evitiamo. I tombini hanno un’importanza fondamentale per i residenti delle metropoli ma anche dei centri abitati da poche anime. Ma per quale motivo questi oggetti sono quasi sempre rotondi?
In primis c’entra la sicurezza: un coperchio circolare non può cadere nello stesso foro. Per le leggi della geometria, infatti, il diametro è costante in qualsiasi direzione, a prescindere dall’orientamento. Il coperchio resterà sempre più grande dell’apertura sottostante. A meno che non si spezzi – difficile, considerato il materiale di cui è fatto – non c’è rischio che ‘scivoli’ dentro.

Non c’entra solo questo. La forma circolare distribuisce in maniera uniforme il peso dei veicoli che ci passano sopra, evitando quindi ‘sforzi’ sugli angoli che si verificano in caso di forme rettangolari. E ancora: presto o tardi il coperchio andrà rimosso per effettuare dei lavori. Uno circolare è semplice da far rotolare, dunque è più facile da muovere rispetto a uno rettangolare, che andrebbe spostato di ‘peso’ o trascinato per ovvi motivi. Quando il lavoro è finito, non c’è bisogno di allinearlo in un verso specifico. Qualunque sia l’angolo con cui venga posato, la chiusura sarà sempre corretta. Insomma, il tombino rotondo facilita la vita agli operai, è più sicuro e più resistente.
Non solo i tombini: perché alcuni arredi urbani sono fatti così
Ci sono anche altri arredi urbani che hanno un aspetto specifico per un motivo preciso. Le panchine sono oggetti particolari. Sono chiaramente oggetti pensati per concedere agli occupanti relax e comfort. Al contempo, però, negli ultimi dieci anni sono aumentate esponenzialmente le panchine progettate per essere volutamente scomode per chi tenta di farne un uso ‘diverso’ da quello standard.
Alcune sono inclinate o hanno dei braccioli centrali, ad esempio. Nel primo caso, significa che i progettisti vogliono favorire il ricambio ed evitare che una singola persona ci trascorra troppo tempo sopra; nel secondo caso, si vuole scoraggiare l’uso come letto.
Chiudiamo con i semafori. Tutti sappiamo che i colori delle lampade sono tre: verde, giallo e rosso. Sappiamo anche che in Italia l’ordine è sempre rosso-verde-giallo; in alcune nazioni straniere è anche rosso-giallo-verde. Nel secondo caso, il giallo avverte il guidatore che nel giro di pochi istanti potrà ripartire, una ‘cortesia’ che in Italia non avviene: si passa dal rosso al verde direttamente.
Non tutti sanno che il rosso ha una lunghezza d’onda più alta ed è più visibile dalla distanza o in caso di nebbia. Per convenzione, è il colore che indica pericolo e mette in allerta; il verde è l’opposto e comunica sicurezza/libertà. Il giallo è un colore di transizione.
Qualora le auto con guida automatica dovessero diventare la normalità in Italia, potrebbe aggiungersi un quarto colore: il bianco. In alcune città degli Stati Uniti sono stati testati e danno ai guidatori umani di seguire il flusso delle auto senza conducente, che sono in grado di regolarsi da sole e, in teoria, evitano al massimo il rischio di incidenti.
