Con l'arrivo dell'inverno nell'emisfero settentrionale, molte persone accolgono con entusiasmo il freddo e le atmosfere invernali, mentre altre rimpiangono il calore e la luce del sole delle stagioni passate. Le differenze nelle preferenze stagionali sono ben note, ma ciò che è meno ovvio è il ruolo delle percezioni soggettive del clima sulle nostre emozioni, rispetto alle condizioni meteorologiche oggettive.
Un recente studio pubblicato su BMC Psychology ha esplorato il legame tra le condizioni meteorologiche reali e la percezione individuale di queste condizioni, analizzando come queste ultime influenzino lo stato emotivo. I risultati dello studio hanno svelato alcune sorprese che sfidano i luoghi comuni sulla cosiddetta meteoropatia.
Nel corso dello studio, i partecipanti hanno compilato sondaggi attraverso uno smartphone mentre si trovavano all'aperto durante l'estate. Questi sondaggi includevano domande sulla percezione della temperatura (“Fa caldo o freddo?”), il livello di comfort e il loro stato emotivo in quel momento. Grazie alla geolocalizzazione e ai dati temporali, i ricercatori hanno potuto correlare le risposte alle condizioni meteorologiche effettive del luogo e del momento in cui venivano compilati i questionari.
Ciò che i ricercatori si aspettavano è che vi fosse una correlazione significativa tra le condizioni meteorologiche oggettive e la percezione del comfort (essere a proprio agio) termico. Tuttavia, i risultati hanno mostrato il contrario. Anche in giornate con temperature superiori ai 32°C, alcune persone hanno dichiarato di sentirsi perfettamente a loro agio, mentre altre hanno trovato “troppo freddo” anche con temperature di 23°C e sole.
Disagio e emozioni negative: un legame personale
Un dato interessante emerso è stato il legame tra il disagio termico percepito e le emozioni negative. I partecipanti che si sentivano a disagio a causa del caldo, per esempio, riportavano più frequentemente stanchezza, stress e insoddisfazione generale. Tuttavia, questa relazione era valida solo quando i partecipanti dichiaravano esplicitamente che la temperatura li rendeva scomodi. In altre parole, una giornata di 35°C non era universalmente fonte di disagio: se una persona non trovava fastidioso il caldo, non mostrava un peggioramento delle emozioni.
Perché reagiamo in modo diverso al meteo?
La grande variabilità nella percezione del clima solleva interessanti domande sulle ragioni di tali differenze. La ricerca suggerisce che la fisiologia gioca un ruolo importante: composizione corporea, età, forma fisica e ormoni influenzano la capacità di termoregolazione. Tuttavia, questi fattori non spiegano tutto. Anche i tratti della personalità sembrano influire sulla percezione delle temperature.
Risultati preliminari indicano che il tratto di nevroticismo amplifica il legame tra disagio termico e emozioni negative. Le persone con un punteggio alto in nevroticismo tendono a percepire più intensamente il disagio e a reagire emotivamente in modo più marcato. Questo suggerisce che la meteoropatia, o la presunta influenza del clima sulle emozioni, è più legata alle differenze individuali che non al meteo stesso.
Un mito sfatato?
I risultati dello studio mettono in discussione l'idea tradizionale della meteoropatia come fenomeno universalmente applicabile. Non è il tempo in sé a influenzare direttamente il nostro umore, ma come percepiamo e reagiamo al tempo. Questo spiega perché due persone possano avere reazioni completamente opposte allo stesso clima: una trova il caldo estivo piacevole, mentre l'altra lo vive come insopportabile.

Questa scoperta ha implicazioni pratiche. Se litighi con i tuoi coinquilini o colleghi per la temperatura del termostato in inverno, ricorda che non esiste una temperatura “corretta” per tutti. La percezione del comfort termico è soggettiva e influenzata da molti fattori personali. Inoltre, comprendere che la nostra risposta al clima è altamente individuale può aiutarci a sviluppare strategie per migliorare il nostro benessere, indipendentemente dalle condizioni meteorologiche. Ad esempio, concentrarsi sul miglioramento del comfort personale – indossando abiti adeguati o utilizzando ventilatori e riscaldamenti – potrebbe essere più efficace che lamentarsi del tempo.
In definitiva, la meteoropatia potrebbe essere più un mito che una realtà, e il nostro rapporto con il clima è più complesso e affascinante di quanto pensassimo.
