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Oni_riki, un content creator italiano molto attivo su Instagram e amante del Giappone, ha condiviso le sue impressioni dopo un viaggio nel paese del Sol Levante. Il Giappone è una destinazione che affascina molti, e per Riki rappresentava un sogno che finalmente si è realizzato. Tuttavia, in un video pubblicato al suo rientro in Italia, ha rivelato tre aspetti del viaggio che lo hanno lasciato insoddisfatto. Pur ammettendo di aver "amato" questo paese, ha sottolineato che anche un luogo straordinario come il Giappone non è privo di criticità.
Ecco i tre aspetti che lo hanno deluso.
1. La difficoltà con i pagamenti digitali
Il primo punto è una lamentela comune tra i viaggiatori occidentali: in Giappone, molti negozi, ristoranti e persino alcune metropolitane non accettano carte di credito. “Si dice sempre che il Giappone sia all’avanguardia tecnologica, e lo è sotto molti aspetti, ma in termini di pagamenti digitali è indietro anni luce”, afferma Riki. Nonostante la presenza di bancomat ovunque, il content creator sottolinea quanto sia scomodo per chi, come lui, è abituato a pagare tutto con carta. In Italia ormai usiamo la carta dappertutto, persino per il caffè al bar. Riki ha definito questa abitudine una “perdita di tempo” e una "scomodità", augurandosi che il paese faccia maggiori sforzi per modernizzare il sistema di pagamento.

2. La qualità (o quantità) della carta nei bagni pubblici e nei ristoranti
Il secondo punto è forse più inaspettato: Riki ha notato che la carta nei bagni pubblici e nei ristoranti giapponesi è estremamente sottile, ovvero a un velo. Sebbene comprenda che questa scelta possa derivare da un desiderio di ridurre gli sprechi e tutelare l’ambiente, non ha potuto fare a meno di evidenziarne l’inconvenienza. Dopo aver utilizzato i servizi igienici o lavato le mani, si è trovato costretto a usare quantità molto maggiori di carta per asciugarsi. “Il risultato è che si finisce per consumare comunque molta carta, quindi il risparmio mi sembra un controsenso”. Anche quando ha mangiato nei ristoranti o cibo da strada senza posate, Riki ha sentito la mancanza di tovaglioli più resistenti. Questo dettaglio, pur essendo apparentemente secondario, ha avuto un impatto sul suo comfort durante il viaggio.
3. Il trattamento degli animali
Il terzo aspetto sollevato da Riki è il più serio e riguarda il trattamento degli animali in Giappone. Questo tema lo ha colpito profondamente, tanto da definirlo “la delusione più grande del viaggio”. Basandosi sull’Indice Internazionale per la Cura degli Animali, il Giappone si classifica con una valutazione E, molto bassa, paragonabile a quella di paesi con scarsissime risorse economiche. Riki ha raccontato di aver visitato negozi dove era possibile acquistare animali come gufi e scimmie, cosa proibita in Italia e in moltissimi paesi europei, tenuti in gabbie minuscole e inadatte al loro benessere. Anche negli zoo, la situazione non era migliore. Per un paese avanzato come il Giappone, questa mancanza di sensibilità verso gli animali è apparsa particolarmente incongruente. Insomma, nessun paese è perfetto e non lo è tantomeno il Giappone, come testimoniato dal content creator che ha potuto vederlo con i suoi occhi.
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