Il surimi, conosciuto da molti come il "wurstel di granchio", è un prodotto alimentare diffuso in tutto il mondo, spesso utilizzato in insalate, sushi e piatti pronti. Ma cosa contiene davvero? La sua preparazione inizia dalla lavorazione della carne di pesce, principalmente merluzzo, che viene tritata finemente fino a ottenere una pasta liscia e omogenea. Questa viene poi mescolata con altri ingredienti come amido, olio e spezie, e infine modellata nella caratteristica forma a bastoncino. Nonostante il nome, nel surimi non c’è granchio, ma solo aromi che richiamano il suo sapore.
Il dottor Walter Antonucci, nutrizionista italiano molto seguito sui social, ha recentemente analizzato la lista degli ingredienti di un comune surimi acquistato in un supermercato. Ecco cosa ha scoperto:
- 41% di pesce: esclusivamente carne di merluzzo, proveniente dall’Alaska o dal Pacifico.
- Acqua e amido: utilizzati per conferire la consistenza desiderata e aumentare il volume del prodotto.
- Olio di colza: presente in piccole quantità, contribuisce alla texture del surimi.
- Paprika e coloranti: per dare al surimi il tipico colore arancione che richiama visivamente il granchio.
Nonostante la presenza di merluzzo, il contenuto proteico del surimi è piuttosto basso rispetto a quello del pesce fresco. Inoltre, gli altri ingredienti lo rendono un prodotto più elaborato e meno naturale rispetto a una porzione di pesce. Rientra, pertanto, nella categoria dei cibi processati.
Surimi: è un alimento salutare?
Secondo Antonucci, il surimi non è un alimento particolarmente nutriente e non dovrebbe essere considerato una base per un pasto equilibrato. A differenza di quanto si crede, il surimi non contiene granchio. Questa falsa credenza proviene, probabilmente, dal fatto che in inglese si chiami "imitation crab". "Imitation", per l'appunto. Non solo: ha un basso contenuto di proteine, quindi non può sostituire una fonte proteica completa come il pesce fresco. Tuttavia, Antonucci non lo demonizza: consumarlo due o tre volte al mese è accettabile per chi ne apprezza il sapore, ma non è consigliabile farlo più di una volta a settimana. Il surimi è spesso criticato per la presenza di additivi e amido, che ne abbassano il valore nutrizionale complessivo. Tuttavia, Antonucci sottolinea che non è dannoso se consumato con moderazione e inserito in un’alimentazione bilanciata.

Come abbinare il surimi per un pasto leggero
Il dottor Antonucci consiglia di utilizzare il surimi come snack leggero o come componente di un pasto rapido. L’abbinamento ideale è con alimenti freschi e non elaborati, in grado di compensare le carenze nutrizionali del prodotto. Ecco alcune idee proposte dal nutrizionista:
- Con gallette di riso e rucola: Un pasto leggero e veloce, dove le fibre della rucola e i carboidrati complessi delle gallette bilanciano il basso contenuto proteico del surimi.
- In insalate fresche: Tagliato a rondelle, il surimi può essere aggiunto a insalate ricche di verdure di stagione, come lattuga, carote, pomodorini e cetrioli. Un filo d’olio extravergine di oliva e una spruzzata di limone completano il piatto.
- Con avocado e pane integrale: Per un pasto più sostanzioso, abbina il surimi a fettine di avocado e pane integrale, creando un mix di sapori e consistenze.
Il surimi è un alimento comodo e versatile, ma non dovrebbe essere considerato una fonte proteica principale o un sostituto del pesce fresco. Come per molti altri alimenti trasformati, la moderazione è la chiave. Chi decide di consumarlo, dovrebbe abbinarlo a ingredienti freschi e nutrienti per creare un pasto bilanciato.
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