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Se sei tra coloro che non hanno mai subito una frattura ossea nella loro vita, potresti pensare semplicemente di essere stato fortunato o di avere uno stile di vita particolarmente prudente. Tuttavia, secondo alcuni studi in ambito psicologico, il fatto di non aver mai sperimentato una frattura potrebbe essere legato a tratti specifici della personalità e ad alcune dinamiche comportamentali.
La psicologia ha da tempo analizzato il rapporto tra personalità e comportamenti rischiosi. Uno degli studi più rilevanti è quello basato sul modello dei Big Five, che individua cinque tratti fondamentali della personalità: estroversione, gradevolezza, coscienziosità, nevroticismo (o neuroticismo, per sommi capi vuol dire propensione alla depressione e insicurezza) e apertura all'esperienza.
Le persone che tendono a essere più avventurose e impulsive (tipicamente caratterizzate da un'alta estroversione e una bassa coscienziosità) hanno maggiori probabilità di incorrere in incidenti, compresi quelli che portano a fratture ossee. Al contrario, chi presenta alti livelli di coscienziosità e bassa propensione al rischio è generalmente più attento e prudente, il che potrebbe spiegare l'assenza di fratture nella propria storia clinica.
Il ruolo dell’ansia e della paura
Un altro elemento da considerare è il livello di ansia e paura che un individuo sperimenta nel corso della vita. Studi psicologici hanno evidenziato che chi ha un alto livello di nevroticismo tende a evitare situazioni potenzialmente pericolose, limitando così le probabilità di subire un infortunio. Questo comportamento preventivo può essere vantaggioso per la salute fisica, ma potrebbe anche comportare un'esperienza di vita meno ricca di stimoli e sfide.
Secondo una ricerca pubblicata sul Journal of Personality and Social Psychology, le persone con elevata ansia sono più inclini a evitare attività sportive o ad adottare un comportamento iperprotettivo nei confronti di sé stessi, riducendo così il rischio di traumi fisici. Se da un lato questo può essere un fattore positivo, dall'altro può limitare le esperienze di crescita personale e sociale.
Contesto sociale e cultura della sicurezza
Un altro aspetto da considerare è il contesto familiare e culturale in cui una persona cresce. Chi è stato educato in un ambiente molto attento alla sicurezza tende ad adottare comportamenti più cauti. Ad esempio, i bambini cresciuti con genitori iperprotettivi potrebbero essere stati esposti a meno situazioni rischiose, sviluppando una mentalità più prudente anche in età adulta.

D'altro canto, la cultura sportiva e l'abitudine a praticare attività fisiche fin da piccoli possono influenzare il rischio di infortuni. Gli atleti, ad esempio, sono molto più esposti a lesioni, comprese le fratture, rispetto a chi conduce una vita più sedentaria. In questo senso, non aver mai avuto una frattura potrebbe anche significare che si è stati meno esposti a esperienze fisicamente impegnative. Stesso discorso per coloro che, incentivati dai genitori, hanno iniziato a guidare mezzi a due o quattro ruote fin da adolescenti.
Cosa dice la scienza sulle ossa forti?
Infine, non bisogna trascurare l'aspetto biologico. Alcune persone hanno una densità ossea naturalmente più alta, che riduce il rischio di fratture anche in caso di cadute o impatti. La genetica, l'alimentazione e l'attività fisica influenzano la resistenza ossea, e questo potrebbe essere un ulteriore fattore determinante.
Secondo studi pubblicati sull'American Journal of Clinical Nutrition, una dieta ricca di calcio e vitamina D, insieme a una costante attività fisica (come il sollevamento pesi o la camminata veloce), aiuta a mantenere le ossa forti e meno soggette a fratture. Se non hai mai avuto una frattura, potresti aver beneficiato di un mix di buone abitudini alimentari e genetica favorevole.
