Perché il salmone ha sempre un colore diverso? Nutrizionista italiano risponde così

Hai notato anche tu, ogni volta che lo mangi, che il salmone ha un colore diverso? Un noto nutrizionista italiano, molto seguito sui social, ha spiegato come interpretare tali differenze cromatiche e da quali fattori sono 'causate'.

Il salmone, originario dell'Oceano Atlantico, è uno dei pesci più apprezzati e consumati in tutto il mondo, sia nella sua versione fresca che affumicata. In Italia, molte persone lo scelgono per le sue eccellenti proprietà nutrizionali, essendo ricco di proteine e acidi grassi essenziali come gli Omega-3. Tuttavia, c'è un aspetto che incuriosisce molti consumatori: perché il salmone ha colori diversi? Alcuni tranci - come quelli che ordiniamo al ristorante di sushi - hanno un colore arancione intenso, altri sono rosa acceso, mentre altri ancora tendono a un rosa più chiaro e tenue. A rispondere a questa domanda ci ha pensato il medico nutrizionista italiano Walter Antonucci, che ha dedicato un video proprio a questo argomento.

Il colore del salmone dipende dalla sua alimentazione

Secondo Antonucci, la differenza di colore dipende principalmente dall'alimentazione e dall'ambiente in cui il salmone ha vissuto. Il salmone dal colore rosso-arancione più intenso è quello selvaggio, che ha sempre vissuto libero di nuotare in mare e si è nutrito di piccoli crostacei come il krill. Proprio questi alimenti sono responsabili della colorazione più vivace della carne del pesce. Non è un caso che nei ristoranti di sushi sia spesso utilizzato il salmone più rosso e intenso, perché oltre a essere visivamente più invitante, è anche considerato più pregiato.

D'altra parte, il salmone di allevamento tende ad avere una colorazione più tenue, spesso di un rosa chiaro. Questo dipende dal fatto che la sua alimentazione è basata su mangimi specifici, che possono contenere farine di pesce e altri ingredienti selezionati per la crescita controllata del pesce

Differenze nella composizione del grasso

Oltre alla colorazione, c'è un'altra grande differenza tra il salmone selvaggio e quello di allevamento: la percentuale di grasso visibile. Il nutrizionista spiega che il salmone selvaggio ha una quantità di grasso inferiore, quindi la sua carne appare più compatta e meno striata. Al contrario, il salmone di allevamento presenta delle evidenti striature bianche, segno di una maggiore concentrazione di grasso nella carne.

Il salmone più chiaro è di allevamento (per via dei mangimi con cui viene cibato), quello a destra è selvaggio (mangiando prevalentemente krill).
Il salmone più chiaro è di allevamento (per via dei mangimi con cui viene cibato), quello a destra è selvaggio (mangiando prevalentemente krill).

"Attenzione, però! Non tutto il grasso che si vede è Omega-3", avverte Antonucci. Questo significa che il grasso presente nel salmone di allevamento non è necessariamente quello benefico per la salute cardiovascolare. Infatti, la composizione nutrizionale del pesce può variare in base al tipo di alimentazione ricevuta negli allevamenti.

Quale salmone scegliere, quindi?

Dopo aver analizzato le differenze tra il salmone selvaggio e quello di allevamento, la domanda successiva è: quale scegliere? Antonucci consiglia, se possibile, di preferire il salmone selvaggio, poiché è più nutriente e anche più sostenibile dal punto di vista ambientale. Tuttavia, il prezzo del salmone selvaggio è più elevato rispetto a quello di allevamento, rendendolo meno accessibile per un consumo frequente. Essendo il salmone di per sé un alimento dal prezzo mediamente alto, va da sé che non tutti possano permettersi di acquistarlo selvaggio con frequenza.

"Anche quello di allevamento può essere mangiato ogni tanto! La cosa più importante è variare! Le tue proteine non devi prenderle solo dal salmone! Mangia anche uova, yogurt, legumi. Ricordati che una dieta sana è una dieta varia. Il salmone è ottimo, ma dev'essere solo una parte del tuo piatto", conclude il nutrizionista e content creator.

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