Linguista spiega perché i messaggi indesiderati si chiamano 'Spam': c'entra la Seconda Guerra Mondiale

Ci sono parole che usiamo ogni giorno senza conoscerne l’origine. Alcune derivano dal latino e dal greco, altre invece hanno origini più curiose e inaspettate. Una di queste è "Spam", il termine che identifica messaggi indesiderati, pubblicità invadenti e tentativi di truffa nelle nostre caselle di posta elettronica. Ma perché proprio "Spam"? Cosa c’entra questo termine con la Seconda Guerra Mondiale? Andrea Passador, creator seguitissimo su TikTok e Instagram per le sue pillole di linguistica, ha svelato la curiosa storia dietro questa parola.

Il legame tra Spam e la Seconda Guerra Mondiale

Tutto ha origine durante il Secondo Conflitto Mondiale. In quegli anni, gli Alleati ricevevano grandi quantità di carne di maiale in scatola fornita dalla Hormel Foods, un’azienda americana. Questo alimento aveva un prezzo basso, si conservava a lungo ed era ricco di proteine e grassi, utili per sfamare i soldati soprattutto nei mesi invernali in trincea.

'Spam' è la crasi di 'Spiced' e 'Ham', un tipo di carne di maiale dal gusto poco piacevole ma dal prezzo basso
'Spam' è la crasi di 'Spiced' e 'Ham', un tipo di carne di maiale dal gusto poco piacevole ma dal prezzo basso

Dopo la guerra, il prodotto continuò a essere distribuito su larga scala nel Regno Unito. Molte meno abbienti lo acquistavano per via della lunga conservazione e, soprattutto, del basso prezzo. Il problema? Il sapore lasciava molto a desiderare. Nonostante l’aggiunta di spezie, molti britannici lo trovavano poco appetitoso. Il nome originale del prodotto era "spiced ham", ovvero “prosciutto speziato”. Per ragioni di marketing, il nome fu abbreviato in "Spam", una parola breve e facile da ricordare.

L’intervento dei Monty Python

La diffusione del termine "Spam" come sinonimo di qualcosa di indesiderato non si deve solo alla Seconda Guerra Mondiale, ma anche all’influenza dei Monty Python, il celebre gruppo comico britannico. In uno sketch andato in onda nel 1970, una cameriera recitava un menù in cui compariva Spam in quasi ogni piatto. I clienti cercavano di evitare quel cibo, ma la cameriera lo proponeva con insistenza. Il pubblico trovò la scena esilarante, tanto che la parola "Spam" divenne sinonimo di qualcosa di ripetitivo e invadente.

Quando lo spam ha invaso le e-mail e i forum

Negli anni ‘90, con la diffusione delle e-mail, le caselle di posta iniziarono a riempirsi di messaggi pubblicitari indesiderati. Inizialmente le compagnie, sfruttando i buchi legislativi, abbondavano con questo tipo di messaggi. Gli utenti di forum e gruppi di discussione iniziarono a chiamarli "Spam", in riferimento alla ripetitività e all’invadenza del termine reso celebre dai Monty Python. La definizione si diffuse rapidamente e fu adottata anche dai provider di posta elettronica, come Gmail, per indicare i messaggi che finiscono automaticamente nella cartella Spam.

Oltre alle e-mail, lo spam ha trovato terreno fertile anche nei forum e nei social network. Nei primi anni 2000, molte community online iniziarono a essere inondate di messaggi inutili, commenti ripetitivi e pubblicità non richieste da parte di persone con molto tempo libero. Gli utenti che postavano contenuti privi di valore venivano etichettati come spammer, poiché riempivano le discussioni con testi senza senso o promozioni indesiderate. Nei forum più popolari, come quelli dedicati ai videogiochi o alla tecnologia, i moderatori spesso bannavano gli spammer per evitare che le discussioni perdessero qualità. Ancora oggi, nei gruppi online e nei social network, lo spam è un problema diffuso, con bot e utenti che pubblicano contenuti irrilevanti per ottenere visibilità.

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