Alessandro Manzoni era ludopatico? Esperta di storia racconta un aneddoto poco conosciuto

Alessandro Manzoni, autore de I Promessi Sposi, è considerato un fervente cristiano, un simbolo della letteratura italiana, eppure... aveva un vizietto segreto? Secondo Giulia, tiktoker italiana registrata come @storiedemainagioia, lo scrittore milanese avrebbe avuto una passione per il gioco d’azzardo in gioventù.

Giulia, nella biografia, specifica di raccontare storie di personaggi a cui "è andata male". Ma possiamo davvero dire che Manzoni rientri in questa categoria? Il suo romanzo è ancora studiato nelle scuole, il suo nome è immortalato in strade e piazze di tutta Italia, e ha vissuto fino a 88 anni, un’età considerevole per il XIX secolo. Tuttavia, secondo la tiktoker, da giovane avrebbe frequentato le sale da gioco del ridotto della Scala.

Manzoni e il gioco d’azzardo: verità o esagerazione?

Nel suo video, Giulia usa una tecnica tipica dei content creator per catturare l’attenzione: apre con la parola "ludopatico", salvo poi correggere il tiro subito dopo: "Ok, dai, non esageriamo! Diciamo che aveva il vizietto del gioco". Aggiunge poi una frase provocatoria: "Chi l'avrebbe mai detto che l'autore dei Promessi Sposi, fervente cristiano, nascondesse un passato oscuro?" Quando era un "giovane milanese rampante", Manzoni avrebbe frequentato il ridotto della Scala. Ma cos’era questo luogo? L'esperta di storia citata nel video spiega che si trattava di un’area del Teatro alla Scala dove erano stati allestiti tavoli da gioco d’azzardo.

Manzoni, da giovanissimo, avrebbe frequentato delle bische clandestine allestite al Teatro 'Alla Scala' a Milano.
Manzoni, da giovanissimo, avrebbe frequentato delle bische clandestine allestite al Teatro 'Alla Scala' a Milano.

Il poeta Giuseppe Parini descrisse questi spazi come ambienti pericolosi ed "esecrabili" (sic), in cui un uomo molto ricco poteva diventare nullatenente nel giro di poche ore. Manzoni, secondo Giulia, ne era affascinato: "Era un giovane brillante e alla moda e 'sta cosa je dava il brividino", commenta in romanesco. Non si sa quanti soldi abbia perso o vinto, ma sappiamo che il periodo 'ludopatico' è durato qualche mese, al massimo un anno. È emerso che il suo maestro Vincenzo Monti lo mise in guardia: se voleva diventare un poeta affermato, doveva abbandonare certi ambienti. Sembra anche che suo padre, per 'punizione', lo mandò a vivere a Venezia proprio per tenerlo lontano dalla tentazione del gioco d'azzardo.

Giulia specifica nei commenti del suo video che ha tratto queste informazioni dal libro Alessandro Manzoni, studio biografico di Angelo de Gubernatis, una fonte che confermerebbe questa parte della vita dell'autore.

I lati meno conosciuti di Alessandro Manzoni

Se la passione per il gioco sembra essere solo una parentese giovanile, altre curiosità sullo scrittore sono ben documentate. Biografie e studi riportano dettagli sulla sua personalità e sulle sue difficoltà personali.

Problemi di salute e ansia cronica

Manzoni soffriva di agorafobia e attacchi di panico che influenzarono profondamente la sua vita.

  • Evitava di camminare sul suolo bagnato.
  • Non usciva mai da solo per paura di restare bloccato in spazi aperti.
  • Era balbuziente, al punto da non riuscire a parlare in pubblico.
  • Non riusciva a scrivere se qualcuno gli stava vicino.

Queste condizioni lo portarono a una vita piuttosto ritirata, alimentando l’immagine dello scrittore austero e riservato.

Avventure giovanili e malattie veneree

Nonostante il rigore morale per cui è ricordato, Manzoni ebbe alcune esperienze giovanili piuttosto vivaci:

  • Ebbe una relazione con una domestica che intratteneva rapporti anche con un suo amico. La donna rimase incinta di uno dei due.
  • Durante un soggiorno a Venezia contrasse una malattia venerea, nota all’epoca come ciprigna (probabilmente sifilide). L’esperienza lo spaventò al punto da non voler più tornare nella città lagunare per il resto della sua vita.

Un carattere ironico e brillante

Se l’immagine comune di Manzoni è quella di un uomo serioso, in realtà sapeva essere spiritoso. Era dotato di una memoria eccezionale e amava le conversazioni brillanti. Un aneddoto racconta che, quando un ammiratore gli recitò alcuni versi dell’Adelchi senza sapere che fossero suoi, Manzoni commentò ridendo: "Ditt de lu piasen anca a mi" ("Detti da lui mi piacciono anche a me"). Nonostante fosse descritto come freddo e riservato, in realtà si teneva lontano dalle donne per paura di esserne travolto emotivamente.

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