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Federico Cafaro, nutrizionista italiano con un buon seguito sui social, ha pubblicato un video il cui incipit non lascia spazio a dubbi: “Hai presente il reparto vegano del supermercato? Scarta tutto. Di qui io salvo giusto giusto due o tre cose”. Nessun giro di parole, nessuna concessione alla moda del momento. Secondo lui, gran parte del cibo vegano in vendita è tutt’altro che salutare.
E se pensavi che scegliere prodotti vegani fosse automaticamente sinonimo di mangiare sano, preparati a rivedere le tue certezze. Cafaro smonta pezzo per pezzo la narrativa del “green = healthy”, e lo fa con esempi concreti, nomi e cognomi degli alimenti promossi e di quelli, a suo dire, assolutamente da evitare.
Tofu, tempeh e poco altro: cosa salva il nutrizionista
Nel suo video, Cafaro non fa solo critiche. Indica chiaramente i pochi prodotti vegani che considera validi da un punto di vista nutrizionale. In cima alla lista c’è il tofu, che definisce “un alimento sano e valido da inserire nella tua dieta”. Approvato anche il tofu affumicato, che lui consiglia a chi vuole qualcosa di più gustoso rispetto alla versione classica, spesso accusata di essere troppo insipida.

Altro alimento promosso è il tempeh, meno conosciuto ma molto usato nelle cucine vegetariane. Si tratta di soia fermentata, ricca di proteine vegetali e più digeribile della soia normale. In Asia lo chiamano "carne vegetale". Cafaro spiega: “È una buona fonte proteica e contiene fermenti che fanno bene all’intestino”. Infine, una piccola apertura ai salumi vegetali, che possono rappresentare un’alternativa più leggera ai salumi tradizionali. "Per chi vuole ridurre il consumo di carne, possono tornare utili".
I burger vegetali? Bocciati
Ma tutto il resto? Bocciato senza appello. Burger vegetali, formaggi vegani, dessert al cocco e persino alcune “fette” alternative alla carne: per Cafaro sono solo junk food con un’etichetta ecologica. In didascalia al video scrive: “Ti stanno vendendo burger vegetali, formaggi senza latte e dessert a base di cocco pieni di zuccheri, grassi e ingredienti che manco riesci a pronunciare”. Secondo il nutrizionista, questi alimenti sono spesso ultra-processati, ricchi di oli industriali, amidi, aromi artificiali e zuccheri nascosti. “Altro che cibo sano: è junk food travestito da scelta etica”, tuona Cafaro. E rincara la dose: “Non basta che sulla confezione ci sia scritto ‘vegano’ per pensare che sia buono per la salute. È marketing, non nutrizione”.
Vegan non vuol dire salutare
La frase che ha colpito di più nel suo intervento è anche la più semplice: “Essere vegani non significa automaticamente mangiare bene”. Una verità che, secondo Cafaro, viene ignorata da molti consumatori che si fidano ciecamente dell’etichetta verde e delle promesse sulle confezioni. Questa “moda del vegano”, secondo il nutrizionista, sta portando sempre più persone a sostituire il junk food tradizionale con quello vegano, pensando di aver fatto un passo avanti per la salute.
Un altro aspetto evidenziato da Cafaro riguarda la composizione degli ingredienti nei cibi vegani confezionati. Il riferimento è ai lunghissimi elenchi di additivi, stabilizzanti, aromi e zuccheri nascosti che compongono molti di questi prodotti. Insomma, a suo avviso, gli unici due prodotti da tenere in considerazione sono tofu e tempeh. Tutti gli altri non fanno poi così bene, anche se non contengono carne.
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