Il caldo non risparmia nessuno, nemmeno la Corea del Sud. Ma qui, nel cuore pulsante dell’Asia, affrontare l’estate non significa solo rifugiarsi sotto l’aria condizionata. Lo sa bene Julian, un italiano che da oltre 330 giorni viaggia per il mondo con lo “zaino in spalla”, documentando tutto sul suo profilo Instagram perdersi_altrove. Attualmente in Corea del Sud, Julian ha condiviso alcune trovate geniali viste a Seul per combattere il caldo torrido, specialmente durante i mesi di agosto e settembre. La sua testimonianza è stata reputata interessante perché mostra come, anche senza grandi budget, si possa offrire sollievo a migliaia di persone con intelligenza, design e un pizzico di creatività urbana.
A Seul combattono il caldo con fontane, ruscelli e camerini improvvisati
Durante la sua visita in un quartiere di Seul, Julian ha notato qualcosa che in Italia farebbe notizia: aree pubbliche interamente dedicate al refrigerio urbano. Non solo panchine all’ombra o alberi sparsi, ma un vero e proprio “ecosistema del fresco” creato per aiutare i cittadini a sopravvivere alle giornate più torride.
Cosa ha trovato esattamente?
- Fontane con acqua fresca, dove i bambini giocano e si rinfrescano.
- Ruscelli urbani, piccole canalette d’acqua pensate per far immergere i piedi e trovare un momento di sollievo.
- Camerini in legno, installati solo nei mesi più caldi, dove ci si può cambiare dopo essersi bagnati oppure infilare un costume per fare un tuffo veloce tra gli zampilli delle fontane.
- Ventilatori giganti, messi a disposizione per asciugarsi in pochi secondi.
- Aree relax in legno, dove sedersi e semplicemente godersi l’ombra e il passaggio dell’aria.
Julian racconta anche di aver visto, in un’altra piazza, un parco acquatico temporaneo costruito apposta per far divertire i più piccoli, evitando che restassero chiusi in casa a soffrire le alte temperature. L’impressione è chiara: in Corea del Sud si pensa davvero a tutto. Queste soluzioni non richiedono tecnologie avanzate o grandi investimenti, ma solo attenzione al benessere dei cittadini. Il principio è semplice: creare spazi pubblici multifunzionali che si adattino alle esigenze stagionali. E quando l’estate arriva con tutta la sua forza, Seul si trasforma.

Non si parla di soluzioni temporanee "buttate lì", ma di un vero e proprio modello urbano che mette al centro il comfort delle persone. Un’idea da copiare anche in Europa? A giudicare dalla reazione degli utenti sui social, decisamente sì.
Quando la tecnologia incontra il caldo: l’esempio (estremo) di Doha
Ma se pensate che la Corea del Sud sia già al top in fatto di refrigerio urbano, allora non avete mai sentito parlare di Doha, in Qatar. Qui non ci si accontenta di fontane o ruscelli: si passa direttamente all’aria condizionata all’aperto. Durante i Mondiali del 2022, le autorità qatariote hanno installato un innovativo sistema lungo una delle strade più trafficate della capitale. Come funziona? Semplice, almeno in teoria: sotto al marciapiede sono state collocate delle griglie che emettono aria fresca, in grado di mantenere la temperatura costante anche quando fuori si superano i 40 gradi.
Il trucco sta tutto nel controllo dell’ambiente: l’aria calda viene bloccata dall’ingresso, quella fresca viene spinta verso l’alto. Risultato? Una passeggiata in centro che sembra una giornata primaverile, anche nel pieno dell’estate mediorientale, quando il caldo può essere letteralmente insopportabile, trovandosi in pieno deserto.
Oltre all’aria condizionata a cielo aperto, Doha ha sperimentato un’altra trovata: dipingerle di blu. Le strade non sono più nere o grigie, ma blu acceso. Una scelta estetica? Macché: il colore riflette maggiormente i raggi solari, riducendo così la temperatura superficiale dell’asfalto fino a 10°C in meno rispetto a quelle tradizionali. Una soluzione che ha fatto scuola anche in Giappone e negli Emirati Arabi. Tuttavia, proprio queste soluzioni “ad alta tecnologia” hanno acceso qualche dibattito: in molti si chiedono se sia davvero sostenibile consumare energia per rinfrescare spazi esterni, soprattutto in un’epoca in cui si punta alla riduzione delle emissioni.
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