Esperta spiega perché lavare gli abiti appena comprati prima di indossarli: ecco cosa va eliminato sui tessuti.
C’è chi, appena tornato a casa con una nuova maglietta o un pantalone appena acquistato, non vede l’ora di indossarlo. Ma c’è un passaggio fondamentale che molti sottovalutano: lavare i vestiti prima di usarli per la prima volta. A ricordarcelo non è solo il buon senso, ma anche chi di igiene se ne intende davvero. L’infermiera Alma Ahmeti, diventata popolare sui social per i suoi consigli pratici legati alla salute e alla pulizia della casa, ha voluto chiarire perché questa abitudine dovrebbe diventare la regola, e non l’eccezione.
Alma parte da un’osservazione tanto semplice quanto efficace: i vestiti nuovi non sono affatto “vergini”. Che li si compri in negozio o online, è altamente probabile che siano stati toccati, maneggiati o addirittura indossati da altre persone. Pensiamo ai camerini di prova, dove i capi vengono continuamente messi e tolti da clienti diversi. Oppure alle fasi di produzione e distribuzione, durante le quali gli indumenti passano tra le mani di decine di operatori: produttori, fornitori, magazzinieri, commessi. A questo va aggiunto un dettaglio spesso trascurato: gli acquisti online. Se un capo ti viene recapitato ben piegato e profumato, non vuol dire che non sia stato restituito da qualcuno, provato, toccato o lasciato in ambienti non proprio puliti.

Germi e batteri si nascondono tra le fibre dei tessuti: quel vestito è già entrato in contatto con molte più persone di quante immagini
Al di là dell’aspetto “sociale” del contatto umano, c’è un problema più insidioso: i vestiti nuovi sono potenzialmente pieni di germi. Durante il loro lungo viaggio, possono entrare in contatto con superfici poco igieniche: macchinari, mezzi di trasporto, pavimenti di magazzini e scaffali impolverati. La polvere non è solo un fastidio visivo: può essere veicolo di microrganismi. Anche se non li vediamo, batteri e residui biologici possono annidarsi nelle fibre del tessuto, in particolare nei capi realizzati con materiali sintetici. E una volta a contatto con la pelle, potrebbero causare infezioni cutanee, specialmente in soggetti con una barriera epidermica più debole o con ferite aperte.
Alma Ahmeti tocca un tema spesso ignorato, ma estremamente rilevante: la presenza di sostanze chimiche nei capi nuovi. Per rendere i vestiti più brillanti, morbidi, resistenti alle pieghe o semplicemente per conservarli meglio durante il trasporto, i produttori ricorrono a composti potenzialmente dannosi per la salute. La formaldeide, ad esempio, è una sostanza chimica comunemente usata per impedire la formazione di muffe e per fissare le tinte. Ma si tratta di un composto irritante, soprattutto per chi ha la pelle sensibile o è predisposto a dermatiti e reazioni allergiche. I coloranti, anch’essi spesso sintetici, possono lasciare tracce che si trasferiscono sulla pelle a contatto diretto.
Lavare il capo prima di indossarlo non è solo una precauzione, ma un atto di cura verso il proprio corpo. Basta un lavaggio delicato per eliminare residui invisibili, batteri, sostanze tossiche e sudore altrui. Un gesto semplice, che può evitare conseguenze fastidiose, come pruriti, arrossamenti o reazioni allergiche.
