La scena è surreale, ma del tutto reale. Il protagonista di questa storia è elohadda0, un utente italiano di TikTok che si è trasferito in Australia per lavoro. Durante una giornata qualunque, si ferma davanti a un punto vendita con l’insegna TGS. Ma non sono le offerte del giorno ad attirare la sua attenzione. Sono decine di foto stampate, attaccate una accanto all’altra sulla porta d’ingresso.
Su ognuna, la foto di una persona (probabilmente un frame delle telecamere di sicurezza) all’uscita del negozio. Ma il dettaglio che fa discutere sta sotto: la scritta “BANNED” o “SHAME”, accompagnata da data del furto, importo della merce rubata e, in alcuni casi, una descrizione del reato. Alcune cifre sono oggettivamente ridicole: 5 dollari australiani, ovvero poco più di 3 euro. Altri, però, hanno rubato anche oggetti dal valore di 35 dollari, dunque oltre 20€. Ma il messaggio è chiaro: tolleranza zero per i ladruncoli.

Cartelli e volantini non lasciano spazio a dubbi. “Rubare è un reato. I colpevoli verranno perseguiti”, recita in inglese un messaggio che campeggia su quasi tutti i cartelli. E l’eco della vergogna arriva fino a TikTok, dove il video dell’italiano ha raccolto migliaia di visualizzazioni e commenti increduli.
Una gogna moderna contro i piccoli furti: è davvero troppo?
In Italia una cosa del genere sarebbe impensabile. O almeno, è accaduto che sui social finissero video di persone fuggite dai ristoranti senza pagare, ma si tratta di casi eccezionali. Esporre il volto di qualcuno senza passare dal giudice scatenerebbe una bufera legale. In Australia, invece, molti negozi usano questo sistema come deterrente. Non si tratta solo di punire, ma di educare. Mostrare pubblicamente il volto di chi ruba serve a dire: qui non passa nessuno impunito. Qualcuno grida alla violazione della privacy, ma la maggior parte degli utenti, anche in Italia, si schiera dalla parte dei commercianti. “Se non rubi, non finisci lì sopra - scrive un commentatore - meglio questo che i furti a raffica nei negozi”, dice un altro. La linea è chiara: chi sbaglia paga, anche pubblicamente.
In Australia le regole sono diverse
Quella raccontata dal tiktoker è solo una delle tante stranezze che colpiscono gli italiani appena arrivati in Australia. Il Paese dei canguri ha regole di convivenza, abitudini sociali e costumi quotidiani che, per chi arriva dall’Italia, possono sembrare quasi alieni.
Camminare scalzi ovunque? Normalissimo
La prima cosa che salta all’occhio? Gli australiani, soprattutto nelle città costiere, camminano scalzi nei supermercati, nei centri commerciali e perfino in strada. Non è una moda, ma una consuetudine. La scena che in Italia farebbe scattare un cazziatone della nonna, in Australia è la normalità più assoluta.
La lingua è un rebus: “arvo”, “barbie” e “brekkie”
Anche l’inglese australiano è un piccolo rompicapo. Gli australiani abbreviamo tutto: afternoon diventa “arvo”, barbecue è “barbie”, breakfast si trasforma in “brekkie”. E poi c’è “mate”, il modo universale per rivolgersi a chiunque, dall’amico intimo al barista che ti serve il caffè.
Carne di canguro e spaghetti sul toast
Sul fronte culinario, la differenza si fa ancora più netta. Nei supermercati puoi trovare bistecche di canguro, salsicce di emù o carne di coccodrillo. E non è finita: esiste anche l’abitudine di mangiare spaghetti in lattina serviti sul pane tostato. Una “delizia” che farebbe impallidire qualsiasi cuoco italiano, ma che qui viene considerata una colazione veloce e gustosa.
Il paese della tranquillità
Una sola parola: relax. L’Australia è un Paese dove la tranquillità permea ogni angolo della società. La gente sorride, saluta sempre, anche se non ti conosce. In ogni negozio ti accolgono con un “Hey mate, how’s your day?”. E non è solo cortesia: è proprio cultura. Nel traffico, le urla sono rare, il clacson quasi bandito. Non lo puoi usare per salutare qualcuno: se lo fai, rischi una multa. La calma è legge. Inoltre molti italiani notano che gli australiani non hanno una grande cultura del lavoro: lo stipendio serve a tutti, ma non sono molti i cosiddetti workaholic (persona che soffre dalla dipendenza da lavoro).
