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Il sospetto ce lo abbiamo tutti. A volte, basta parlare con un amico del prossimo viaggio in Spagna o di un ristorante di sushi, ed ecco comparire la pubblicità perfetta: voli scontati per Madrid o Barcellona e foto di uramaki che ti fanno venire voglia di recarti al ristorante o di ordinarlo a domicilio. Coincidenza? Forse no. Togli il forse. A rispondere una volta per tutte è Mitch, informatico americano noto per il suo canale "Under the Firewall". In un video diventato virale, ha confermato ciò che in molti temevano: lo smartphone ti ascolta. Sempre.
Lo smartphone ti ascolta davvero: parola dell’esperto
Mitch non ha usato giri di parole: "Sì, voglio confermarti che il tuo smartphone ti ascolta sempre. Il motivo? Gli assistenti vocali come Siri e Google Assistant sono progettati per essere attivi 24 ore su 24". Questi software sono integrati nei sistemi operativi più usati al mondo, iOS e Android, e funzionano grazie a una tecnologia che li rende in grado di riconoscere immediatamente parole come “Hey Siri” o “Ok Google”. Ma per farlo devono ascoltare costantemente ciò che dici, anche quando non li stai attivando.
Il problema? Questa funzione non serve solo a essere utili: serve a raccogliere dati. Tanti, tantissimi dati. Perché ogni parola, frase o preferenza espressa verbalmente può essere usata per mostrare annunci pubblicitari sempre più precisi. Il tuo telefono, in pratica, conosce i tuoi desideri prima ancora che tu li abbia digitati.

Mitch è diretto: "Se ti stai chiedendo perché, dopo aver parlato di qualcosa, ti compaiono pubblicità a tema, il motivo è quasi sicuramente quello". E non è l’unico a dirlo. Diversi esperti di cybersecurity hanno più volte confermato che molte app, anche quelle più insospettabili, hanno accesso al microfono del dispositivo anche in background. Ecco perché, anche se non hai nulla da nascondere, sapere cosa dice il tuo telefono di te è fondamentale. Non solo per una questione di privacy digitale, ma anche per evitare un eccesso di manipolazione algoritmica.
GDPR contro Big Tech: chi tutela davvero i tuoi dati?
Qui entra in gioco una delle leggi più discusse degli ultimi anni: il GDPR. L’Europa, grazie a questa normativa, offre agli utenti strumenti concreti per capire e controllare l’uso dei propri dati personali. Le app devono chiedere il consenso esplicito, e ogni utente può gestire (o revocare) i permessi concessi. Negli Stati Uniti, invece, la musica cambia. Le regolamentazioni sono molto più leggere. Va anche detto le Big Tech trovano spesso strade alternative per continuare a raccogliere dati anche dagli utenti europei. D’altronde, come ha detto un dirigente di settore, “i dati sono il petrolio del XXI secolo”. Sapere cosa ti interessa (e cosa no) permette alle aziende di investire in pubblicità molto mirate.
Come disattivare l’ascolto costante del tuo smartphone
La buona notizia è che puoi disattivare l’ascolto costante. Non serve essere un esperto di tecnologia: bastano pochi passaggi.
Per dispositivi iOS (iPhone)
- Vai su Impostazioni > Siri > Parla a Siri
- Tocca Off
- Se appare una finestra pop-up, seleziona Disattiva Siri
Per negare l’accesso al microfono alle app:
- Vai su Impostazioni > Privacy e sicurezza
- Tocca Microfono
- Disattiva l’interruttore accanto a ogni app sospetta
Per dispositivi Android
- Apri l’app Google e tocca la tua foto profilo
- Vai su Impostazioni > Google Assistant > Generale
- Disattiva Google Assistant. Conferma se richiesto
Per limitare il microfono alle app:
- Vai su Impostazioni > Privacy > Gestione autorizzazioni
- Tocca Microfono
- Seleziona Nega per ogni app o solo per quelle specifiche
Se sei interessato/a a temi di sicurezza relativa al tuo smartphone, ecco qualche consiglio attinente di impostazioni poco conosciute di Google Chrome.
