Mangiano nel ristorante più assurdo al mondo: si cammina a gattoni e si cambia stanza ad ogni pasto

Altro che stellati, qui si striscia. E non stiamo parlando di come quando non esistevano i pagamenti contactless si pagava con la carta. Certo, non è propriamente un ristorante economico, vale ogni centesimo per chi cerca un’esperienza che, letteralmente, ti fa cambiare prospettiva. Benvenuti da Absurtidies, il ristorante a Singapore diventato virale grazie ai tanti content creator - di professione e non - che hanno documentato sui social la follia di questa cena multisensoriale.

Si entra a gattoni... e da lì in poi è un crescendo di assurdità

Il colpo di scena arriva subito: per accedere al ristorante si passa carponi da un ingresso segreto nascosto in una caffetteria. E si finisce in un locale sotterraneo in stile cucina americana anni '90, tutto bianco, rosa e verde. Ma è solo la prima delle sei “scene” che compongono l’esperienza culinaria di Absurtidies. Ogni portata viene servita in una location diversa, completamente trasformata e teatrale, come in un set cinematografico. Non a caso, i gestori usano la buzzword "universi". Ci si sposta aprendo armadi, sollevando tavoli, scorrendo pareti: ogni passaggio è parte dello show. I camerieri? Veri e propri attori in costume, che contribuiscono a creare un’atmosfera surreale, tra magia, delirio e design immersivo.

Dimenticatevi le portate classiche. Ogni stanza ha un tema, e ogni tema ha il suo piatto fuori di testa. Si comincia con un antipasto servito in una ciotola che ha il fondo... a forma di volto umano. Le portate successive? Un crescendo di gusto e scenografia:

  • Scena giungla: hamburger con jackfruit e funghi cardoncelli, accompagnati da patate dolci fritte nella cenere di bambù. Vegetariano sì, ma con stile tribale.
  • Scena deserto: codfish (merluzzo), un piatto che sa di sabbia e vento caldo.
  • Scena casalinga anni '90: cereali, funghi e latte. Sì, hai letto bene. Uno shock per ogni italiano, mitigato da una bevanda servita in un biberon.
  • Scena degli stregoni: un risotto “segreto” da recuperare dentro una cassettiera, condito con una polverina misteriosa versata da una provetta. Harry Potter, scansati.
  • Scena aereo: dessert con gelato alla gelatina e Prosecco, mentre dal finestrino scorrono immagini del decollo e atterraggio e in sottofondo si sente la vibrazione tipica dei voli in aereo.
A sinistra il dessert a forma di vecchio telefono, a destra il famoso latte con funghi e cereali (purtroppo).
A sinistra il dessert a forma di vecchio telefono, a destra il famoso latte con funghi e cereali (purtroppo).

Ogni scena regala ai partecipanti una o due “carte” che descrivono cosa si è mangiato. A fine pasto, collezionandole tutte, sul retro si rivela un puzzle da decifrare. Una trovata che mescola gastronomia, teatro e gamification. In alcune serate speciali, chi prenota con il codice promozionale riceve extra gratuiti tra la seconda e la quarta portata: bevande colorate, parole misteriose, e dettagli scenografici ancora più bizzarri. Tipo? Una bottiglietta con scritto “coca” nel buco dell’albero. Letteralmente, nonsense da bere.

Quanto costa questa follia? E come si prenota

Il prezzo base è di 148 dollari singaporiani a testa (circa 100€), ma con tasse e extra si arriva tranquillamente a 130€. Andare in coppia è costoso, ma chi prenota per gruppi di almeno 6 persone riceve uno sconto tra il 10% e il 20%. L’indirizzo viene comunicato solo 48 ore prima dell’evento. Niente Google Maps: è tutto parte del gioco. L’esperienza dura circa due ore, ogni scena si sussegue come un vero e proprio spettacolo teatrale, e l’atmosfera cambia di minuto in minuto.

Absurtidies non è solo un ristorante: è una performance immersiva, una festa psichedelica per chi ha voglia di rompere gli schemi. Piacerà a tutti? No, soprattutto se sei un amante della carbonara e del vino rosso. Ma per chi ama l’esperienzialità e le cose fuori dal comune, è un must assoluto se capiti a Singapore.

La recensione più dettagliata su Google lo descrive come “un low-budget Ultraviolet” (in riferimento al celebre ristorante multisensoriale di Paul Pairet a Shanghai). E anche se le sedie non sono comodissime, nessuno sembra lamentarsi: l’assurdo qui è servito. Letteralmente.

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