Giappone, influencer mostra gli uffici più piccoli del mondo (in affitto): come funzionano

Quando si pensa agli uffici, vengono in mente grattacieli immensi, open space chiassosi o, al massimo, scrivanie condivise in coworking. Ma in Giappone, il Paese che non smette mai di sorprenderci, esiste una versione tascabile dell'ufficio tradizionale. A raccontarcelo è Patricia in Tokyo, influencer statunitense di origini giapponesi che da anni vive nella capitale nipponica, svelando curiosità sulla vita quotidiana dei giapponesi.

Le “CocoDesk”: mini-uffici da stazione per lavoratori stressati

Tra una corsa in metropolitana e un cambio di treno, in Giappone si può incappare nelle CocoDesk, minuscole cabine-ufficio disseminate nelle principali stazioni ferroviarie e metropolitane. Una trovata geniale in un Paese dove la cultura del lavoro sfocia spesso nel burnout. Non è raro, infatti, vedere impiegati ancora chini sul laptop alle dieci di sera, ben oltre il canonico orario 9-17. Come funziona questo servizio? Semplice: basta scaricare l'app ufficiale, scannerizzare un codice QR incollato sulla cabina, effettuare il pagamento e il gioco è fatto. Si può restare all'interno per tutto il tempo acquistato, lavorando, studiando o anche solo riposandosi in pace assoluta.

Nei mini uffici in Giappone ci sono anche telecamere di sicurezza, per cui ogni attività illecita è sconsigliata.
Nei mini uffici in Giappone ci sono anche telecamere di sicurezza, per cui ogni attività illecita è sconsigliata.

Patricia ha varcato per la prima volta la soglia di una CocoDesk e l'ha documentato in un video diventato subito virale. L'interno? In primis "pulito" secondo la giovane; al contempo minimalista ma super funzionale. A disposizione c'è un appendiabiti, prese multiple per caricare PC e smartphone, aria condizionata regolabile e, dettaglio non da poco, un pulsante di emergenza per ogni evenienza.

 

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Non manca nemmeno il Wi-Fi ad alta velocità, "ottimo" secondo Patricia, che sottolinea anche la presenza di un maxi-schermo da circa 25 pollici, completo di cavo HDMI, ideale per proiettare presentazioni o lavorare su uno schermo più grande rispetto al portatile personale.

Privacy? Sì, ma senza esagerare: occhio alla telecamera!

Qualcuno potrebbe pensare di approfittare della solitudine per attività meno lecite (in senso ampio). Ma attenzione: ogni cabina è dotata di una telecamera interna (la cui presenza è ben segnalata in giapponese) che monitora i comportamenti degli utenti. In più, la porta non è completamente opaca: i passanti possono intravedere una parte di ciò che succede dentro. "Meglio cercarsi un altro posto se avete intenzioni strane", scherza l'influencer. Quando il tempo acquistato sta per scadere, una voce dagli altoparlanti invita più volte ad abbandonare la cabina, sia per rispetto delle prenotazioni successive, sia per mantenere il servizio scorrevole. Un sistema tanto rigido quanto efficace, in perfetto stile giapponese.

Perché le CocoDesk piacciono così tanto?

La popolarità delle CocoDesk cresce ogni giorno. Non solo tra i lavoratori stressati, ma anche tra studenti, freelance e viaggiatori digitali che cercano un rifugio temporaneo per concentrarsi. "A volte ho solo bisogno di un posto tranquillo dove finire un lavoro o fare una call senza disturbare nessuno. Nei bar si può lavorare, ma è molto irrispettoso fare chiamate e videochiamate, meglio usare i CocoDesk", racconta Patricia. In molti locali giapponesi è vietato tenere riunioni o videochiamate per non arrecare disturbo agli altri clienti. Le CocoDesk, invece, offrono la soluzione perfetta: silenziose, pulite e perfettamente attrezzate. Avranno successo anche al di fuori del Giappone? Probabilmente sì, vista l'evoluzione del lavoro prevista nei prossimi decenni, sempre meno statico e sempre meno legata all'ufficio tradizionale.

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