"Vi mostro com'è un lavoro da 15.000€ al mese in Norvegia", la testimonianza di un italiano

15.000 euro al mese, sei mesi l’anno, immersi tra ghiacci, onde alte e crostacei da sogno. Sembra l’inizio di un film, invece è una storia tutta vera che arriva dritta dal Mare di Barents, con protagonista un italiano curioso e un pescatore polacco con le mani d’oro. Marco Brentegani, content creator italiano in viaggio tra i fiordi a bordo di un camper, ha pubblicato un video diventato virale in cui racconta l’incredibile lavoro di Martin, un pescatore professionista norvegese d’adozione.

15.000 euro al mese con il King Crab: la pesca d’oro del nord

Marco e Martin si sono conosciuti in sauna, come succede solo in Norvegia. Era il 2024, e il primo tentativo di salpare era fallito a causa del gelo. Ma l’occasione buona è arrivata a marzo 2025: barca pronta, cielo "accettabile" e tanto coraggio, perché non è un'uscita in barca nel mare calmo della Costiera Amalfitana ad agosto. Marco è salito a bordo con Martin per il primo giorno della stagione di pesca e il racconto ha fatto subito boom tra gli utenti social.

Il motivo è semplice: Martin guadagna circa 120.000€ in sei mesi, con un utile netto di 80.000€. Tradotto: 15.000€ puliti al mese, per mezzo anno di lavoro duro ma ben retribuito. Pesca merluzzi, halibut e il famigerato King Crab, un granchio raro che vive solo in acque artiche. Non stiamo parlando di una gita di piacere: il Mare di Barents non fa sconti a nessuno. E, come insegnano gli antichi, quando il mare si scatena nessun uomo ha il potere di fermarlo.

In Norvegia, fare il pescatore e rivendere il pesce può portare a guadagnare anche 15.000€ al mese.
In Norvegia, fare il pescatore e rivendere il pesce può portare a guadagnare anche 15.000€ al mese.

"Non è un lavoro per tutti", spiega Marco nel video. "Anche quando il meteo è considerato buono dai pescatori locali, la barca balla per 5 ore senza sosta". Eppure, l’esperienza è stata "stupenda e provante". Il primo giorno non si trattava nemmeno di pesca vera e propria: era una missione esplorativa per individuare le zone migliori per la pesca per le settimane seguenti. Malgrado tutto, la cena è arrivata.

Tra le prelibatezze, ovviamente, il King Crab, cucinato con semplicità: 17 minuti in pentola chiusa, con un dito d’acqua e un pizzico di sale. "Ne ho visti molti nei mercati del nord del Giappone - racconta Marco - ma lì costavano troppo. È uno dei frutti di mare più buoni che io abbia mai mangiato, pieno di polpa. Con mezzo granchio ero già sazio".

Autonomi, ma non immortali: le ombre della pesca artica

Martin non lavora per una compagnia: è un pescatore autonomo, come molti altri in Norvegia. Utilizza la propria barca e rivende il pescato a un’azienda specializzata. Questo significa maggiore libertà, ma anche più rischi. E infatti, ogni marinaio del nord ha almeno una storia da raccontare: maree imprevedibili, onde altissime, freddo estremo. "Qui, ogni pescatore ti racconta come è sopravvissuto per miracolo a una disavventura", spiega Marco. Una frase che pesa più di mille immagini.

Non solo pericoli: anche il futuro della pesca artica non è assicurato. Martin utilizza lenze a lunga linea, una tecnica molto più sostenibile rispetto ad altre. Tuttavia, la presenza crescente di allevamenti ittici sta minacciando la fauna marina, abbassando la popolazione di specie selvatiche. Insomma: i soldi sono veri, il rischio pure.

Classe content creator, passaporto italiano e anima da esploratore. Marco Brentegani non è un pescatore, ma un fotografo e videomaker che documenta il suo viaggio attraverso la Scandinavia a bordo di un camper. "Per fare chiarezza: sono stato invitato un giorno sulla barca da Martin, pescatore professionista", precisa nei commenti al video virale. Il suo obiettivo? Raccontare storie autentiche, spesso estreme, che fanno riflettere e sognare allo stesso tempo.

Il video, pubblicato a inizio marzo 2025, ha ottenuto migliaia di visualizzazioni, commenti e condivisioni. E molti italiani si sono chiesti: "Ma è davvero possibile trasferirsi in Norvegia e guadagnare così tanto pescando?" La risposta è sì, ma non è tutto facile e immediato. Serve una barca, una licenza, esperienza, contatti. E soprattutto, sangue freddo – in tutti i sensi. La pesca nel Mare di Barents non è solo un lavoro: è una sfida quotidiana alla natura. Le condizioni estreme, la burocrazia norvegese, il rispetto per l’ambiente e la concorrenza degli allevamenti rendono il mestiere di Martin qualcosa di raro, quasi leggendario.

Lascia un commento