È vero che in Perù ci si sente male per colpa dell'altitudine? Italiana risponde così

Perù: una terra che incanta, ma che può anche far girare la testa. In senso letterale e non figurativo. Se stai pianificando un viaggio tra Machu Picchu, Rainbow Mountains e Lago Titicaca (che è in Bolivia ma spesso forma parte dello stesso itinerario), prepara lo zaino… e i polmoni. Perché lassù, dove l’aria è rarefatta e le emozioni forti, il mal di altitudine non è una leggenda metropolitana. È una realtà che molti, turisti italiani compresi, imparano a conoscere sulla propria pelle.

A raccontarlo senza filtri è Valeria Alluigi, content creator italiana e globetrotter dallo spirito instancabile. Dopo aver attraversato mezzo Perù in appena una settimana, Valeria ha scoperto sulla propria pelle che l’altitudine non perdona, neanche chi pensa di essere pronto a tutto.

Benvenuti a quota 5000 (e oltre): ecco cosa succede al corpo

Visitare il Perù significa sfidare la natura, ma anche il proprio organismo. Machu Picchu, la perla incastonata a 2430 metri sopra il livello del mare, non sembra poi così estrema, se si considera che il Monte Bianco tocca i 2800 metri. Ma non è questione solo di numeri: per un italiano abituato a vivere a livello del mare o poco sopra, superare i 2000 metri significa mettere i polmoni alla prova a prescindere.

E poi c’è il Vinicunca, conosciuto come Rainbow Mountain o Montaña de Siete Colores. Un capolavoro della natura a 5200 metri, che lascia senza fiato per la bellezza… e per lo sforzo. Lo stesso vale per il Lago Titicaca, al confine tra Perù e Bolivia, che si trova a ben 3800 metri. “I primi giorni tutto bene, mi sentivo invincibile. Anche se dopo aver salito due scalini, sembravo una nonna di 90 anni”, racconta Valeria con ironia. Dopo Machu Picchu e le Rainbow Mountains, ha voluto strafare. Tappa successiva? Bolivia. E lì, il corpo ha detto basta.

Fiato corto, mal di testa, vertigini, nausea. A La Paz, Valeria ha sperimentato tutti i sintomi del mal di altitudine, noto anche come soroche. “Appena la mia amica è ripartita per l’Italia, ho iniziato a stare malissimo. Il karma mi ha punito. Online ho scoperto che non ero sola. Tantissime persone hanno avuto la stessa esperienza”, racconta in un video girato mentre era ancora in fase di recupero.

Il dettaglio non trascurabile? “In quei giorni ho mangiato pochissimo, ho vomitato, ho perso liquidi… ma anche 10 chili. Almeno quello”, ironizza ancora. Un sorriso tra i sintomi, ma anche una lezione imparata sulla propria pelle: non bisogna mai sottovalutare le altitudini estreme.

Quando andare in Perù senza rischiare un clima davvero estremo

Il momento perfetto per visitare il Perù, soprattutto le aree in alta quota come Cusco, la Valle Sacra o il Lago Titicaca, è durante la stagione secca, tra maggio e ottobre. In questi mesi il clima è più stabile, le piogge sono rare e i sentieri risultano meno scivolosi. Per chi vuole evitare il pienone turistico ma godersi un meteo favorevole, aprile e maggio sono il top: subito dopo le piogge e prima dell’assalto estivo. Un compromesso perfetto per chi vuole respirare meglio e camminare in pace.

Farmaci utili contro il mal di altitudine (ma solo con il via libera del medico)

Non serve un fisico da scalatore per visitare il Perù, ma un po’ di preparazione sì. E in certi casi, anche una pillola preventiva. Tra i medicinali più utilizzati troviamo:

  • Acetazolamide (Diamox): aiuta a prevenire e trattare i sintomi. Si assume da prima dell’ascesa e nei primi giorni in quota. Prescrizione obbligatoria.
  • Desametasone: efficace nei casi più gravi, come edema cerebrale o polmonare.
  • FANS (ibuprofene, paracetamolo): alleviano dolori muscolari e mal di testa lievi.
  • Nifedipina: per emergenze gravi, ma solo sotto controllo medico.

Attenzione: nessun farmaco fa miracoli senza una corretta acclimatazione. Il consiglio più saggio resta quello di prendersi tempo per abituarsi all’altitudine. E parlarne col proprio medico prima di partire.

Valeria, dopo un tour de force in cui ha visitato Machu Picchu, Rainbow Mountains e Lago Titicaca in sette giorni, ha iniziato a star male nella città di La Paz.
Valeria, dopo un tour de force in cui ha visitato Machu Picchu, Rainbow Mountains e Lago Titicaca in sette giorni, ha iniziato a star male nella città di La Paz.

Consigli da mettere in valigia (oltre la felpa e le scarpe da trekking)

  • Bevi tanto – L’aria secca e l’altitudine aumentano la disidratazione. Quindi assicurati di avere acqua sempre a portata di mano.
  • Dimentica vino e sigarette – Nei primi giorni, alcol e fumo peggiorano la respirazione.
  • Carboidrati leggeri – Meglio riso, pasta e verdure rispetto a cibi pesanti e proteici.
  • Occhiali da sole e crema SPF 50+ – Il sole d’alta quota non perdona.
  • Riposa a sufficienza – Otto ore per notte, senza sgarri. Il corpo ringrazia.

Infine, un rimedio della nonna andina: il mate de coca. Un infuso di foglie di coca (Valeria lo ha bevuto), tradizionale e apprezzato in tutta la regione, che aiuta (ma non guarisce) i fastidi più lievi. Attenzione però: in Italia e in Europa, quelle stesse foglie sono considerate sostanze controllate. In Perù c'è anche la città con la miglior gastronomia del mondo.

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