In questo ristorante italiano di New York è impossibile prenotare un tavolo: qual è l'unico modo per entrare

Un po' tutti i ristoranti provano a differenziarsi dagli altri. Uno che si trova a New York, fondato e gestito da italiani, è davvero un mondo a parte. Al punto che per qualcuno non è neppure un ristorante, ma più un tempio, una leggenda, una reliquia sacra della cucina italo-americana. Ricordate 'American Psycho' (ambientato proprio a New York) e il ristorante Dorsia, quasi impossibile da prenotare? Qualcosa di ancora più esclusivo.

Stiamo parlando di Rao’s, il ristorante più esclusivo d’America, nel cuore dell’Italian Harlem. Dieci tavoli, nessuna prenotazione, e un sistema di accesso talmente rigido da far sembrare l’ingresso a un club privato londinese una passeggiata. L’unico modo per entrare? Conoscere qualcuno che “possiede” un tavolo. Sì, hai letto bene: possiede.

Una storia lunga 130 anni: benvenuti nella leggenda di Rao’s

Rao’s nasce nel 1896, quando Charles Rao, un immigrato italiano, compra un saloon all’angolo tra la 114esima strada e Pleasant Avenue. Da quel momento, inizia una delle storie più incredibili della ristorazione americana. Dopo Charles, il timone passa ai figli Louis e Vincent. Louis si occupa del bar, Vincent fa magie in cucina. Nasce così il celebre lemon chicken che ancora oggi fa venire l’acquolina in bocca solo a pronunciarlo (almeno agli americani, agli italiani forse un po' meno). Ma il vero punto di svolta arriva negli anni ’70, quando la moglie di Vincent, Anna Pellegrino Rao, introduce le sue ricette di famiglia e trasforma Rao’s nel baluardo della cucina italo-americana autentica. Nel 1974, una recensione entusiastica del New York Times lo consacra ufficialmente: “Un’esperienza gastronomica irripetibile”. E lì scatta la magia. Ma anche l’impossibilità di prenotare.

I famigerati “table rights”: il diritto divino di sedersi

Dimentica The Fork. Lascia perdere anche le prenotazioni tramite WhatsApp. Rao’s non prende prenotazioni. I suoi tavoli sono assegnati per diritto a clienti storici, amici di famiglia, celebrità, politici, boss. Gente che frequenta da decenni e che, letteralmente, eredita il tavolo. Funziona così: chi ha il “table right” decide quando usare il tavolo, può prestarlo a qualcuno di fidato o, nei rarissimi casi, metterlo all’asta per beneficenza. Una cena da Rao’s, in questi casi, può arrivare a costare fino a 20.000 dollari. E no, non è uno scherzo.

Tra i clienti storici? Una sfilza di nomi da far tremare Hollywood e Wall Street: Frank Sinatra, Robert De Niro, Al Pacino, Woody Allen, Donald Trump e persino John Gotti. Rao’s è una giungla di potere, fascino e spaghetti al pomodoro.

L’atmosfera di Rao’s: più che un pasto, un battesimo

Appena varchi la porta del locale in East Harlem, capisci subito che non sei in un ristorante qualunque. Le pareti tappezzate di fotografie, il jukebox d’epoca, le luci soffuse e i saluti dei camerieri che sembrano più parenti che dipendenti. La sensazione è quella di entrare in un film italo-americano diretto da Scorsese e prodotto dalla nonna.

Il menu non è stampato. È una conversazione. I cuochi ti parlano, ti consigliano, ti ascoltano. Ma i piatti iconici non si toccano: le polpette al sugo, il pollo al limone, le costate alla griglia e l’inimitabile cheesecake di ricotta. In cucina, comanda lo chef Dino Gatto, che ogni sera porta avanti una tradizione lunga oltre un secolo, con ingredienti semplici, sinceri e italiani fino all’osso.

Un'altra particolarità di questo ristorante? Accettano solo contanti (cosa legale a New York, a differenza dell'Italia)
Un'altra particolarità di questo ristorante? Accettano solo contanti (cosa legale a New York, a differenza dell'Italia)

Nel corso degli anni, Rao’s ha provato a esportare la magia: ha aperto a Las Vegas e Los Angeles (in queste due location si può prenotare!), ha lanciato una linea di salse premium in tutto il paese. Ma il vero cuore resta lì, in quella sala da dieci tavoli, dove ogni cena è un evento e ogni ospite è parte di una storia collettiva. Non esistono altri ristoranti così. Nessun trend, nessuna fusion. Rao’s è un monolite di autenticità, un baluardo di identità culturale italo-americana. Un luogo dove la ricetta conta più del design, dove lo storytelling si scrive con la pasta fatta a mano e le chiacchiere tra tavoli vicini.

Come (forse) riuscire a sedersi a Rao’s

  • Conoscere qualcuno con un “table right” e sperare in un invito.
  • Partecipare a un’asta benefica (e preparare il portafoglio).
  • Sperare in un miracolo durante le rare aperture straordinarie.

Ma la verità è una sola: Rao’s non si cerca. Rao’s ti sceglie. E, se succede, non lo dimenticherai mai.

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