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Raccatta e incassa. Potrebbe sembrare uno slogan da spot anni ’90, ma per un uomo di nome Damian Gordon è diventato uno stile di vita che gli ha permesso di realizzare un sogno: comprare casa sulla Central Coast del Nuovo Galles del Sud, in Australia, grazie ai soldi guadagnati riciclando lattine e bottiglie.
Avete letto bene: ha raccolto 450.000 contenitori in alluminio in sette anni, per un valore di circa 46.000 dollari australiani, abbastanza per la caparra di un’abitazione vera. Nessuna eredità, nessun gratta e vinci fortunato. Solo tempo, dedizione e bauli pieni di lattine.
Da un’idea da barattolo a una casa vera
Damian, 36 anni, lavora durante la settimana in modo stabile, ma nel tempo libero si trasforma in una sorta di macchina da raccolta differenziata. Ha iniziato nel 2017, complice il programma statale Return and Earn, che restituisce 10 centesimi per ogni contenitore riportato ai centri di raccolta. «All’inizio era solo per mettere via qualcosa, poi ho capito che funzionava. I soldi finivano in un conto bancario che non potevo vedere. Così non li toccavo», racconta.
Sette anni dopo, il suo impegno si è trasformato in una casa con due camere da letto. Ok, non è una villa con piscina a Monte Carlo, ma una dignitosa ex casetta da pescatori con un tetto sopra la testa: «Mi sento benedetto», dice con il sorriso.
Lattine, festival e... cowboy hat
Gordon ha fatto del riciclo una filosofia. Ha collezionato contenitori anche durante i festival musicali, dove fa il volontario dietro le quinte. Potete immaginare la quantità di lattine lasciate in giro a eventi a cui partecipano decine di migliaia di persone. Da Lost Paradise ai concerti indie sulla costa, si muove tra folla e bancarelle con sacchi neri e guanti da lavoro. E ogni tanto, scambia due parole con artisti australiani come The Presets o Sneaky Sound System.

«Mi piace far parte di quella cultura, vedere il lato nascosto degli eventi», spiega. Ma non finisce lì: dai festival torna a casa con lattine, tende da campeggio in ottimo stato, lucine decorative e perfino scorte di cibo non deperibile. Altro che rifiuti, termine che ha un'accezione negativa sia in italiano che in inglese (waste è uno dei termini generici più usati): «Ho trovato provviste per settimane». Oggi si calcola che sia la persona con il più alto rimborso individuale nella storia del programma Return and Earn, secondo Danielle Smalley, CEO dell’organizzazione Exchange for Change. «Storie così ti fanno alzare dal letto con il sorriso», ha detto.
Riciclare è un’abitudine di famiglia
Il segreto? Viene da lontano. Damian è cresciuto con una madre che lo portava a rovistare al “tip shop”, l’area del riciclo del quartiere. «Compravo le scarpe di scuola lì, poi negli anni ho iniziato a trovare veri e propri tesori nei recuperi municipali», racconta. La metà dei mobili della sua casa proviene dai rifiuti altrui. «Li pulisco per bene, ovvio». Per lui, la sostenibilità è uno stile di vita, non una moda: «Ora che ho un mutuo da pagare non smetterò certo di raccogliere bottiglie. È diventato parte di me».
Quando i rifiuti ti portano al successo: altri casi famosi
Quella di Gordon non è l’unica storia in cui i rifiuti diventano ricchezza. Zhang Yin, imprenditrice cinese soprannominata “la regina dei rifiuti”, ha costruito un impero partendo dalla carta straccia. Con pochi risparmi, ha creato una rete per raccogliere carta da riciclare negli Stati Uniti e spedirla in Cina, dove la domanda era altissima. Oggi, la sua azienda Nine Dragons Paper è tra i maggiori produttori di carta e cartone dell’Asia. Il suo patrimonio? Oltre 1,5 miliardi di dollari.
Nel nord Europa, invece, centinaia di senzatetto non diventato ricchi ma certamente sopravvivono grazie al riciclo. Bottiglie di plastica lasciate in giro diventano buoni spesa: fino a 20 centesimi l’una, da cambiare direttamente nei supermercati, che forniscono buoni spendili per qualsiasi cosa. A fine giornata una decina di 'vuoti' permettono di acquistare cibo fresco e sano.
