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Giulia De Zorzi, content creator italiana che si è trasferita in Svezia, ha deciso di rispondere pubblicamente alla domanda che le pongono più spesso sui social: quanto costa vivere in Svezia? Nel suo video su Instagram, Giulia ha condiviso tutte le spese sostenute negli ultimi 30 giorni, dando una panoramica reale della vita nel Sud del Paese. Vive con il fidanzato in una casa di proprietà (lui paga il mutuo), ma tutte le spese quotidiane – dalla spesa alimentare alle uscite con gli amici – sono a carico suo. Ecco il dettaglio completo.
Quanto costa la vita in Svezia per una giovane italiana
Giulia abita a Malmö, città del Süd della Svezia, in una zona centrale dove si muove quasi sempre a piedi. Vive con il fidanzato che di recente ha acquistato una casa, ma per scelta dividono le spese in modo molto preciso: lui paga mutuo e bollette, lei si occupa di tutte le spese vive del mese. Le sue spese mensili personali si aggirano intorno alle 3000 corone svedesi, equivalenti a circa 270 euro. Secondo lei è una cifra contenuta, considerando la qualità della vita e i servizi svedesi.
Spesa alimentare, ristoranti e vita quotidiana
La coppia ha un conto condiviso dove ciascuno versa mensilmente una somma destinata a spesa, ristoranti e attività insieme. Giulia versa ogni mese 1500 corone (circa 136 euro), ma ammette che in realtà spesso lo fa due volte. Quindi nella maggior parte dei mesi spende circa 3000 corone, ovvero 270 euro, per tutto ciò che riguarda la vita quotidiana in Svezia. Le uscite extra, come le cene con le amiche o gli acquisti personali, non rientrano nel conto comune. Ad aprile, Giulia ha speso 1130 corone (circa 106 euro) per pranzi fuori casa e piccole spese personali.
Le spese fisse mensili: cellulare, abbonamenti, palestra
Oltre alla spesa alimentare, Giulia sostiene diverse spese fisse. Il piano telefonico con internet costa 31,60 euro al mese, mentre per gli abbonamenti digitali – Netflix, Spotify, iCloud e altri – spende 25,88 euro. La palestra, in confronto ai prezzi italiani, è sorprendentemente conveniente: solo 27 euro al mese. Un’altra voce importante è il sindacato: in Svezia molti lavoratori vi aderiscono per avere tutele legali e accesso all’indennità di disoccupazione. L’iscrizione mensile di Giulia costa 160 corone, cioè circa 14 euro. Per quanto riguarda la salute, spende 3 euro al mese per la pillola anticoncezionale e ha affrontato alcune sedute dallo psicologo ad aprile, per un totale di 18 euro.

Il prestito universitario, lo Snus svedese e altre spese mensili varie
Come molti giovani svedesi (e non solo), Giulia ha contratto un prestito universitario che sta restituendo mensilmente. Ad aprile ha versato l’equivalente di 215 euro. La cifra varia di mese in mese, ma resta una voce importante nel bilancio. Tra le spese più curiose e tipicamente locali spunta anche lo Snus, una forma di tabacco senza fumo molto diffusa in Svezia. “Ad aprile ne ho usato parecchio”, racconta Giulia. La spesa? 57 euro solo per questo prodotto, che viene inserito sotto il labbro superiore e rilascia nicotina senza essere fumato né masticato.
Vivere in centro significa evitare gran parte delle spese di trasporto, ma ad aprile Giulia ha comunque speso circa 10 euro per qualche corsa in autobus o in taxi. Ha poi prenotato un viaggio a Londra e ha dovuto pagare 22 euro per l’ETA, l’autorizzazione elettronica che serve per entrare nel Regno Unito dopo la Brexit. Nel complesso, tra spese quotidiane, abbonamenti, psicologo, Snus e prestito universitario, la somma spesa ad aprile è stata di 1074 euro. Una cifra che per molti italiani può sembrare alta, ma che in Svezia rientra nella norma per uno stile di vita cittadino e indipendente.
Il video di Giulia ha ricevuto moltissime reazioni, anche da altri italiani che vivono all’estero. C’è chi trova sorprendente la spesa contenuta per certe voci (come la palestra o la pillola) e chi invece si stupisce del costo di abbonamenti, sindacato e Snus.
Nel complesso, l’esperienza di Giulia mostra un ritratto autentico del costo della vita in Svezia, almeno per chi vive in una città del Sud e ha una casa condivisa con il partner. Spese trasparenti, suddivise per categoria e raccontate senza fronzoli: un ottimo punto di partenza per chi sta valutando un trasferimento al Nord.
