"Il mio vicino di casa mi ha lasciato questo biglietto: provarci con una donna così è sbagliato"

Una biglietto scritta a mano, un numero di telefono e un corteggiamento troppo indiretto, che ha scatenato un terremoto social. Sembra la trama di una commedia romantica, ma è la storia vera (e virale) di Avi Rodríguez, influencer con migliaia di follower su TikTok, e il suo misterioso vicino di casa. Il problema? Non tutti i bigliettini d’amore vanno a buon fine…

Un corteggiamento da film… con finale a sorpresa

Avi Rodríguez, una giovane influencer argentina molto attiva su TikTok, è tornata a casa come ogni giorno. Nulla di strano, almeno fino a quando non ha trovato nella porta del suo appartamento un biglietto scritto a mano. “Non sono capace a scrivere bigliettini ma nemmeno sono capace a ignorare la tua bellezza” – recitava così il messaggio lasciato dal suo vicino. Una dichiarazione semplice, diretta, vagamente poetica. E per i più romantici, anche molto dolce.

Avi ha letto il contenuto del (breve) biglietto ricevuto dal suo vicino di casa, che non le ha fatto poi così tanto piacere.
Avi ha letto il contenuto del (breve) biglietto ricevuto dal suo vicino di casa, che non le ha fatto poi così tanto piacere.

Alla fine del messaggio, la proposta che ha fatto scattare il web: "Fammi sapere se vuoi bere qualcosa con me", accompagnata da un numero di telefono. Il vicino, evidentemente colpito, ha tentato la sorte con un approccio che oggi è quasi archeologia sentimentale. Un biglietto. Una penna. Nessuna emoji del fuoco né 'Mi piace' alle Storie Instagram.

Chi è il vicino misterioso? Nessuno lo sa (e questo è il problema)

Ma la reazione di Avi non è stata quella sperata. La ragazza ha subito chiarito nei suoi video che, nonostante l’apparente tenerezza del gesto, la situazione le ha provocato più inquietudine che entusiasmo. “Lui non mi conosce, perché se mi conoscesse saprebbe che non è il modo di approcciarmi”, ha detto con tono sorpreso, facendo riferimento al suo seguito online. Ma il vero punto critico è un altro: “Non ho la più pallida idea di chi sia”.

Il biglietto non includeva né un nome completo né un profilo Instagram. Solo un numero di telefono e per di più su WhatsApp l'uomo non aveva impostato nessuna immagine profilo. Dunque non c'era nessuna faccia a cui associare le parole scritte. Avi conosceva solo il nome, Mateo, tanto comune in Argentina quanto in Italia nella variante Matteo. Un mix di fattori che le ha fatto provare più inquietudine che piacere per i complimenti ricevuti. “Mi fa anche un po' paura perché ora mi chiedo anche come faccia a sapere che vivo proprio in questo appartamento”, ha spiegato Avi nel suo video, scatenando centinaia di reazioni da parte degli utenti.

Quando l’amore diventa un caso social

Il video ha raggiunto quasi 670.000 visualizzazioni in pochi giorni. I commenti si sono divisi come il Mar Rosso: da un lato c’è chi ha difeso il vicino, ricordando che “un tempo ci si conosceva così”, senza social, senza filtri, senza paranoie. Dall’altro c’è chi ha parlato apertamente di comportamento sospetto o addirittura di molestia.

“Ora ogni forma di approccio è considerata una minaccia”, scrive un utente critico verso l'autrice del post. Ma un altro ribatte: “Non è normale sapere in quale piano vive una persona senza che te lo dica. Questo non è romanticismo, è inquietante”. Tra le righe si legge il vero cuore del dibattito: dove finisce il corteggiamento e dove inizia l’invadenza?

In tempi in cui ogni passo può diventare virale, è sempre più facile sbagliare anche con le migliori intenzioni. Il web amplifica tutto, dai complimenti più dolci agli errori più ingenui. E così, quello che per alcuni è stato un atto d’amore old school, per altri è diventato un esempio perfetto di ciò che non andrebbe mai fatto. "Mateo te lo giuro che non è una buona idea", è la scritta nella caption del video. Per Avi questo approccio non funziona. Se avete intenzione di fare qualcosa del genere, è preferibile mettere il vostro username di Instagram o quantomeno avere un'immagine profilo Whatsapp, per permettere all'altra persona di riconoscervi.

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