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È capitato a molti studenti universitari italiani. La mail del docente sembrava una come tante: oggetto “Niente lezione domani”. Ma dentro c’era una vera e propria sorpresa: un video con una canzone trap generata dall’Intelligenza Artificiale, in cui il professore — anzi, la sua versione digitale — spiegava di essere malato. E, per questo, annunciava che la lezione dell'indomani era annullata. Una scena surreale che ha fatto il giro del web.
Protagonista della vicenda è l’utente @music4life071, attivissima su TikTok, che ha condiviso il video con un’espressione sbalordita e un commento che riassume lo shock collettivo: “Non so come reagire”. Ma il vero colpo di scena arriva quando il file viene aperto: al posto di un testo, parte una hit in stile Gen Z. Il prof non scrive, canta.
Il testo della canzone generata dall’IA
La “mail musicale” è tutta in inglese, con slang e ritmo da hit virale. È bene che gli utenti apprezzino prima di tutto il testo originale:
“Ayo fam, it’s your teacher, and I’m down bad.
I’m coughing like crazy, my head is feeling mad.
I’m not ghosting, just caught a bug.”“Wish I could teach, but I’m snuggled up.
No class today, no cap.
Sipping on tea, tryna fix this peak.
Y’all get a pass but don’t act sus or I’ll drop a pop quiz, yeah.”
Traduzione e significato (più o meno)
Il senso è chiaro, anche per chi mastica poco l’inglese. In versione “italiano scolastico”, suona più o meno così:
- “Ragazzi, il vostro prof sta a pezzi: tossisco, ho la testa che scoppia.”
- “Non vi sto dando buca, ho solo preso l’influenza.”
- “Oggi niente lezione, giuro. Sono sotto le coperte con una tazza di tè.”
- “Ma attenzione: se fate i furbi, domani verifica a sorpresa!”
Il video ha superato i 3 milioni di visualizzazioni e diviso la rete tra chi lo ha trovato geniale e chi... decisamente troppo cringe. C’è chi commenta: “Chi ha lasciato l’IA sola con il professore?” e chi apprezza: “Almeno si sforza di parlare la nostra lingua”.

La scuola italiana è già in modalità AI
Il caso arriva dagli Stati Uniti, ma in Italia l’Intelligenza Artificiale ha già fatto irruzione tra i banchi. E spesso non sono solo gli studenti a usarla, ma anche i docenti — sebbene quasi nessuno la usa per creare canzoncine utili ad annunciare, con melodie rap, che la lezione del giorno seguente non si terrà. Secondo un recente report, il 65% degli studenti tra i 16 e i 18 anni in Italia usa ChatGPT o simili per fare i compiti. Le città più “tecnologiche”? Napoli e Torino guidano la classifica con il 60% di utilizzo, seguite da Milano (56%) e Roma (53%). E non finisce qui: il 71% la usa per cercare informazioni, il 33% per imparare concetti nuovi e il 18% per rispondere a test scolastici.
Il mondo universitario italiano è ancora più coinvolto. L’89% degli studenti universitari dichiara di usare l’Intelligenza Artificiale per studiare, in particolare in facoltà come Scienze, Ingegneria e Architettura. Ma solo il 23% ha ricevuto una vera formazione sull’uso etico e consapevole di questi strumenti. Molti lo usano come assistente personale: per scrivere email, organizzare appunti o anche preparare una tesi. E sempre più studenti chiedono che l’IA venga inserita nei programmi scolastici: lo pensa il 74% degli intervistati.
Ma l’IA a scuola piace davvero?
Non proprio a tutti. Il 64% degli studenti italiani ha timori concreti sull’uso incontrollato dell’IA a scuola e nel mondo del lavoro. E solo 1 su 4 si fida ciecamente dei contenuti generati da ChatGPT e simili. La maggior parte (54%) resta diffidente, e chiede maggiore trasparenza e regolamentazione.
Anche i professori non restano a guardare: il 52,4% usa l’IA per semplificare la didattica e creare contenuti, ma solo l’11% ha una conoscenza avanzata. E ben il 75% chiede corsi di formazione specifici per non rimanere indietro.
