Su Netflix è disponibile un capolavoro con Elio Germano. Una storia che tocca l'anima del pubblico e spinge a riflettere su molteplici dinamiche interessanti. Ecco il titolo e la trama.
C’è qualcosa di profondamente commovente in Volevo nascondermi, il film biografico diretto da Giorgio Diritti ora disponibile su Netflix, che racconta la vita tormentata e straordinaria di Antonio Ligabue. Una pellicola che non si limita a illustrare la biografia di un artista, ma esplora la complessità dell’animo umano attraverso una delle performance più intense del cinema italiano contemporaneo, quella di Elio Germano.
Ligabue, pittore e scultore autodidatta del Novecento, è stato una figura anomala, ai margini dell’accademia e della società, eppure capace di creare un universo pittorico originale e viscerale. La sua arte, fatta di colori primari, animali esotici e paesaggi allucinati, è il frutto di un’esistenza vissuta in isolamento e sofferenza, ma anche con una forza creativa dirompente. Volevo nascondermi restituisce questa doppia dimensione: il dolore dell’emarginazione e la potenza visionaria della creazione.
Volevo nascondermi, un viaggio tra tormento e meraviglia
Il film si apre su un Ligabue bambino, cresciuto in Svizzera da una famiglia adottiva dopo essere stato abbandonato dalla madre biologica. La sua infanzia è un campo minato di rifiuti, percosse e solitudine. La dislessia, l’instabilità emotiva e il comportamento considerato “strano” lo rendono bersaglio di derisione e violenza. Sin da piccolo, Antonio mostra un’attenzione ossessiva per il disegno e per gli animali, che diventeranno i protagonisti assoluti della sua produzione artistica. Espulso dalla Svizzera, Ligabue viene mandato in Italia, a Gualtieri, nel cuore della pianura padana. Qui inizia la seconda fase della sua vita, vissuta in una baracca lungo il Po, tra fame, disprezzo sociale e continue degenze in ospedali psichiatrici. La gente del paese lo soprannomina “Al Tudésc”, il tedesco, e lo considera poco più di un pazzo innocuo. Ma in quell’uomo selvatico, che spesso grugnisce, urla e corre nei campi, si nasconde un universo interiore sterminato, fatto di immagini e di sogni animaleschi.

Ma non c’è solo delirio o dolore. Volevo nascondermi è anche il racconto di una rinascita. Grazie all’incontro con lo scultore Renato Marino Mazzacurati, che riconosce il suo talento, Ligabue comincia a essere considerato un artista a tutti gli effetti. I suoi quadri iniziano a circolare, le prime mostre arrivano, e con esse una timida forma di accettazione sociale. È un riscatto parziale, mai pienamente pacificato, ma sufficiente a definire l’identità di un uomo che per tutta la vita si è sentito fuori posto.
La forza di un'interpretazione totale: Germano è da applausi
Il cuore pulsante del film è senza dubbio Elio Germano, che dona ad Antonio Ligabue non solo il volto e i gesti, ma anche l’anima. L’attore romano scompare completamente nel personaggio, assumendone la postura, la voce strozzata, l’irrequietezza fisica e mentale. Il trucco prostetico è straordinario, ma è l’interpretazione a rendere reale la metamorfosi: Germano non imita, incarna. Non è un caso che questa prova attoriale sia stata riconosciuta a livello internazionale con l’Orso d’argento al Festival di Berlino nel 2020 e, a livello nazionale, con il David di Donatello come Miglior attore protagonista. Il film ha ottenuto complessivamente sette David, compresi quelli per la Miglior regia e il Miglior film, affermandosi come una delle opere più significative del cinema italiano degli ultimi anni.
I temi affrontati dal film sono universali: la diversità, la malattia mentale, la creatività come strumento di sopravvivenza e affermazione personale. In un tempo come il nostro, che tende a classificare, semplificare e marginalizzare chi non si conforma, la vicenda di Ligabue risuona con una forza inaspettata. È un invito a guardare oltre le apparenze, a riconoscere il valore anche nelle esistenze più fragili e scomode. Guardare Volevo nascondermi su Netflix significa concedersi un viaggio emozionante e doloroso, ma anche immensamente arricchente.
